Fiero esponente del gioco d’attacco, l’australiano Peter McNamara aveva ottenuto i suoi migliori risultati nel doppio, vincendo tre titoli Slam tra il 1979 e 1982 in coppia con il connazionale Paul McNamee. Proprio agli inizi degli anni ’80 però anche il suo rendimento in singolare decolla tanto che nel 1981 trionfa ad Amburgo battendo in finale Jimmy Connors.
Tra i giocatori più apprezzati dal pubblico per il suo estro, nel marzo del 1983 disputa il torneo di Bruxelles: dopo aver battuto Dupré, Buehning e Curren, il 12 marzo si disputa la semifinale contro il compianto Vitas Gerulaitis. Nonostante una scarpa rotta, sostituita alla buona con una recapitatagli dal pubblico, McNamara si impone 6-2 7-6 qualificandosi per quella che sarà la sua ultima finale ATP.
Il giorno dopo affronta Ivan Lendl, già battuto tre volte, che avanti 5-4 e servizio nel terzo set subisce la rimonta dell’australiano che finirà per vincere 6-4 4-6 7-6 raggiungendo la settima posizione del ranking, il suo miglior risultato a livello di classifica. Per Lendl invece sarà appena la seconda sconfitta indoor su 72 match disputati fino a quel momento.
Purtroppo però la carriera di McNamara finisce proprio nel momento più glorioso: nel torneo successivo, a Rotterdam, i legamenti del ginocchio fanno crack durante il match di primo turno contro il cecoslovacco Jiri Granat. Tornerà in campo qualche tempo dopo, ma farà in tempo a vincere solo pochi match e del McNamara top 10 non sarà rimasto che il ricordo.
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