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Hai realizzato 19 ace, hai fatto colpi vincenti ma è sembrato di vedere anche qualche tua incertezza…
Il campo oggi era molto veloce. All’inizio col servizio ho avuto alti e bassi, una cosa che mi ha molto sorpreso perché alla Hopman Cup invece avevo servito molto bene. Penso che si è trattato di una questione di nervi, all’inizio del match ero molto nervoso. Non è stato così facile come mi ero immaginato prima di entrare in campo, ho dovuto lottare un po’ prima di trovare il ritmo adeguato. Poi ricordi a te stesso quante volte non è stato facile giocare il primo turno di uno slam. Del resto Melzer è un ex top player, gioca sia in difesa che in attacco e una volta a Monaco mi ha battuto: quindi sapevo che non sarebbe stato semplice. Alla fine comunque sono contento di come è finita, che è la cosa più importante.
Mai eri ritornato a giocare dopo una così lunga pausa. Cosa hai provato?
Un momento speciale è quando si entra in campo. Poi quando ti procuri il match point, mentre lo giochi e alla fine lo realizzi: penso che questi tre momenti rendono speciale il ritorno alle gare. In fondo mi era successo così anche l’anno scorso quando ho giocato a Montecarlo dopo una prima pausa dovuta agli infortuni. Ho provato questa esperienza due volte anche se certamente quest’ultima è stata un po’ più particolare data la lunghezza dello stop. Sì, è stata una cosa grandiosa essere oggi lì in campo.
Se avessi giocato con il sole sarebbe stato peggio per te?
No, perché? Non sarebbe stato assolutamente un problema per me. Mi sento pronto e sto bene, posso giocare in qualsiasi condizione.
Conosci il tuo prossimo avversario, Rubin? Sai qualcosa del suo gioco?
Quasi nulla. So che è un giocatore di fondocampo, che scambia molto e questa penso non sia una cosa negativa per me affrontare qualcuno che non sia un grande battitore ma in ogni caso in uno Slam devi essere pronto ad affrontare qualsiasi tipo di tennista.
Qual è stato il sentimento che hai provato subito dopo il match? Soddisfazione? Sollievo?
Ero felice, davvero troppo felice di aver vinto ed essere stato la fuori. Giocare contro Jurgen è stato bello, ci conosciamo da quando abbiamo 16 anni: abbiamo giocato insieme in doppio all’Orange Bowl. Poi è stato bello parlare alla folla dopo la partita, stare in campo e far parte di questo torneo.
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