[8] S. Kuznetsova b. J. Jankovic 6-4 5-7 9-7 (Ciro Battifarano)
Sulla Hisense Arena aprono il programma di giornata Svetlana Kuznetsova e Jelena Jankovic. Entrambe classe 1985, sono state protagoniste della scena WTA della seconda metà del primo decennio del millennio. Kuznetsova, con il suo tennis completo e vario, capace di picchi assoluti – due i successi nei tornei del Grande Slam più altre due finali – , di maratone epiche, ma anche di momenti di buio improvviso, spesso tradita da un carattere troppo fragile. Jankovic forse con qualche colpo in meno nel cannone, ma infinitamente volitiva e determinata: un Major in bacheca non è riuscita a metterlo, al massimo ha raggiunto una finale, ma per 18 settimane è stata numero 1 del ranking. Da qualche anno l’anagrafe ha iniziato a presentare il conto ma, mai dome, sono rimaste lì in cerca di una seconda giovinezza. La russa l’ha trovata lo scorso anno, tornando in top ten dopo 6 anni ed issandosi ad un passo dall’ultimo atto delle Finals. La serba, che negli ultimi due anni è stata tormentata da problemi alla spalla ed è precipitata al numero 54 delle classifiche, a novembre, forse ispirata dalla sua collega, non ha nascosto le sue velleità di fare altrettanto. Un match di gran bel tennis da entrambe le parti, con Jankovic che si è anche vista aggressiva come non la vedevamo da tempo, e che ha deliziato per più di tre ore il pubblico sugli spalti e non. Un match in cui non sono mancati i continui siparietti di Jelena a bordo campo con il suo angolo e Svetlana a lamentarsene con l’arbitro, più per atto dovuto e quasi rassegnata.
Un match tra due combattenti vere, con la parola desistere estranea ad entrambe. Kuznetsova sembrava avere in pugno la partita, nel primo set conduceva 5-2 con due break di vantaggio, ma era costretta a chiamare l’intervento del medico per un malore. Rientrata in campo, si procurava i primi set point ma doveva fronteggiare il primo rientro in partita di Jankovic. Riusciva comunque a chiudere il parziale e si portava avanti 4-1 nel secondo. La ex numero 1 del mondo ancora una volta provava a rifarsi sotto e questa volta portava a termine la rimonta, conquistando quattro giochi consecutivi dal 5-3 e rinviando tutto al terzo set. Parziale decisivo con continui cambi di fronte: questa volta è Jankovic a mettere la testa avanti per prima e sembra aver girato la partita in suo favore. Ma questa volta la rimonta la subisce e sul quattro pari, con un doppio fallo, manda Kuznetsova a servire nuovamente per il match. La campionessa fragile non ne vuole sapere di chiudere così di fretta: con un paio di gratuiti concede la palla del contro break e, cercando di uscire dall’ennesimo lunghissimo scambio, completa l’opera con un rovescio lungo linea fuori misura. A questo punto Svetlana chiama il trainer per una vescica alla mano destra. Jankovic non protesta e ne approfitta per rifiatare, anche perché non si muove più troppo agevolmente e sembra trarne maggior giovamento. L’ultimo guizzo, però, perché con il servizio riesce a tenere fino al sette pari, ma nel quindicesimo gioco non ne ha veramente più, break Kuznetsova che va ancora a servire per il match. Sarà la volta buona e, con l’avversaria pressoché ferma, a zero, dopo 3 ore e 40 minuti, conquista gioco, set e partita. Poca roba rispetto al 16-14 e le 4 ore e 44 minuti del 2011 con Schiavone, ma questa volta con la vittoria in tasca. Al prossimo turno sarà derby contro Anastasija Pavlyuchenkova, che ha eliminato in tre set la testa di serie numero 11 Elina Svitolina.
[1] A. Kerber b. Kr. Pliskova 6-0 6-4 (da Melbourne, Francesca Cicchitti)
La tedesca Angelique Kerber, ha battuto la ceca Kristyna Pliskova 6-0 6-4 in cinquantacinque minuti. Kerber, con la gemella Karolina Pliskova, numero cinque del mondo, aveva giocato ben otto volte, cinque a tre i precedenti in favore della tedesca, mentre con sua sorella Kristyna, oggi è stata la prima volta. Tra le due giocatrici il divario in classifica è sostanzioso, Kerber numero uno, Krystina numero cinquantotto. Sulla carta la vittoria della numero uno Angelique, era praticamente scritta. La Kerber vince il sorteggio e sceglie di ricevere. Comincia così la sua volata verso il quarto turno. Gioca un primo set eccellente, sbagliando pochissimo, giocando i suo colpi migliori dritti e rovesci incrociati, diverse sono le discese a rete, e la sua avversaria inizia a non capirci più nulla, perdendo tutti i suoi turni di battuta. Il primo set se ne va in venti minuti col risultato di 6-0.
Il secondo set è un po’ la copia del primo. Comincia subito con un break della Kerber che precisa e aggressiva, cerca di non lasciare spazio alla Pliskova. Angelique comanda il gioco e la povera Kristyna, molto fallosa non riesce a esprimersi come vorrebbe. Poi qualcosa scatta nella testa della Pliskova, che recupera il break di svantaggio e tenta di mettere in difficoltà la numero uno del mondo. Purtroppo non le riesce, la Kerber è troppo solida e nonostante il recupero della ceca, il secondo set si chiude in trentacinque minuti col punteggio di 6-4.
Era la prima volta dalla semifinale di Singapore che la Kerber non vinceva una partita in due set. Con la vittoria odierna Angelique resta in gara e strappa il biglietto per il quarto turno, dove affronterà la statunitense Coco Vandeweghe.
