[WC] D. Istomin b. [2] N. Djokovic 7-6(8) 5-7 2-6 7-6(5) 6-4
MELBOURNE. Incredibile a Melbourne Park: la wild card uzbeka Denis Istomin è protagonista dell’upset più grande probabilmente dai tempi di Robin Soderling al Roland Garros 2009. Numero 119 del mondo, ha eliminato in 5 set il 6 volte vincitore dell’Australian Open Novak Djokovic, campione qui nel 2008, nel 2011, nel 2012, nel 2013, nel 2015 e nel 2016.
È anche il primo successo dell’uzbeko contro l’ex numero 1 del mondo dopo 5 sconfitte in cui aveva vinto solo un parziale. Djokovic, al contrario, non perdeva così presto in uno Slam da Wimbledon 2008, ormai 9 anni fa. È la caduta di un re, un tonfo rumoroso e che lascerà diversi strascichi.
Tanti i punti deboli del serbo oggi, a cominciare da una risposta mai sugli standard almeno accettabili a cui ci aveva abituato. Per non parlare poi dei problemi durante lo scambio, degli errori (una marea), del nervosismo affiorato fin dal primo interminabile game di battuta, durato 17 minuti. Chi poteva aspettarsi che quello potesse essere il segno premonitore di una delle giornate sportivamente peggiori della sua carriera? Invece Istomin ha meritato ogni punto del suo incredibile successo, trovando per primo il vantaggio con un break sul 3-3 e non perdendosi d’animo quando ha visto il serbo rientrare e salire 4-1 nel tie-break (prima) e quando ha mancato i primi 2 set point sul 6-5 e 7-6, cogliendo 3 punti di fila (2 in risposta) dal 7-8.
I demeriti di Djokovic, nella circostanza, erano tanti. Tutti a rispecchiare una prestazione nel complesso totalmente negativa. La partita si era complicata molto più del previsto e dall’altra parte della rete c’era un avversario che non arretrava di mezzo centimetro, colpendolo a ripetizione con entrambi i fondamentali. Istomin nel secondo parziale è rimasto molto solido al servizio e sul 5-4 ha trovato i 2 set point che potevano già incanalare il match verso trame certo impronosticabili alla vigilia. Si è salvato, e bene, Djokovic, che in quel frangente ha avuto l’unico guizzo da campione vincendo 12 degli ultimi 14 punti giocati per approdare alla terza frazione. Il serbo, sul punto che ha dato il game del 2-1 all’uzbeko, si è sentito tirare il quadricipite sinistro ma non c’è stato bisogno del medical time out.
Nel terzo set, come detto, entrambi hanno tirato il fiato e questo ha permesso a Djokovic di comandare, pur senza esaltare. Le fatiche si sono subito ripresentate ad inizio del quarto, quando Istomin ha ripreso coraggio e precisione e si è conquistato un nuovo break.
Il rientro di Djokovic faceva presagire una conclusione ormai prossima, invece l’uzbeko ha dominato il tie-break e servendo un ace sul 6-5 che gli ha aperto le porte della frazione decisiva. Al quinto il break è giunto sul 2-2, con un nuovo game da avanti tutta. Istomin, ormai, era tornato a colpire vincenti a raffica e non ha mai dovuto fronteggiare chance di riaggancio nonostante tutta la pressione del mondo sulle sue spalle. Aiutato da un Djokovic che non è riuscito a mettere una marcia in più, sul 5-4 ha comunque servito molto bene fino alla prima centrale che gli ha regalato la vittoria più bella della carriera in un torneo in cui non avrebbe neppure dovuto giocare: se è qui, è grazie agli organizzatori che gli hanno offerto una wild-card. Al prossimo turno, l’uzbeko troverà Pablo Carreno Busta, oggi vincitore in 3 set su Kyle Edmund.
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