Alla fine è andata bene. E ne siamo non felici, ma felicissimi. Perché la Coppa Davis, pur iniziando a mostrare tutti i suoi anni, rappresenta la storia di questo nostro sport. Quindi vogliamo che l’Italia ci sia. Sempre!
Allo stesso modo, siamo convinti che il momento migliore per avanzare una critica costruttiva sia proprio quello successivo a una vittoria come questa. Perché, diciamocela tutta, sarebbe stato criminoso uscire dalla competizione contro questa Argentina, forse la più debole di sempre.
Proprio così, mettendo per un attimo da parte la più che comprensibile esaltazione, non bisogna neanche dimenticare come è arrivata questa vittoria. E qui entrano in gioco le scelte di Corrado Barazzutti. Il nostro Capitano ha azzeccato tutto nel corso della prima giornata. Preso atto del ritardo (più che giustificato) di Bolelli, e resosi conto del non eccezionale stato di forma di Fognini, Barazzutti non ha esitato a gettare nella mischia per i primi due singolari Lorenzi e Seppi. Mossa azzeccatissima e risultato tondo dopo la prima giornata: 2-0 per gli Azzurri.
Qui però è successo il patatrac. Forse, visto il livello degli avversari, deve aver considerata chiusa la pratica dopo la prima giornata e in doppio ha schierato la coppia Bolelli/Fognini. Binomio affiatato e super sperimentato, ma improponibile in questo momento, con Bolelli fermo da mesi e Fognini al 50% del suo potenziale. Risultato, sconfitta rocambolesca e Argentina ancora viva.
Errore da non commettere mai, men che meno in un ambientino come quello sudamericano, dove l’effetto Colosseo si tocca con mano quindici dopo quindici. Questo è stato a nostro avviso solo il primo errore di Barazzutti. Il secondo, che ci ha portato a un passo dal baratro, l’ha commesso non schierando Seppi nel match conclusivo. A meno di infortuni/malori improvvisi, di cui al momento non si ha notizia, si è trattato di una scelta incomprensibile, alla luce della brutta prestazione di Fognini in doppio (confermata contro Pella nonostante la vittoria in rimonta) e della brillante prestazione di Seppi nel primo singolare. Il giocatore altoatesino, infatti, dopo la prima vittoria su Berlocq incomprensibilmente non è stato più schierato.
Lo ripetiamo, crediamo sia più utile e costruttivo trattare questi temi con alle spalle la serenità del passaggio del turno. Ma sarebbe sbagliato a nostro avviso non parlarne, adagiandosi sugli allori lasciandosi trasportare dalla sola esaltazione.
Ci auguriamo che il Capitano rifletta su quanto avvenuto, per farne tesoro nelle prossime occasioni. I migliori giocatori del mondo stanno snobbando la competizione e il tabellone potrebbe farsi interessante. Sarebbe delittuoso non approfittarne.
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