TENNIS – Andy Murray vince al terzo set contro John Isner e trionfa per la prima volta a Bercy. Domani avrà 405 punti di vantaggio su Djokovic: sarà il Masters a decretare il numero 1 di fine anno.
[1] A. Murray b. J. Isner 6-3 6-7(4) 6-4 (Cristina Pozzoli)
Andy Murray festeggia il primo giorno in carriera da numero 1 al mondo con la vittoria nel Master 1000 di Parigi Bercy, ottavo successo in stagione e 73esima partita vinta, contro lo statunitense John Isner, numero 27 del del ranking ATP al termine di un match più complicato del previsto: 6-3 7-6(4) 6-4 il risultato finale.
Serve per primo Andy Murray ed esordisce con un doppio fallo nel primo 15 giocato da numero 1. Un pizzico di tensione subito svanita con 4 punti consecutivi messi a segno con sicurezza. Tiene il servizio anche Isner con 3 ace, una delle poche carte che ha lo statunitense per contrastare lo scozzese notoriamente fenomenale in risposta. Sul 2-2 Murray si trova in leggera sofferenza sorpreso da due ottime risposte di Isner su due seconde troppo morbide ma riesce a tenere il servizio senza concedere palle break graziato da un errore gravissimo di Isner a rete. Nel game seguente è il campione di Dunblane ad effettuare l’allungo strappando il servizio ad Isner che, con un doppio fallo sul 30-30, concede la palla break che Murray poi trasforma vincendo lo scambio da fondo. Sul 4-2 però Isner, molto aggressivo, si procura due palle per il contro break con due missili di dritto ma viene fuori il numero 1 del mondo che annulla la prima con un lob perfetto (non è facile scavalcare Isner con i suoi 208 cm) e la seconda scendendo a rete: 5-2. Sul 5-3 Murray fa ancora capire perchè è numero 1 quando, pressato da una risposta di Isner, tira fuori dal cilindro un passante incrociato stretto di rovescio in allungo giocato ad una mano: chapeau! Con un “Come on”, un ace e una gran prima, Andy chiude il primo set 6-3 in 35 minuti nonostante i 9 ace messi a segno da Isner e l’80% di prime.
Apre Long John il secondo parziale tenendo facilmente il serizio imitato poi da Andy e, senza scossoni, si arriva 4-3 con Murray al servizio. Isner gioca tre punti spettacolari e si guadagna tre palle break consecutive: prima si apre il campo con un drop shot e poi tira due risposte aggressive di dritto che lo scozzese non riesce a gestire. Sulla prima palla break Murray gioca l’effetto sorpresa e si presenta a rete disorientando Isner che sbaglia il passante, sulla seconda scende nuovamente a rete e chiude con lo smash e sulla terza tira un ace di seconda al centro. Isner riesce a procurarsi la quarta palla break ma Murray troppo solido da fondo non si fa più sorprendere e pareggia 4-4. Si va avanti senza palle break e si arriva al tie-break, giusto epilogo di un set in cui Isner ha alzato il suo livello di gioco mettendo più volte in difficoltà Murray. Il primo punto è per Isner con un facile servizio-volée, Murray tiene i suoi due turni di battuta e va 2-1, ancora avanti Isner con servizio-volée e ace. Sul 3-2 per Isner tocca a Murray che fa doppio fallo e tiene il punto successivo. Sul 4-3 Isner serve due ace e si procura tre set point. Murray annulla il primo ma sul secondo Isner chiude il set con un dritto anomalo tirato a tutto braccio sulla riga.
Nel set decisivo parte Murray al servizio che si procura una palla break sul successivo turno di battuta di Isner che però non riesce a trasformare. Sul 2-1 Isner offre ancora una palla break ma con tre prime si leva dai guai e pareggia 2-2. Murray è più centrato, quando serve lascia poche chance ad Isner e quando risponde lo costringe a cercare sempre il punto con il servizio o la volée concedendo poco e niente da fondo. Isner però non vuole mollare mentre Murray continua ad incitarsi per tenere alta l’attenzione. Sul 5-4 Isner va a servire per restare nel match ma si inceppa la sua arma migliore e si trova 0-30. Riesce ad arrivare a 30-30 ma poi con un gran passante incrociato di rovescio Murray si procura il primo match point e poi, ancora con un passante di rovescio, chiude set e match.
Nonostante la sconfitta, John Isner chiude comunque una stagione positiva raggiungendo la posizione numero 19 del ranking, la settima consecutiva in Top 20, e confermandosi primo giocatore del suo paese. Inoltre per il quarta volta nella sua carriera, la prima dal 2013, si afferma come leader nella statistiche dell’ATP per il maggior numero di Ace serviti: 1159 quest’anno.
Domani, 7 novembre 2016, Andy Murray vedrà per la prima volta il suo nome davanti a tutti, Djokovic compreso, detronizzato dopo un regno incontrastato lungo due anni e quattro mesi, e si presenterà alle Finals di Londra da numero 1 con 405 di vantaggio sul numero 2. Un traguardo favoloso ottenuto al termine di una stagione da incorniciare. Dopo la seconda vittoria a Wimbledon, il secondo oro olimpico, le finali agli Australian Open e al Roland Garros, i successi nei Master 1000 di Roma e Shangai e altri 3 titoli ATP, il vertice del ranking è la definitiva e meritata consacrazione. Adesso infatti si può parlare correttamente dei “Fab Four” con Andy, l’ultimo dei 4 a diventare numero 1 e non importa quanto durerà il suo dominio, l’importante è che ci sia riuscito.
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