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Un anno di WTA, marzo: Azarenka in paradiso, Sharapova (e Wozniacki) all’inferno

Continua il nostro viaggio in quello che è stato il 2016 a livello WTA, stagione in cui è successo di tutto. Marzo è un mese chiave per tanti motivi, 2 quelli più importanti: lo storico bis di Victoria Azarenka tra Indian Wells e Miami, l’annuncio di Maria Sharapova che fa scoppiare il caso-meldonium.

Non c’è solo questo, possiamo raccontare tanti avvenimenti ad Indian Wells: l’inizio dei problemi per Roberta Vinci, il rientro di Laura Robson, le dolorose sconfitte di chi, qualche tempo fa, faceva della lunga distanza il suo terreno preferito (non si corre una maratona per nulla…), le reazioni tutt’altro che pacate delle colleghe sul caso Sharapova fino alla bomba sganciata da Raymond Moore, i tanti show di Timea Bacsinszky in campo e fuori, con interviste che hanno fatto dannare persino i moderatori della WTA.

Riepilogo puntate precedenti:

gennaio
febbraio

06 marzo → Eugenie Bouchard perde la seconda finale in stagione, a Kuala Lumpur, stavolta contro Elina Svitolina. 6-7(4) 6-4 7-5 il punteggio finale di una partita interrotta 4 volte dalla pioggia e durata complessivamente più di 5 ore. La canadese sembrava aver trovato la maniera per venire a capo del match e portare a casa il 2° titolo in carriera, ma dal 5-3 al 3° set non è più riuscita a vincere un punto.

06 marzo → Maria Sharapova chiama a raccolta tutto il mondo del tennis: lunedì, a Los Angeles, farà un annuncio importantissimo sul suo futuro. Per 36 ore si sono fatte le ipotesi più disparate: ritiro, gravidanza, Sugarpova, accordi commerciali…

07 marzo → “Grazie a tutti per essere qui, sono abbastanza nervosa” con queste parole comincia il discorso più doloroso della carriera di Maria Sharapova.

Non è un ritiro, ma l’annuncio di essere stata trovata positiva all’antidoping per un farmaco, il meldonium, che ha già fatto diverse altre vittime tra gli atleti dell’est Europa. Una dei massimi simboli a livello internazionale, che trascende dal tennis, rivela di aver commesso l’errore più grave della sua carriera.

10 marzo → Laura Robson torna alle competizioni dopo 5 mesi, perdendo al 1° turno di Indian Wells da Magdalena Rybarikova ma confessando: “Il polso non mi da più fastidio da gennaio: ora posso tornare ad allenarmi al meglio”.

11 marzo → Kurumi Nara rovina il ritorno ad Indian Wells di Venus Williams dopo 15 anni, battendola 6-4 6-3 in una giornata che aveva tutto fuorché gli elementi tipici del deserto: pioggia, vento forte, temperature sui 10 gradi

11 marzo → Dominika Cibulkova ed Agnieszka Radwanska giocano la prima delle loro 4 splendide partite della stagione. 3 set di spettacolo, con un equilibrio che non voleva saperne di spezzarsi anche quando la slovacca, nel 3° set, era salita sul 5-2. Mancato un match point, sono arrivati 5 game consecutivi della polacca, i 2 delicatissimi da 4-5 a 6-5 e servizio ottenuti ai vantaggi ed il pubblico, accatastatosi sulle tribune fino all’ultimo spillo disponibile, che non riusciva a calmarsi. 6-3 3-6 7-5 per ‘Aga’, che poi chiuderà il torneo con una semifinale giocata davvero bene contro Serena Williams.

Alle 3:45 del pomeriggio dovetti uscire dallo stadio per andare alla conferenza stampa di Errani, quando ritornai gli steward non facevano più entrare perché non sapevano più dove mettere le persone e rimasi in un angolo, in piedi su un rialzo che mi permetteva di vedere almeno una metà di campo, quello dove Cibulkova tirò l’ultimo dritto al volo giudicato buono da tutti tranne da Radwanska. Falco. Palla fuori di un nulla. Applausi a lei, giù il cappello ad entrambe.

11 marzo → Margarita Gasparyan ha appena superato 6-1 6-3 Olga Govortsova. Intervistata in esclusiva da Oktennis racconta non solo dell’enorme stima per Roberta Vinci (“mi ricordo di lei dal match di Fed Cup che giocò contro Panova a Cagliari nel 2013”) ma anche di come è nato il suo rovescio ad una mano. Storia molto carina, perché lei aveva cominciato giocandolo a 2 mani, ma riteneva che il movimento ad 1 mano fosse il più bello in assoluto. Un giorno, a 13 anni, perse in un torneo ITF junior e quando tornò a casa pianse a dirotto. Convinse i suoi genitori e la sua maestra che mai più nella vita avrebbe giocato il rovescio a 2 mani.

