Raccontaci il primo impatto che hai avuto col nostro sport.
”Fin da ragazzino il tennis ha rappresentato il mio sport preferito. Mi ci sono avvicinato d’impulso ed il feeling è stato immediato. L’ho vissuto agonisticamente arrivando fino alla 2.a categoria frequentandolo poi nella mia nuova veste di organizzatore con lo stesso trasporto”.
Quando hai capito che poteva diventare un lavoro?
”Vedendo che il mio entusiasmo poteva dar vita ad eventi in grado di promuovere questa splendida arte dinamica e contemporaneamente rappresentare una fonte di arricchimento professionale
Spiegaci cosa fai nel mondo del tennis.
”Sono principalmente impegnato nella veste di organizzatore di eventi e nel marketing legato al settore. Ho inoltre intrapreso da circa un anno la via dell’editoria attraverso la realizzazione di un giornale tematico (anche in questo caso mi occupo della raccolta pubblicitaria e del marketing) che prende il nome di Tennis Web Magazine. Un’iniziativa che viaggia di pari passo con quella legata al mondo del triathlon, specialità sempre più emergente nella nostra Penisola, dal nome Triathlon Web Magazine”.
Ti stai occupando di un progetto con Adriano Panatta raccontaci di cosa si tratta e dove si possono trovare notizie ulteriori.
”È un progetto di promozione del tennis di base che prende il nome di “Tennis in Tour” e prevede 10 stage gratuiti aperti principalmente ai giovani di età compresa tra i 6 e i 15 anni. Adriano Panatta è in campo a dispensare consigli e supervisionare i partecipanti che partecipano gratuitamente alla giornata. Anche al circolo ospitare la tappa non costa nulla. Le prime due si sono già svolte in Liguria, al TC Gli Ulivi di Toirano e al TC Diano Marina ed hanno visto la presenza entusiastica di oltre 200 ragazzi. I prossimi appuntamenti il 13 gennaio al Monviso Sporting Club di Grugliasco ed il 14 a Saronno”.
Come è nata l’idea di questa iniziativa?
”Ha preso forma dalla mia passione per il mondo della racchetta e dalle precedenti esperienze accumulate in carriera come organizzatore. Ho portato sui campi e nei circoli italiani molti dei giocatori che hanno fatto la storia recente del tennis azzurro. Lo ritengo un progetto vincente e coinvolgente perché tocca le emozioni che il grande giocatore sa suscitare nella gente, di qualsiasi livello tennistico si parli e a qualsiasi livello appartenga”.
Segui giocatori senior o giovani?
”Non professionalmente”.
Negli ultimi anni si vuole modificare il regolamento del tennis tipo eliminazione della seconda palla o del net su servizio cosa ne pensi?
”Sono un purista in tal senso. Ritengo che le regole base del tennis non vadano stravolte, a meno che non si tratti di esibizioni. Se lo facessimo non potremmo più paragonare i talenti sommi delle diverse generazioni perché le rispettive prestazioni dovrebbero essere valutate in modo completamente diverso. È altresì vero che a volte un match dura troppo e televisivamente parlando ciò non collima con l’ormai canonico mordi e fuggi. Il vero appassionato credo voglia vedere il tennis immutato ed immutabile, così come è stato scritto da molti campioni e molte rassegne che li hanno ospitati”.
La quasi completa scomparsa del serve and volley a cosa la riconduci?
”Alla standardizzazione dei metodi delle scuole, al cambiamento di attrezzatura e alla sempre maggior fisicità dei protagonisti. Il fatto che sia diventato più difficile adottare questa tattica non giustifica però che molti giocatori, anche di alto livello, non sappiano bene cosa fare in prossimità della rete. Qui ci sono evidenti lacune di base. E’ molto più facile mettere due emergenti a fondo campo e farli tirare a tutto braccio che insegnare loro l’arte del back, degli effetti, dell’attacco in controtempo. Anche oggi tutto questo è possibile”.
Tathiana Garbin sarà il nuovo capitano della Fed Cup. Che ne pensi?
”È stata una giocatrice di alto livello ed ha vissuto in prima persona le emozioni della Fed Cup. Pertanto può dare alle sue giocatrici indicazioni utili in materia. Vive inoltre quotidianamente il tennis in rosa conoscendone alla perfezione le sue protagoniste, anche emergenti. In chiave futura potrà essere un’arma in più per tornare con l’Italia a recitare un ruolo di primo piano nella competizione”.
Adamo Recchia
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