Fed Cup

Fed Cup, Italia-Slovacchia: l’esperienza di Errani e Schiavone può fare la differenza

Due veterane (Sara Errani e Francesca Schiavone) e tre debuttanti (il capitano Tathiana Garbin, più Jasmine Paolini e Martina Trevisan). Con questo mix partirà nel weekend la rincorsa dell’Italia per rientrare nel World Group di Fed Cup. Al primo turno, sulla terra indoor del PalaGalassi di Forlì le azzurre sfideranno la Slovacchia, orfana della sua punta di diamante, ovvero la numero 5 del mondo Dominika Cibulkova.

Nel weekend si aprirà con l’esordio in panchina del nuovo capitano della Fed Cup azzurra Tax Garbin, che ha raccolto il testimone lasciatole da Corrado Barazzutti nel bel mezzo di un ricambio generazionale fisiologico dopo anni di soddisfazioni e successi (quattro titoli dal 2006 al 2013).

La mestrina ha scelto di affidarsi all’esperienza di Francesca Schiavone e Sara Errani (qui sotto mentre tessono le lodi l’una dell’altra).

Le due, per motivi diversi, non sono in un grano momento. La Schiavone, ad esempio, è all’ultimo anno sul circuito prima di appendere la racchetta al chiodo, ma non ha bisogno di presentazioni. È la più vincente della storia azzurra di Fed Cup ed il suo apporto in termini di spirito, voglia di lottare, attaccamento alla maglia (qualità che non svaniscono col tempo) non possono che giovare e fungere da esempio per le nuove leve chiamate dalla nuova capitana a difendere i nostri colori. Il fatto poi che dall’altra parte della barricata non ci siano giocatrici proibitive, nemmeno per una Schiavone in parabola discendente, potrebbe rivelarsi un fattore positivo anche sul piano del risultato.

Un discorso, quello dell’esperienza e della grinta, che vale un po’ anche per la Errani, ferma dagli Australian Open a causa di un infortunio al polpaccio che l’hanno costretta a ritirarsi nel corso del secondo turno dello Slam. La condizione fisica non potrà essere al top per forza di cose, ma la sua resilienza è nota a tutti e la superficie potrà darle una mano contro avversarie meno adatte ed abituate al gioco sulla terra. Il fatto poi di essere tornata a casa ad allenarsi, con uno staff nostrano, la vicinanza alla famiglia ed il rientro davanti al pubblico romagnolo tutto dalla sua parte potrebbero darle quella tranquillità necessaria per giocare senza troppe preoccupazioni.

A giovare dell’esperienza delle due veterane saranno le debuttanti Jasmine Paolini (classe 1996) e Martina Trevisan (classe 1993). Divise da sole 15 posizioni in classifica (la prima è 215 l’altra 230), sono entrambe in ascesa dopo un ottimo 2016 coronato con due titoli Itf per parte. La Paolini è poi reduce per la prima volta in carriera dalle qualificazioni degli Australian Open, dove ha perso al primo turno proprio contro la coetanea slovacca Rebecca Sramkova (qui convocata e ben più avanti in classifica: è 119). Difficile che una delle due scenda in campo (se non, immaginiamo, a risultato acquisito), ma almeno potranno respirare per la prima volta l’aria di Fed Cup e rompere il ghiaccio in una competizione che, in ottica futura, potrà vederle tra le protagoniste azzurre.

Intanto godiamo di questi consigli della “Schiavo” sull’importanza del gruppo (dicevamo?).

Capitolo Slovacchia. Non c’è, come anticipato, la numero uno Dominika Cibulkova. Ma nemmeno la due Kristina Kucova. Queste rinunce hanno costretto il capitano Matej Liptak a puntare su Jana Cepelova, Daniela Hantuchova, Anna Karolina Schmiedlova e Rebecca Sramkova (del cui fresco precedente con la Paolini abbiamo già detto), tutte oltre la 100esima posizione del ranking. Il nome Hantuchova ha sempre il suo fascino, ma Daniela è ormai sul viale del tramonto e da troppo tempo non piazza un risultato degno di nota. La giocatrice da “temere” maggiormente è la Cepelova, che già in passato ha battuto Flavia Pennetta e dato del filo da torcere a Roberta Vinci a Wimbledon, e anche sulla terra può rivelarsi insidiosa.

L’unico precedente tra le due nazionali risale al 2002, che si giocò in campo neutro indoor (Spagna). In quel frangente la Slovacchia si impose per 3-1 in semifinale, andando poi a vincere il suo unico titolo. Per la cronaca, in campo c’erano già Schiavone e Hantuchova, uniche “superstiti”, ed il loro match di allora fu vinto da Francesca.

In conclusione, questa sfida ci vede, forse, leggermente favoriti anche per via di superficie e fattore campo, che in Fed Cup conta e parecchio. Ma mai dire mai, i match sono sempre da giocare.

Elisa Piva

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Elisa Piva

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