Hai avuto un po’ di tempo per renderti conto di quello che hai fatto, oppure ti sembra ancora impossibile?
Non mi sembra vero. Battere Novak in cinque set, sai, è stata una grande vittoria. Sono molto stanco. Non mi aspettavo di fare ciò che ho fatto in campo. Mi è piaciuto il modo in cui ho gareggiato. Cioè… Mi sento solo stanco. Non pensavo di vincere contro il numero due del mondo (sorride).
Prima del match hai pensato di poter avere una chances?
In realtà, se non pensi di avere una possibilità, di non avere una chances scendendo in campo, sai…. Certo, ho lavorato duramente per cercare di dare il massimo.
Se qualcuno prima del torneo ti avrebbe detto che avresti battuto Novak Djokovic, cosa gli avresti risposto?
Gli avrei detto, sei pazzo o cosa? Specialmente nel quinto set, sicuramente. Per me, sarebbe stato impossibile pensare di tener duro cinque set con Novak, sia fisicamente che mentalmente.
C’è stato un momento oggi in cui hai realizzato che potevi davvero farcela? C’è stato un momento preciso del match?
Penso che questa sensazione l’abbia avuta una volta terminata la partita (ride). Perché con Novak non si sa mai. Anche sul 40-0 o sul 40-15 col servizio non lo puoi mai sapere. Devi rimanere concentrato fino alla fine.
Novak ha detto che il match ha iniziato a girare verso l’inizio del quarto set. Non sei d’accordo?
Lui ha molta esperienza in questo tipo di incontri. Forse lo si avverte, ma come dico, ho solo giocato provando a vincere.
Hai avuto due set point per andare avanti due set a zero, e non li hai sfruttati. Come hai fatto a mantenere la calma senza scoraggiarti?
Non ho pensato a quei set points. Cioè, lui stava servendo e ha servito due volte sulla riga, per cui non potevo fare nulla di più. Voglio dire, la prima ero riuscita a intercettarla, ma la seconda non l’ho neanche presa. Non ho pensato neanche ai set points. Ho cercato solo di giocare.
Tua madre è stata il tuo coach per anni. Puoi parlarci di quest’esperienza, e della parte più complicata dell’avere come allenatore la propria madre?
Penso che non sia stato difficile. Quando a far parte del tuo team è la tua famiglia, è grandioso. Sono stato fortunato ad essere allenato da mia madre. E il fatto di non aver dovuto pagare un’altro coach è stata una parte altrettanto buona (ride). Devo tutto a mia madre, quindi. Voglio dire, siamo stati molti anni assieme. Abbiamo un buon rapporto, c’è sintonia su ogni cosa.
Ho letto che hai avuto un incidente automobilistico nel 2001 e i dottori ti avevano detto che forse non saresti riuscito a tornare a giocare dopo una frattura alla gamba.
Cosa ti è passato nella testa dopo che ti hanno detto una cosa del genere?
Non hanno detto che non avrei mai potuto giocare, ma non pensavano nemmeno che avrei potuto ricominciare a farlo. Voglio dire, fu un grave incidente. Ma devo ringraziare mia mamma che ha sempre creduto in me. Mi ha sempre detto di tenere duro e di allenarmi.
E cosa ti ha detto dopo il match di oggi?
Ha detto “Ottimo lavoro!” (sorride).
Novak Djokovic ha dominato questo sport negli ultimi anni. Tra voi giocatori, avete percepito il suo calo in termini di gioco rispetto a quei tempi? Cosa gli manca ora per ritornare a quei livelli?
Voglio dire, forse oggi non era al meglio. Ma è ancora molto bravo e aggressivo. È il livello di tutti gli altri a crescere. Tutti i giocatori lottano, anche per Roger e altri giocatori non è facile vincere, ad esempio con giocatori della top 30. Anche contro i giovani, ad esempio, non è semplice.
Sei l’atleta più popolare in Uzbekistan o ci sono altri come te?
Forse ora lo sarò un po’ di più (sorride). Ma non è che sia una superstar nel mio paese. Vivo a Mosca da dieci anni ormai, non vado troppo in Uzbekistan. È ovvio che se gioco in Uzbekistan mi riconoscono tutti.
Prima di oggi, qual era stata la tua vittoria più bella?
Penso con David Ferrer, a Indian Wells. Ho battuto anche Wawrinka a Wimbledon. Per me si trattavano delle migliori vittorie fino ad oggi.
In Uzbekistan non sarai una star, ma in Italia sei famoso perché hai giocato dieci volte con Seppi di cui cinque al quinto set.
Sì, mi piace giocare con Andreas, sopratutto nei tornei dello Slam. Sono stato fortunato a non incontrarlo qui al primo turno.
Non sei sorpreso che abbia battuto Kyrgios?
Penso abbiano giocato l’anno scorso o due anni fa ed era stato un altro match in cinque set. Penso che Nick sia un giocatore molto bravo, anche Andreas… Mi fa piacere per Andreas.
Come sarà mettere alle spalle tutte le emozioni di una vittoria come questa e riuscire a prepararsi per il prossimo incontro? Sarà complicato?
Prima di tutto, avrò bisogno di recuperare un po perché è stato un match di cinque ore. È molto, e a questo livello è dura. Ora non devo più pensare alla vittoria e concentrarmi sulla prossima partita.
In quale modo ti sei preparato a questo match?
Mi sono preparato come sempre, a volte naturalmente hai delle sensazioni migliori di altre, il fisico deve reagire. Oggi tutto andava bene, fisicamente, emotivamente, nel mio gioco, con la resistenza. Mi sono preparato come ogni altro incontro, come sempre.
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