TENNIS – Dal nostro inviato a Singapore Diego Barbiani
Martina Hingis e Sania Mirza abdicano in semifinale nelle WTA Finals di Singapore, dove lo scorso anno avevano conquistato uno dei 14 titoli nella loro carriera assieme. La coppia svizzero-indiana è stata superata 3-6 6-2 10-6 da Elena Vesnina ed Ekaterina Makarova, che affronteranno così Bethanie Mattek Sands e Lucie Safarova nella finale di domenica. Soprattutto, Mirza rischia concretamente di perdere il n.1 del mondo a favore di Mattek Sands, a cui basta una sola vittoria per superare la tennista indiana, in vetta al ranking da più di 80 settimane consecutive.
Una partita, quella di ieri sera, in cui a pesare negativamente è stato il pessimo rendimento di Hingis, sempre brekkata nei propri turni di battuta, irritata dalla situazione e che non riusciva neppure negli scambi ad offrire valido supporto a Mirza, costretta spesso a dover tener su la causa da sola. Ben presto, le 2 giocatrici che si sono riunite qui per quello che sarà ricordato come l’ultimo torneo assieme hanno smesso di collaborare, di incitarsi, se non per qualche gesto meccanico da doppista (il ‘5’, chiamare lo schema…). E’ calato il gelo, ad un certo punto, quando il padre della tennista indiana (nonché suo allenatore) è sceso in campo ed ha cercato di spronare la coppia nel riprendersi, ma Mirza, senza guardare in faccia Hingis, ha detto tutta risentita: “Senti, parlane con lei”.
Costrette a giocare insieme alle Finals perché qualificatesi addirittura il 20 giugno, due mesi dopo si erano separate per problemi tra le 2. Mirza ha provato poi a qualificarsi con Barbora Strycova, con cui ha già trovato un ottimo feeling, arrivando però nona nella Race di fine anno: nel caso ce l’avesse fatta, avrebbe lasciato perdere Hingis e sarebbe volata a Singapore con la nuova compagna. E vedendo come la stessa Martina si sia comportata in campo, l’ipotesi che stesse giocando contro di lei non sembra neppure la fantasia più assurda del 2016. Fortunatamente per entrambe, da adesso in poi potranno davvero mettere una pietra sopra e lasciarsi in maniera definitiva.
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