12 marzo → Altra partita rocambolesca, ma di altissimo livello: Roberta Vinci b. Margarita Gasparyan 6-3 6-7(7) 7-6(5) in 3 ore di gioco.

Nel primo parziale l’azzurra rimonta da 1-3, nel tie-break del secondo si trova sotto 1-6 prima di piazzare 6 punti di fila, mancando però il match point sul suo servizio e venendo trascinata al parziale decisivo. Sotto 0-4, rimonta annullando 2 match point consecutivi sul 3-5 ed al tie-break decisivo, sul 5-5 gioca un dritto in risposta angolato su cui Gasparyan perde gli appoggi ed il minibreak decisivo. In conferenza stampa, però, la tarantina racconta: “Ho sentito male al tendine d’achille”. Sarà quello l’inizio del suo lungo calvario che la accompagnerà fino a fine stagione.

12 marzo → Dopo alcune dichiarazioni di circostanza delle top-player su Maria Sharapova, ne arrivano 3 piuttosto pesanti. In ordine:

  • “Io non le parlavo” Simona Halep
  • “Mi ha deluso profondamente” Eugenie Bouchard, che è cresciuta come tante altre prendendo la russa come esempio ed idolo sportivo.
  • “Tutti qui pensiamo e diciamo che lei (Sharapova, ndr) sia una scorretta. Tu hai tanti dubbi e pensi che lei non meriti quanto vinto fino ad ora. Quello che è successo era grave, ma per fortuna ora è venuto a galla”. Kristina Mladenovic, per cui vale la stessa cosa della canadese.

13 marzo → I problemi di Garbine Muguruza non si sono esauriti. Sconfitta all’esordio da Christina McHale, la spagnola si è messa in luce per una nuova crisi di nervi ad un cambio campo che ha portato, questa volta, alle lacrime. “Io non voglio nemmeno giocare. Pensi abbia voglia di lottare ora? 0-3 sotto nel 2° set?!” ripete a Sumyk, che cerca comunque di incoraggiarla.

In conferenza stampa, poi, si presenta con il sorriso e risponde alle domande dei giornalisti che è tutto ok e queste reazioni fanno solo parte del suo carattere ma che sia un buon segno mostrarlo apertamente. Qui aumentano le domande: qual è la vera Muguruza? Quella apparentemente loquace e sorridente agli eventi e di fronte alla stampa, o quella con un diavolo per capello in campo?

15 marzo → Timea Bacsinszky gioca il primo torneo di alto livello da inizio anno, mostrando di essersi finalmente ripresa dall’infortunio a fine 2015. Al 3° turno supera Eugenie Bouchard nonostante una brutta caduta ad inizio del 2° set.

Rientrando verso la sedia in attesa che il trainer le fasciasse le escoriazioni, l’elvetica vede la telecamera vicino a lei e dice, con estrema franchezza “Devo imprecare, vai via con la telecamera”.

A fine partita, visibilmente soddisfatta per il 6-2 5-7 6-2, si ferma a firmare una marea di autografi ai fan, addirittura facendosi lanciare la palla da tennis gigante e poi ripassandola al proprietario

15 marzo → Sempre Timea. Stavolta lo show arriva in conferenza stampa. E’ stata chiesta solo da 2 testate: Oktennis e Tages-Anzeiger (René Stauffer, il giornalista elvetico, è colui che ha scritto la biografia di Roger Federer). Lungo il percorso per raggiungere il tavolinetto da bar (vi assicuro che aveva il suo perché) messo a disposizione nella player lounge si uniscono Kamashi Tandon (tennis.com), Ben Rothenberg (The New York Times), Tom Tebbutt (tenniscanada.com). Passano 30 minuti e lei ancora non si presenta. Nell’attesa si scambia qualche chiacchiera per conoscersi e si scopre che è possibile fare domande in ognuna delle 6 lingue che la svizzera conosce e parla molto bene: svizzero-tedesco, italiano, francese, inglese, tedesco, ungherese. Ebbene sì, Tom conosce qualche parola di ungherese. Eccola, dopo 40 minuti che sale le scale e si presenta, scusandosi per il ritardo. Prima domanda, inizia la risposta (e per chi non lo sapesse: le risposte di Bacsinszky sono infinite, ma proprio per questo è perfetta se si vuole proporre un lavoro completo nel minimo dettaglio) e viene fermata.
“Poi puoi rispondere in ungherese?” chiede Tom.
“Ah, sei ungherese?” domanda lei.
“No, era frutto di uno scherzo con gli altri ragazzi qui, tranquilla” replica.
“No, davvero, guarda che non ho problemi” incalza Timea.
“No, tranquilla – Tom vorrebbe chiudere il discorso – conosco a malapena 2 parole, per lo più parolacce”, ma la svizzera non vuole saperne: “Anche io, facciamo a gara a chi ne conosce di più!”.
Questa è Timea, ed in una conferenza stampa che avrebbe dovuto essere di – secondo il foglio della prenotazione – 5 minuti, si è arrivati a 24.

