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La tensione prima della grande finale. Federer e Nadal si nascondono

MELBOURNE. Roger Federer contro Rafael Nadal, meno uno. La giornata di avvicinamento alla grande finale dell’Australian Open ha vissuto su ritmi ben diversi rispetto alla tradizione. Niente interviste pre-finale, come di norma capita, ma soprattutto niente allenamenti aperti al pubblico.

Verso mezzogiorno un gruppetto di giornalisti si è radunato attorno al desk della stampa in attesa che arrivassero gli organizzatori per portarli sulla Margaret Court Arena, luogo dell’allenamento di Federer. Arrivati sul campo, tempo un paio di minuti e sono arrivati gli steward a dire che non era possibile rimanere perché lo stesso svizzero ha preteso che il tutto si tenesse a porte chiuse, lontano dalle telecamere (oscurate, infatti, quelle delle televisioni sopra ogni desk della sala stampa) e dai giornalisti che sono stati fatti uscire, assieme ad Ivan Dodig e Sania Mirza, precedentemente in campo per il riscaldamento. Fatto però ancora più inusuale, Rafael Nadal non ha comunicato a nessuno l’ora ed il luogo del suo allenamento, tenutosi verso le 13 all’oscuro persino della tabella con tutti gli orari di allenamento.

Pretattica? Ci vogliono nascondere qualcosa? Federer ad esempio parlava, subito dopo il match contro Stan Wawrinka, di un problema all’adduttore. Non possiamo saperne di più proprio a causa di questo divieto che ci ha impedito di verificare come stava. Per Nadal la situazione è un po’ più “tranquilla”, nel senso che ieri sera ha giocato 5 ore e per alcuni giornalisti in sala stampa è apparso molto provato in conferenza stampa. L’ipotesi che non volesse neppure forzare, ma fosse solo un’ora per così dire defaticante, è più che una remota idea.

Non c’è stato neppure modo di chiedere qualcosa, perché come detto i due non hanno fatto la tradizionale conferenza stampa pre-finale, dunque possiamo dire che si brancola nel buio. Gli stessi giornalisti svizzeri o spagnoli, che generalmente hanno in mano informazioni fresche perché riescono a rintracciare i rispettivi allenatori ed a fare qualche domanda sullo stato di forma dei giocatori, oggi non hanno saputo dire nulla.

C’è tensione, oltre che un’attesa già a livelli massimi. Gli organizzatori hanno annunciato che apriranno al pubblico anche la MCA. Il flusso di gente pare possa avere pochi precedenti: una finale tra Federer e Nadal, 6 anni dopo l’ultima ed in questo particolare momento storico, ha un richiamo ancora più alto che tutte le precedenti, forse anche più che Wimbledon 2008. Stavolta non ci sarà in palio il numero 1, ma forse qualcosa in più e quando le strade di questi due fenomeni si incontrano è sempre un evento straordinario. Tutti dentro la MCA dunque con un biglietto da 30 dollari australiani, o se qualcuno vorrà farlo potrà prendere quei (pochi) biglietti che aziende di ticket online stanno rivendendo alla modica cifra di 2000 dollari. Verranno poi installati altri 3 maxi schermo tra Garden Square (l’entrata principale del torneo, esattamente di fronte alla Rod Laver Arena) e Federation Square (appena fuori dall’impianto, dopo la passeggiata a nord dello Yarra, dove normalmente si tengono i concerti). La novità ulteriore, però, è un terzo maxi schermo che dovrebbe essere posizionato lungo il ponte appena inaugurato che collega l’impianto proprio alla passeggiata.

Normalmente, in un torneo Slam, se arrivassero in finale la testa di serie numero 9 e numero 17 si penserebbe all’andamento imprevedibile. Stavolta invece ci sono Federer e Nadal, due che si rispettano a tal punto di definirsi l’uno grande fan dell’altro. Cresciuti sportivamente insieme, nonostante i cinque anni di differenza, e protagonisti di alcune delle più belle partite almeno degli ultimi 20/30 anni. Sarà un piacere rivederli domani l’uno contro l’altro. Senza tifo, solo per il piacere di vedere cosa è cambiato dall’ultima volta in cui un loro match valeva un titolo Slam. Ne è passato di tempo…

 

Diego Barbiani

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