“Finale anticipata” aveva detto qualche giornalista tedesco, scherzando, poche ore prima dell’inizio dell’incontro. Il ricordo di quello che fu il loro match di Indian Wells neppure 12 mesi fa è servito a dare una valida cartina di tornasole su quello che poteva essere l’andamento del match: il maiorchino per quasi tutto il primo set è stato messo in ombra da un ragazzino che sta procedendo a passi spediti verso i piani alti del ranking ma che ancora, alla fine dei conti, si vede fermato, un po’ dall’esperienza ed anche un po’ dalla buona sorte dello spagnolo.
Si è preso gioco Zverev, in quel frangente, dell’avversario più esperto, più “nobile”. In tribuna stampa si sprecavano i commenti su chi annotava la pochezza dei colpi dello spagnolo, inteso come profondità e pesantezza di palla, o chi faceva notare come fosse uno scherzo per Zverev montare sopra alla palla dell’avversario, a spingere ed a far male sia col dritto che col rovescio. Nei primi game, in particolare, era totalmente in balia del gioco del tedesco. Il doppio break è stato evitato anche con un po’ di fortuna, ma da lì in avanti l’impressione netta è che Zverev avesse diminuito l’attenzione sui turni di risposta conscio del fatto che il break ottenuto in apertura poteva essere portato fino alla fine. Di fatti, sul 5-4 e servizio, ha concluso con freddezza ed approfittato dell’ultimo dritto errato dello spagnolo.
Dal secondo parziale, però, la musica è cambiata. Nella crescita di Nadal spiccava soprattutto l’uso del back di rovescio nel momento in cui decideva di proporre una palla senza peso dall’altra parte della rete. Zverev è caduto nel tranello in tre momenti cruciali, due di questi nel game, il quarto, che ha spaccato in 2 la frazione. Confermato il break, lo spagnolo ha poi sempre gestito i propri turni di battuta trovando anche più soluzioni in risposta e chiudendo il set alla prima chance. L’urlo, dopo l’errore di Zverev, è sembrato più una liberazione. Il cammino era ancora lungo ma anche grazie a quella soluzione tattica ed approfittando di uno Zverev senza la brillantezza dei primi game, si manteneva attaccato nel punteggio.
Il tie-break, scenario più logico dopo un set privo di sussulti, ha regalato invece tante emozioni. Zverev a rete non riusciva a gestire la situazione, venendo passato in un paio di circostanze con rimpianti per la mancata chiusura del punto. Sul 5-5 il momento decisivo, subito dopo la chiusura del parziale per il giovane tedesco.
Il set vinto, però, invece che dargli spinta lo ha progressivamente spento. Lo Zverev perfetto dei primi game era definitivamente sparito, Nadal aveva preso, pur con qualche difficoltà, il comando delle operazioni. Ha rischiato, soprattutto sul 4-2 nel quarto set, ma il break avuto in apertura della stessa frazione gli ha consentito di non arrivare nelle fasi calde con l’acqua alla gola. E chi diceva, ad inizio match, di come lo spagnolo non avesse le armi per arrivare in fondo da vincitore, a questo punto aveva già cambiato opinione. Il nuovo break subito da Zverev nel primo game del quinto non ha fatto altro che confermare una volta di più come la sua corsa tranquilla e solida si era trasformata in una affannosa rincorsa. Nadal, nonostante tutto, ha provato a ridargli speranza con un controbreak inaspettato sul 2-1, ma in maniera altrettanto drammatica (sportivamente parlando) Zverev ha restituito tutto mangiandosi l’impossibile nel quinto game: da 40-15 ha buttato al vento 3 palle game come peggio non poteva, poi dopo uno scambio di 37 colpi il fisico ha chiesto il conto, bloccando la gamba sinistra. Il trainer non è servito a nulla e la partita, per lui, è finita su quello scambio che ha infiammato tutto il pubblico, fatto sobbalzare anche qualcuno qui che ha mimato Hulk quando tira i muscoli, ma è stato l’ultimo lampo di Zverev.
Nadal tira il fiato e si esalta: una vittoria come ai vecchi tempi, nonostante le condizioni siano nel complesso abbastanza inferiori ai suoi standard, non può che dargli speranza per il futuro del torneo. Per il secondo Slam di fila il maiorchino approda così al quarto turno. Sembra un dato irrisorio pensando al giocatore di qualche anno fa, ed invece è pura realtà. Tra lui e la possibile rivincita contro Milos Raonic (dopo la sconfitta di Brisbane ad inizio stagione) uno tra Gael Monfils e Philippe Kohlshchreiber, giocatori contro cui ha un bilancio complessivo di 26-3. Poteva andare peggio.
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