TENNIS – Di Diego Barbiani
LONDRA. L’ultimo match della stagione ATP 2016 non poteva probabilmente chiedere di meglio. La finale della O2 Arena di Londra vedrà di fronte il n.1 contro il n.2 del mondo, posizioni che potrebbero anche invertirsi al termine del match.
Da una parte Andy Murray, dall’altra Novak Djokovic. Il primo, dominatore dall’inizio della stagione su erba fino al Master 1000 di Parigi Bercy, il secondo grandissimo protagonista dei primi 5 mesi di stagione. 7 titoli per Djokovic da Doha a Toronto, 7 per Murray da Roma a Bercy, a cui si aggiunge anche l’oro olimpico di Rio de Janeiro. Chi sarà n.1 al termine di questo torneo, avrà meritato di più in momenti cruciali. La differenza, inoltre, tra due giocatori che di base hanno un gioco abbastanza speculare, sarà su qualche dettaglio.
Djokovic, sceso al n.2 proprio a Bercy, ha la possibilità di riprendersi la posizione e di concludere per il quinto anno negli ultimi 6 al n.1 del mondo, avvicinando ancor di più Pete Sampras fermo a 6 (Federer, al momento secondo, è a 5). Murray vuole invece essere il primo britannico nella storia a concludere l’anno al n.1 e continuare la grande striscia di oltre 20 parite vinte di fila (21 senza la Coppa Davis, 23 con la Coppa Davis) e vincere il quinto torneo di fila.
Sarà la prima volta dalla finale di Parigi che i 2 tornano ad affrontarsi. In stagione si sono trovati contro 4 volte, solo a Roma è riuscito a prevalere lo scozzese. Tra l’altro, fu una delle rare volte in cui una loro sfida fu poco combattuta, in molti però ricorderanno le fatiche del serbo in quella settimana: prima con Tomaz Bellucci (perse il primo set 6-0) e poi nella semifinale fiume con Kei Nishikori (conclusasi sabato sera tardi 7-6 al terzo). Qui le posizioni sembrano invertite, con Murray che ieri è rimasto in campo tre ore e trentotto minuti per battere Milos Raonic e mercoledì fece altre tre ore e venti per battere Nishikori. Djokovic, al contrario, ha consumato pochissimo tempo in campo in tutta la settimana (meno di 7 ore) e poco più di un’ora sia contro David Goffin (6-1 6-2) che contro Nishikori in semifinale (6-1 6-1). Il fattore fisico, oggi, potrà giocare un ruolo determinante.
Djokovic va a caccia del quinto titolo di fila in un torneo dove non perde dal 2011, anno in cui non passò il girone. Murray giocherà invece la prima finale alle ATP Finals dopo aver passato per la prima volta lo scoglio delle semifinali. Djokovic conduce nei precedenti per 24-10: 17 di questi 34 incontri (il 50% delle volte) sono state delle finali ed il serbo conduce 10-7 nelle sfide agli ultimi atti; 1-0 per il serbo, invece, i precedenti alle ATP Finals (2012). Ecco una panoramica:
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