Ammettiamolo, l’attesa stavolta è un po’ meno vibrante. Niente a che vedere con quanto accaduto soltanto quarantacinque giorni fa in Australia. Ciò non toglie però che, dal momento in cui è stato sorteggiato il tabellone di Indian Wells, questo era l’incontro che tutti stavamo aspettando.
Sarà dunque ancora una volta Federer vs Nadal, o Fedal, per usare un’espressione che detestiamo dal profondo del nostro cuore. Ma il trentaseiesimo scontro tra i due campioni che hanno segnato il ventunesimo secolo tennistico arriva stavolta un po’ presto. Troppo presto. Anzi, dopo il loro primissimo match di Miami nell’ormai giurassico 2004, mai i nostri eroi si erano affrontati prima di un quarto di finale. E proprio a dirla tutta anche questo evento si è verificato soltanto in un paio d’occasioni (Indian Wells 2013 e Cincinnati 2013). Per il resto, solo finali e semifinali.
Sarà il trentaseiesimo duello tra i due dicevamo e, da quello che abbiamo visto, forse Nadal ci arriva un po’ meglio. Federer ha impressionato con Robert, ma ha stentato parecchio contro Johnson. Nadal ha avuto picchi meno scintillanti, ma è sembrato più continuo del rivale svizzero. Chi pensa che Federer ci arrivi con la mente sgombra per via del trionfo di Melbourne non conosce lo svizzero. Chi pensa che Nadal ci arrivi rassegnato per la delusione australiana non conosce Rafa.
I precedenti, lo sanno anche i sassi, raccontano di un netto 23-12 in favore del maiorchino. Ma il dato è anche un filino falsato dal devastante 13-2 su terra. In soldoni, il match è sempre stato meno scontato di quanto si racconta e si è raccontato.
Con un successo, Federer vincerebbe per la prima volta in carriera tre match di fila contro Rafa (dopo Basilea 2015 e Melbourne 2017). Per lui sarà di fondamentale importanza vincere il primo set: soltanto una volta in carriera è riuscito a battere Nadal dopo aver perso il set iniziale.
Sarà la loro terza sfida in quel di Indian Wells. Federer ha vinto nettamente la semifinale del 2012; Nadal ha fatto altrettanto nei quarti dell’anno successivo. In entrambi i casi il vincitore ha poi vinto il torneo.
Certo è difficile rassegnarsi all’idea di un match tra questi due fenomeni già a livello di ottavi di finale. Soprattutto se si pensa a quanto accaduto in Australia soltanto un mese e mezzo fa. E forse non è nemmeno del tutto giusto. Ce la stiamo prendendo con il destino cinico e baro, meglio precisarlo subito. Le regole ci sono, chiarissime, e vanno rispettate. Prendiamola allora come una sorta di fantastica eccezione che conferma la regola. E gustiamocela in quanto tale. Ma per favore, non chiamatela più Fedal. Proprio non si può sentire!
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