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Potresti parlarci della tua decisione di iniziare a lavorare con Carlos Moyà, e per favore, su cosa è stato a farti prendere questa decisione, e a farti capire che era qualcosa che potevi fare?
Beh, Carlos, dopotutto, è un mio buon amico. Abbiamo parlato spesso. Ho un grande rapporto con lui.
Sai, in dicembre, quando abbiamo saputo che aveva concluso la collaborazione con Milos, abbiamo parlato con lui, io e mio zio. Per me è stata un’ottima scelta, no? Lo conosco molto bene. So che vuole il massimo da me. Conosce il mio carattere e il mio gioco. Potrebbe essere un aiuto per me ma allo stesso tempo per il team, per il resto del team; avere qualcuno come lui in squadra è una cosa che fa piacere: avere delle buone persone nel proprio team è un’ottima cosa. Carlos è una persona che ama questo sport, e che conosce il mio tennis molto bene.
C’è una ragione in particolare per cui il momento più giusto per assumere Carlos sia arrivato ora? Perchè non qualche anno fa?
Le cose succedono e non le puoi prevedere. Non si può sapere prima se sarà o meno il momento giusto. Si prende una decisione.. Io non sono una persona che prende le decisioni così (schiocca le dita). Ho bisogno di parlare.
Sopra ogni cosa, come sai, c’è stato mio zio che è anche il mio coach. Lui è una persona che è stata fondamentale per la mia carriera, del resto ho dovuto parlare anche con lui prima di fare una di queste scelte. Non potrò mai prendere una decisione come questa senza sapere se a Toni farebbe piacere. Prima di tutto la mia stabilità è importante. Se Toni è contento con chi…. Sono felice per questa decisione, anche. Lo sono tutti perchè Carlos è un amico anche del mio team. Lui conosce tutti i membri del mio team perchè la mia squadra è la stessa da quindici anni a questa parte. Sì, questo è solo l’inizio, ma è stato molto più semplice in questo modo cominciare.
Molte persone credono che le tue chances maggiori per vincere uno Slam siano al Roland Garros.Sei venuto qui credendo di poter vincere sette match in due settimane, su una superficie dura?
Non lo so, non lo so. Davvero non mi preoccupa perchè non penso a questo ora. Sto pensando al primo giorno e ad allenarmi ogni volta. Non puoi dire se sono pronto per questo o per quell’altro, vediamo. L’unica cosa che posso dire è che mi sto allenando bene. Mi sto godendo ogni allenamento. Mi sento pronto per competere fin dall’inizio, questo sì, ma non si sà mai cosa possa succedere.
Se non ti senti in grado di vincere il titolo, quale risultato ti soddisferebbe?
Sono qui per godermi questo momento, sono tornato nel tour dopo un po’. Ad essere sinceri, dopo il Roland Garros, l’unico torneo che ho giocato in buone condizioni, ma comunque non al 100%, sono stati gli US Open.
Perchè alle Olimpiadi, che è un grande evento, avevo avuto ancora dolore al polso, con la lesione che non era ancora guarita. Difficile giocare in queste condizioni, no? Ho giocato perchè non mi volevo fermare di nuovo. Ho voluto provarci. Sono andato a Pechino e a Shanghai con ancora troppo dolore e così, durante gli ultimi sette mesi, ho giocato solo qualche incontro. Questa è la realtà. Gioco ancora a tennis perchè sono felice di quello che faccio.
Come ho detto un paio di mesi fa, se non mi fossi sentito competitivo, e in grado di lottare per ottenere dei risultati negli ultimi dieci anni, mi sarei già dedicato alla pesca o al golf.
Bisogna essere onesti nel valutare tutto questo. Se sono qui è perchè ci credo ancora, come a Rotterdam, ad Acapulco, Indian Wells, Miami e al Roland Garros. Non lo so. Posso combattere ancora per le cose che mi motivano.
Riesci a immaginare che un tempo i giocatori nemmeno avevano una squadra? Vilas e Borg erano accompagnati solo dal proprio coach. McEnroe nemmeno questo. Puoi immaginare come potrebbe essere ritornare a quel periodo?
Due diverse epoche storiche, no? Credo che uno abbia bisogno di stare bene con quello che ha. Io non sono una persona complicata. Sai, è vero che ora ho un team numeroso, ma bisogna chiedersi se mi trovo meglio con questo o con quell’altro. Nonostante sia una persona a cui non piacciono i grandi cambiamenti, che si deve trovare a proprio agio, ho un team numeroso. La cosa più vera è che ho lo stesso team da quando ho iniziato, no? Ora c’è Carlos, ma non è come aver cambiato tutto al 100%. Carlos è una persona con cui mi sono allenato molto da quando avevo quindici anni fino a quando non si è ritirato. Negli ultimi anni ci siamo allenati quando eravamo a Maiorca, o due anni fa, quando ho giocato di nuovo con lui. Non mi sembra un grosso problema, no? Lui vive vicino a casa mia, a Maiorca. Ogni tanto ci aiuta anche con l’Accademia; un’altra cosa per essere contenti di averlo. Per l’Accademia è davvero importante avere una persona come Carlos che può dare un grande contributo, sia a noi che ai ragazzi.
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