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Lucic Baroni, quelle lacrime ora sanno di gioia

In quel segno della croce, in quell’urlo, in quelle braccia che esultano, in quell’inginocchiarsi sul blu della Rod Laver Arena dopo l’ultimo punto contro Karolina Pliskova c’è tutta la passione che Mirjana Lucic Baroni ha sempre riversato nel tennis. Anche ora, che gli anni sono ormai 35, e di vicende personali drammatiche ne sono capitate a non finire, eccola sfoderare quel sorriso che il padre ha provato in tutti i modi a toglierle.

Era forse difficile pensarlo, ma la croata è di nuovo in semifinale in un torneo Slam, ormai 18 anni dopo l’ultima volta. Era il 1999 ed a Wimbledon aveva eliminato Monica Seles e Nathalie Tauziat quando non era ancora maggiorenne, prima di essere fermata da Steffi Graf, colei che appena 2 anni prima, a Strasburgo, durante la cerimonia di premiazione disse dell’allora quindicenne Lucic, appena sconfitta: “Io a 15 anni non ero così forte…”. Lucic però nascondeva un terribile segreto: il padre ed allenatore Marinko Lucic,x atleta olimpico nella specialità del dechatlon, la picchiava violentemente fin dall’età di 5 anni, da quando aveva cominciato a giocare. Voleva che la figlia fosse perfetta e non accettava che perdesse. Per farglielo capire, però, le metteva le mani addosso.

La storia ci insegna che non è l’unica capitata in mezzo a vicende così pesanti, perché solo per rimanere nel tennis si ricordano gli esempi di Jelena Dokic o Aravane Rezai. E come nel caso dell’australiana (ma di orgine croata anche lei), la rinascita definitiva è arrivata all’Australian Open. Nel 2009 Jelena eliminò in successione Tamira Paszek, Anna Chakvetadze (n.17), Caroline Wozniacki (n.11) e Alisa Kleybanova (n.29) prima di perdere da Dinara Safina. Lucic Baroni ha avuto la meglio su Qiang Wang, Agnieszka Radwanska (n.4), Maria Sakkari, Jennifer Brady e Karolina Pliskova (n.5).

Classe 1982, l’unico incontro vinto da queste parti in 16 precedenti uscite risaliva al 1998, quando eliminò al primo turno Rennae Stubbs prima di perdere dalla connazionale Iva Majoli. Di colpo, non solo ha spezzato la maledizione ma si spinge anche così in alto come mai le era successo da quando nel 2009 decise per il rientro dopo quasi 7 anni di inattività. Proprio Stubbs, oggi, è stata la prima a congratularsi con lei al momento della intervista post-partita contro Pliskova: “Prima di oggi avevi vinto solo una partita qui, nel 1998… E la vincesti contro di me! Lasciami dire che sono tremendamente felice per te”. Rientrare, per di più dopo tutto quel tempo, sembrò una follia. La Lucic che però in una notte di luglio appena dopo quella semifinale a Wimbledon e grazie, si racconta, anche all’aiuto di Goran Ivanisevic, scappò dalla Croazia assieme alla madre per liberarsi di quel mostro che viveva nella sua stessa casa, ora è sparita: “Sono una persona che ha ricominciato sapendo dove era arrivata e consapevole anche di quello che ha passato, questo è il giorno più bello della mia vita, ora mi sento felice”

La scelta di fuggire fu dovuta a causa dalle minacce del padre che nel tempo si erano fatte sempre aggressive ed avevano preso come obiettivo Andelka, la mamma di Miriana. Fuggirono negli Stati Uniti per mettere un po’ di distanza dal loro incubo, ma non servì a placare Marinko, che meditava vendetta per la fuga sotto il naso e li minacciò al punto di accennare a “sequestri ed omicidi”.

Nei primi mesi Lucic ha provato a continuare a giocare, ma il padre si era rifatto vivo. Non in forma fisica, ma tramite i legali della IMG, l’agenzia che ne curava i diritti. L’accusa era l’assunzione abusiva di farmaci. La vicenda legale andò avanti per anni, tanto da ridurla sul lastrico. Non è ancora certa la figura del padre dietro questa vicenda, ma la voce è sostenuta da tantissime fonti vista anche l’enorme influenza che aveva. Per pagare gli avvocati non ebbe più soldi per permettersi di giocare: il piano di Marinko era riuscito.

Mirjana riuscì finalmente a venir fuori da tutto questo e trovò la forza per tornare in campo e ricominciare da zero. Tutti tornei ITF finché non riuscì a rientrare nelle 100. Nel 2011 il sibolico addio alla sua vita precedente col matrimonio con Daniele Baroni, l’imprenditore italo-americano che gestisce un ristorante italiano a Sarasota. Da bambina prodigio era diventata una persona come tutte le altre.

“Perché ho ricominciato? Volevo una nuova chance, speravo di averla e di farmi trovare pronta”. Negli ultimi anni sono arrivate due vittorie Slam tra US Open 2014 e Roland Garros 2015 contro Simona Halep, ed un titolo WTA a Quebec City battendo Venus Williams. Infine, qui a Melbourne, la gioia enorme della semifinale da quel lontano 1999 con in mezzo un successo sulla numero 3 del mondo Agnieszka Radwanska e sulla numero 5 Karolina Pliskova, una delle grandi favorite alla vittoria finale. Non è mai troppo tardi per ricostruirsi una carriera, neppure a quando ormai l’orologio biologico segna i 35 anni.

Diego Barbiani

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