A. Zverev b. R. Federer 7-6(1) 6-7(4) 7-6(4)
Le forti emozioni dell’atteso rientro si sono placate, i lacrimoni hanno lasciato solo una vaga traccia di sale sulle nostre guance. Oggi si torna alla normalità e il (Re)divivo Roger affronta un test ben più probante del volenteroso e collaborativo Daniel Evans. Nella quarta giornata della Hopman Cup la squadra svizzera fronteggia la Germania di Alexander Zverev e Andrea Petkovic, sconfitta dalla Francia nel precedente incontro solo al doppio decisivo.
La gran prima palla di servizio e i violenti colpi dal fondo del diciannovenne tedesco numero 24 ATP, secondo Nadal uno dei giovani migliori, ci diranno probabilmente qualcosa di più fondato sulle reali possibilità per lo svizzero di essere competitivo nel corso dell’intera stagione tennistica. I due precedenti sembrano raccontare una storia al contrario. Zverev ha perso il primo incrocio sulla terra di Roma ma ha reagito da duro e si è preso una sapida vendetta imponendosi sull’erba di Halle, storico feudo di Roger.
Roger vince il sorteggio, serve per primo e le sensazioni sono subito buone. La diagonale rovescia regge contro l’ottimo colpo omologo del tedesco, la battuta funziona come potenza ma soprattutto piazzamento, gambe e riflessi ci sono. Ma c’è anche un giovanotto oltre la rete che mostra ben poca reverenza, com’è giusto che sia. Zverev affonda i colpi con convinzione e il punteggio inizialmente non si schioda dalla parità. Poi nel sesto gioco il tedesco si distrae sul 40-15 e commette un paio di ingenuità tattiche. L’ultima, un attacco suicida sul dritto più forte del mondo, gli costa il break. Come contro Evans Federer fatica a confermare, fronteggia tre vantaggi esterni ma ne esce con due servizi vincenti e un ace prima di salire 5-2. Zverev getta la racchetta a terra ma è solo carattere, ha il merito di crederci ancora e colpendo sempre più forte e riesce a rientrare sul 5-4. L’incontro si trasforma in una gara a chi tira più forte, Roger rifiuta di perdere campo, stecca qualcosa e nel tie break cede di schianto con due doppi falli e un facile dritto d’attacco largo.
Lo svizzero è visibilmente contrariato e non riesce a concretizzare un goloso 15-40 sul servizio avverso nel primo gioco del secondo set. Si gioca a mille all’ora e il tedesco è perfettamente nel suo elemento, mentre Federer con testardo orgoglio cerca poche variazioni preferendo litigare con l’occhio di falco. Comunque il campo non mente, è un incontro vero, Zverev conduce con pieno merito e si prosegue sul filo dell’equilibrio. Il rovescio avversario martella costantemente, quello di Roger traballa anche perché lui rifiuta lo slice ed è ancora tie-break. Alex paga un passaggio a vuoto, va sotto 2-4, poi 3-5 e stavolta deve cedere. Dopo un’ora e mezzo abbondante di battaglia nulla è ancora deciso.
Roger va sotto 15-40 nel terzo gioco, si salva con dritto e servizio e la rissa continua. Il tedesco serve costantemente sopra i 200 kmh, è inavvicinabile sui propri turni e gli aces fioccano. Sono già 16 poco oltre la metà del terzo set. Federer potrebbe essere il primo primo a cedere in questo braccio di ferro, due errori di dritto e una stecca rovescia valgono il 40 pari nel nono gioco poi un miracolo di Zverev sotto forma di passante lungolinea lo porta a palla break. Roger annulla e riesce a tenere.
Il tedesco fatica meno in battuta, nel terzo ha perso finora solo quattro punti e così si arriva all’ennesimo sei pari. Lo svizzero inizia al servizio, due mini break inizialio non cambiano nulla ma la palla pesante di Zverev scava il solco definitivo per il 7-4 definitivo.
Si è trattato comunque di un deciso passo avanti perché il ritmo dell’incontro è stato molto serrato. Ora Gasquet.
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