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WTA Linz – Cibulkova corona il suo anno d'oro: vince il terzo titolo e vola a Singapore! Golubic si arrende

TENNIS – Di Diego Barbiani

LINZ. Dominika Cibulkova corona un 2016 per lei strepitoso aggiudicandosi il terzo titolo in stagione e staccando il settimo pass per le WTA Finals di Singapore.

A Linz, la slovacca fa suo il settimo alloro della carriera superando un’ottima Viktorija Golubic a cui è mancato forse solo lo scatto decisivo sul 5-4 nel secondo set ed ha finito per arrendersi 6-3 7-5. Cibulkova che grazie a questo risultato, inoltre, torna al n.8 del mondo eguagliando il best ranking raggiunto dopo la finale a Wuhan di 2 settimane fa.

Cibulkova ha portato a termine una settimana che fin dall’inizio aveva ammesso di non considerare nel suo calendario, che si è trovata costretta a giocare proprio perché dopo la finale raggiunta da Johanna Konta a Pechino si era trovata con l’acqua alla gola. “Sapevo che per far punti dovevo raggiungere almeno la finale” diceva la slovacca nei giorni scorsi, “controllavo quotidianamente la Race per vedere gli sviluppi e quando ho deciso di voler giocare a Linz sono arrivata qui con qualche pensiero di troppo perché mai mi ero ritrovata in una condizione simile, ma devo dire che alla fine tutto ciò mi ha solo caricato ulteriormente”. 

Già protagonista di ottimi match nel 2016, Cibulkova ha vinto il torneo senza mai cedere un set, concedendo le briciole a Belinda Bencic ed Annika Beck e faticando non poco contro Anastasia Pavlyuchenkova, mangiandosi un set dal 5-1 (rimediando al tie-break) e dal 4-0 (riuscendo a chiudere solo sul 5-4). La semifinale contro Carla Suarez Navarro ha rappresentato il vero snodo, considerando oltretutto che la spagnola aveva avuto la meglio negli ultimi 2 precedenti giocati prima di ieri. 

Oggi, contro un’ottima Golubic, Cibulkova ha faticato nel primo set a prendere il controllo, giocando però 2 ottimi vincenti dal 4-3 30-30 e chiudendo senza troppi patemi al primo set point. Questo scatto di 3 game l’ha aiutata a crearsi una bella forbice di distanza, visibile anche ad occhio per il controllo che aveva la slovacca nel condurre in porto i punti fino al 3-1. 

Le 2 palle break che avrebbero potuto chiudere il match sono volate via piuttosto malamente, soprattuto la seconda con il braccio molto contratto su un dritto in palleggio. Da lì, Golubic è tornata su molto forte, variando tanto di rovescio e venendo a rete sistematicamente una volta attaccato il rovescio di Cibulkova che in difficoltà cominciava a sbagliare troppo.

Sono stati 20 minuti da incubo per la n.10 del mondo. Perso il break senza troppo lottare, ha dovuto annullare altre 3 palle break sul 3-4 (2 consecutive) e sul 4-4 buttava un game con una serie di risposte che evidenziavano come tutta la sicurezza maturata le era sfuggita di mano, vedeva un’avversaria ancora vogliosa di rimettere in equilibrio l’incontro e che stava trovando le giuste soluzioni per allungare la sfida. Sul 4-5, poi, ancora Golubic sul 15-40. Dei 4 set point avuti, solo su uno ha provato, la svizzera, il colpo a chiudere, con un rovescio dove c’è stata anche la mano della sfortuna perché la palla ha fermato la sua corsa vincente sul nastro.

Dopo il grande spavento, la liberazione di tutta la propria gioia. Golubic è mancata sul 5-5, regalando il break decisivo con 2 dritti lungolinea mancati a braccio, anche qui, rigida e forse ancora a pensare alle 7 palle break non capitalizzate tra ottavo e decimo game. 

Al servizio per chiudere, Cibulkova ha raccolto tutte le ultime energie per arrivare al match point e chiudere con un servizio vincente ed accasciarsi a terra, quasi esausta. Lo aveva detto dopo il match contro Beck: “Voi mi vedete sempre così attiva, ma se qualcuno fosse stato presente al mio arrivo lo scorso fine settimana avrebbe pensato tutt’altro…”. Grazie a questo risultato, comunque, potrà prendersi una settimana di riposo e recuperare delle energie prezione per andare a Singapore e giocare al meglio. Con un carattere come il suo sarà difficile pensare non potrà battagliare fino all’ultimo goccio di energia in quel serbatoio che sembra infinito.

 

Diego Barbiani

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