John Donald Budge, per tutti semplicemente Don, dopo anni di trionfi tra i dilettanti decise di passare tra i professionisti a 24 anni. Statunitense di Oakland, Budge era stato il numero 1 del mondo nei due anni precedenti e da quattro era stabilmente in top 10. Era ora di darsi al professionismo, dove i guadagni erano maggiori e la concorrenza più spietata. Il suo debutto nel circuito fu memorabile. Il 3 gennaio 1939 al Madison Square Garden di New York, davanti ad oltre sedicimila spettatori, sfidò Ellsworth Vines, l’allora re del tennis professionistico. Don vinse facilmente, col risultato di 6-3 6-4 6-2, segnando il primo successo di una serie che finì per vincere 21 a 18. Le serie head to head erano all’epoca considerate alla pari dei tornei e Budge ne era uno specialista. A fine partita Alice Marble, tennista statunitense che vinse quattro volte gli US Open, si rivolse al pubblico dicendo che aveva appena assistito ad un tennis sopraffino, che non si vedeva da nessun’altra parte. Il pubblico, indispettito per la velocità della partita, le rispose fischiandola.
La statura imponente, il servizio potentissimo, un rovescio meraviglioso e una classe innata, fecero di Budge uno dei più forti giocatori della sua epoca. Tra i professionisti vinse altri quattro Major, fino a quando nel 1942, lo Zio Sam lo chiamò alle armi. Una ferita alla spalla mai completamente guarita accelerò il suo declino dopo la guerra: giocò fino ai 39 anni con fortune alterne, lasciando lentamente spazio alla nuova generazione che avrebbe dominato il gioco negli anni ’50 e ’60.
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