Parla e parla di 1000 cose, senza mai scadere in qualcosa di già detto, qualcosa di banale, spaziando dal match appena giocato all’emozionante lei emozionante con la stella dell’hockey Wayne Gretzky

fino alle Olimpiadi ed ai suoi ricordi di quando era bambina.

La moderatrice della WTA è messa a dura prova.
Dopo 10 minuti tenta di chiuderla: “Ultima domanda”. Niente.
Dopo 15 minuti cerca di inserirsi: “Ultima – pausa – domanda”. Niente.
Dopo 18 minuti un nuovo timido tentativo: “Ultima dom…”. Si interrompe, sguardo verso il soffitto.
Dopo 22 minuti un ultimo, disperato tentativo: “Ult…”. Basta. Fine. Ko tecnico.

La soddisfazione è stata sentirla parlare in italiano quando non conosceva una parola in inglese, segno che forse si ricordava dell’intervista fatta lo scorso anno. Tra l’altro con la stessa moderatrice. Anche lì con una nuova richiesta di 5 minuti per un’intervista 1-to-1 durata poi 22 minuti. E ci furono solo 4 domande.

20 marzo → Per il 2° anno di fila Serena Williams manca il trionfo ad Indian Wells, mentre per Victoria Azarenka c’è la prima affermazione in un Premier Mandatory da Pechino 2012 che le vale anche il rientro in top-10 dopo 3 anni.

20 marzo → Scoppia la polemica nei confronti di Raymond Moore, capo del torneo di Indian Wells, per delle frasi di pessimo gusto nei confronti della WTA e delle sue rappresentanti (ergo, le giocatrici). Gli uomini, per non essere da meno, hanno dato ancor più risalto ad una questione triste ed a tratti infondata sul perché la parte maschile debba guadagnare di più della femminile. L’unico tra i giocatori ad aver difeso la parte femminile del circuito è stato (come sempre) Andy Murray, impegnato in un battibecco su Twitter con Stakhovsky.

Facile dirlo in un torneo che offre lo stesso montepremi, ma in tutti gli altri appuntamenti del circuito (cioè quelli che non sono Slam e Mandatory, cioè il totale meno 8) le differenze uomo-donna sono enormi ed a tratti da rendere le polemiche totalmente fuori luogo.

22 marzo → Mats Wilander è il nuovo coach di Madison Keys

25-03 → Terza partita persa da Dominika Cibulkova al fotofinish. Dopo Acapulco e Indian Wells (qui ebbe match point), arriva quella contro Garbine Muguruza a Miami. Vinto il primo set al tie-break, nel set decisivo si è trovata avanti 3-0 e poi, sul 5-4, per 2 volte a 2 punti dal match prima di perdere 6-7(2) 6-3 7-5.

La serie di sconfitte (Stephens, Radwanska, Muguruza) sarà dolorosissima, tanto da farle smettere di pensare al tennis per una decina di giorni, fino all’arrivo a Katowice.

25 marzo → Sabine Lisicki comincia una crisi di risultati netta e pesante. Contro Irina Camelia Begu, all’esordio nel torneo di Miami, viene sconfitta 6-2 1-6 7-6(2) mancando un clamoroso vantaggio di 5-0 nel terzo set. 1 solo match point avuto, sul 5-1 e servizio.

27 marzo → Tra Indian Wells e Miami, Caroline Wozniacki perde 2 partite dolorosissime: la prima, all’esordio in California, 4-6 7-6(8) 7-5 da Shuai Zhang con tanto di lamentela esagerato per i versi della cinese al momento di colpire la palla;

la seconda 5-7 6-4 7-6(1) da Elina Svitolina al 3° turno del torneo in Florida.

28 marzo → Dopo 3 anni di grandi successi, si ferma il cammino di Serena Williams a Miami: negli ottavi Svetlana Kuznetsova ha la meglio sulla n.1 del mondo per 6-2 al 3° set.

28 marzo → Altro match da catalogare tra i più belli della stagione: Azarenka b. Muguruza 7-6 7-6.

Prova di forza importante della bielorussa contro un’ottima (forse per la prima volta in stagione) spagnola.

29 marzo → Terza grande affermazione consecutiva di Bacsinszky, che dopo Ana Ivanovic e Agnieskza Radwanska batte anche Simona Halep. Quello sulla rumena è il successo più importante, perché è il primo contro la ex n.2 del mondo dopo 2 sconfitte, arrivato dopo aver perso male il primo set e giocando un gran tennis nei successivi 2.

30 marzo → Mats Wilander non è più il coach di Madison Keys dopo soli 8 giorni di collaborazione.

 

Diego Barbiani

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