“Sono molto felice, è il momento più importante della mia carriera”. E non c’era motivo di non credere alle parole di Petra Kvitova, 18 anni, visto che la sua vittoria contro Venus Williams a Memphis (2-6 6-4 6-3) era appena la sua seconda vittoria nel circuito maggiore e la prima contro una top 10. La ceca, numero 143 del mondo, aveva battuto a Parigi qualche settimana prima Anabel Medina Garrigues, ma la vittoria contro Venus Williams, numero 8 del mondo, valeva molto di più, anche perché arrivata in rimonta. Prima di allora, Kvitova aveva perso dodici dei precedenti tredici match WTA a cui aveva preso parte.
La stella di Kvitova, in ogni caso, ci mise parecchio prima di poter brillare definitivamentente. Il 2008 fu un anno particolare, visto che Kvitova andò benissimo al debutto in uno Slam, cioè al Roland Garros (quarto turno, un risultato che è riuscita a raggiungere solo altre tre volte nelle successive sette edizioni a cui partecipò), ma non ottenne altri risultati di grande rilievo. Ad ogni modo, Kvitova riuscì a chiudere l’anno tra le prime 50. Nel 2009 non salirà in classifica, ma vincerà il primo titolo (ad Hobart) e perderà la prima finale WTA della sua carriera (a Linz, fu la prima di appena sette sconfitte in finale). Nel 2010 arriverà la prima semifinale Slam a Wimbledon e nel 2011 Kvitova diventerà definitivamente una campionessa: vinse sei titoli (oltre a Wimbledon, vinse Brisbane, Parigi, Madrid, Linz e i WTA Championship) e chiuse l’anno al numero 2 WTA, tutt’ora il suo best ranking.
Dopo il 2011 sembrava che Kvitova fosse avviata a prendere l’eredità di Serena Williams. Ma tra un regno e l’altro della statunitense, ci sarà spazio soltanto per l’interregno di Viktoria Azarenka e poco altro.
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