C. Vandeweghe b. E. Bouchard 6-4 3-6 7-5 (Daniele Vitelli)
Terzo turno delle grandi occasioni, quello andato in scena come primo match di giornata sulla Rod Laver Arena tra Eugenie Bouchard e Coco Vandeweghe e vinto da quest’ultima in tre set in oltre due ore di gioco. Se da un lato la canadese è sempre alla perenne ricerca di quello stato di grazia che nella stagione 2014 l’aveva portata in semifinale nello Slam downunder, dall’altro la potente giocatrice americana, autrice dell’eliminazione di Roberta Vinci al primo turno, ha la concreta possibilità di issarsi per la prima volta nella seconda settimana del torneo.
Sin dall’inizio del primo set si palesa il gioco privo di mezze misure delle due contendenti. Eugenie cerca, infatti, ossessivamente di anticipare e angolare i colpi negli scambi da fondocampo, mentre Coco basa il suo tennis su fondamentali di inizio gioco pesanti e votati al vincente. A decidere il primo set è l’unica palla break concessa da Bouchard nell’ottavo game e persa inopinatamente a causa di un doppio fallo. La reazione della canadese arriva all’inizio del secondo set: alla prima occasione utile strappa il servizio alla sua avversaria, incappata in due doppi falli consecutivi, e si porta avanti per 3-0 e quindi 4-1, mostrando anche determinazione e solidità mentale, quando è costretta ad annullare due pericolose palle break nel terzo e nel quinto gioco. Dall’altra parte della rete Vandeweghe inizia a vacillare e a non trovare più il campo con il suo potentissimo ma incostante diritto. La logica conseguenza è l’approdo al terzo set, raggiunto da Bouchard con un impeccabile turno di servizio sul 5-3 in suo favore.
Che il trend del match sia cambiato è subito evidente quando Coco serve al principio del parziale decisivo: la canadese appare molto più tranquilla e sicura, mentre l’americana inizia a commettere una serie interminabile di errori, che la portano a perdere il servizio a zero in apertura. Ma, seppur scossa e innervosita, la giocatrice yankee si mantiene in contatto nel punteggio, difendendo i successivi turni di battuta e attendendo un passo falso della sua avversaria. Passo falso che puntualmente arriva nell’ottavo gioco, quando Bouchard incappa in alcuni errori di troppo, tra cui un sanguinoso diritto proprio sul break point. Da qui il match si trasforma nuovamente: Coco si esalta con un vincente dietro l’altro, mentre Genie è sempre più timorosa e insicura. Fallite quattro palle break sul 4 pari, Bouchard è costretta a cedere il match nel dodicesimo game, quando l’americana scaraventa in campo l’ennesimo vincente e per la prima volta raggiunge gli ottavi di finale in Australia.
[7] G. Muguruza b. [32] A. Sevastova 6-4 6-2 (da Melbourne, Diego Barbiani)
New York è vendicata. Garbine Muguruza copre, almeno parzialmente, l’enorme delusione di quella serata statunitense di 4 mesi fa in cui la lettone Anastasija Sevastova la eliminò al secondo turno dello US Open.
Tanta la confusione della spagnola quella sera, tutt’altro atteggiamento oggi. Appena 6 game lasciati alla sua avversaria, testa di serie numero 32, che pure era partita bene andando avanti di un break (regalato da 2 doppi falli ed un brutto errore di dritto) ma incapace di prendere margine e salire 3-0.
La numero 7 del mondo non si è fatta pregare e, ricucito il divario, ha poi accelerato in maniera veemente fino al 5-2 e servizio. Un nuovo passaggio a vuoto ha rimesso in bilico la situazione, ma sul 5-4 è stata brava a salire rapidamente sul 40-0 per chiudere con un servizio vincente. Ancor meno equilibrato il secondo set, con Sevastova subito sotto e Muguruza ormai in totale controllo. Solo sul 4-0 in favore della spagnola è arrivato, per la lettone, il primo game vinto nel parziale, che non le ha comunque garantito speranze di rientrare nella partita.
Buona prova di Muguruza, che cancella gli ultimi dubbi rimasti sul suo dolore muscolare patito nel primo match e può puntare alla prima “seconda settimana” di uno Slam da Parigi 2016, dove poi vinse il titolo. Al prossimo turno affronterà Sorana Cirstea.
Altri match femminili
Anastasia Pavlyuchenkova elimina la testa di serie numero 11 Elina Svitolina in tre set combattuti e se la vedrà agli ottavi con Svetlana Kuznetsova in un derby tutto russo.
Sorana Cirstea, dopo il successo su Suarez-Navarro, fa fuori anche Alison Riske, guadagnandosi il match agli ottavi contro Garbiñe Muguruza. Vittoriosa anche Mona Barthel contro Ashleigh Barty nel lungo match che ha preceduto l’entrata in campo di Roger Federer e Tomas Berdych.
Risultati terzo turno:
[1] A. Kerber b. Kr. Pliskova 6-0 6-4
C. Vandeweghe b. E. Bouchard 6-4 3-6 7-5
S. Cirstea b. A. Riske 6-2 7-6(2)
[7] G. Muguruza b. [32] A. Sevastova 6-4 6-2
[Q] M. Barthel b. [WC] A. Barty 6-4 3-6 6-3
[13] V. Willams b. Y.Y. Duan 6-1 6-0
[24] A. Pavlyuchenkova b. [11] E. Svitolina 7-5 4-6 6-3
[8] S. Kuznetsova b. J. Jankovic 6-4 5-7 9-7
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