TENNIS – Dal nostro inviato a Singapore Diego Barbiani
Una sfilata di moda? Poco ci è mancato. Il sorteggio delle WTA Finals di Singapore si rivela ancora una volta uno degli appuntamenti glamour della stagione femminile, una cerimonia che dà il via all’evento che chiude l’annata (Zhuhai deve farsene una ragione…) e che porta le 8 giocatrici a sfilare lungo un purple carpet (il rosso è stato messo da parte).
Lungo il percorso si sono dovute fermare per, in successione: una foto coi raccattapalle ed una foto dai fotografi dietro lo slogan di questa edizione “The greatest eight in women’s tennis”. Infine le attendeva il centro del salone allestito nel centro commerciale più famoso della città: quello adiacente al Marina Bay Sands, l’albergo punto di riferimento di Singapore in tutto il mondo.
Dominika Cibulkova la più sorridente, Madison Keys la più emozionata, Karolina Pliskova quella che più di tutte le esordienti ha cercato di nascondere le proprie emozioni con il solito sguardo glaciale, che nessuno avrà notato a causa dello spacco su entrambe le gambe. Agnieszka Radwanska era probabilmente quella vestita meglio, ma da campionessa in carica ci si aspettava forse uno sguardo più sorridente nel momento di giungere sul palco. Solo un significato di enorme concentrazione? Staremo a vedere…
Garbine Muguruza ha riproposto un abbinamento di colori sperimentato proprio qui 12 mesi fa da Flavia Pennetta, un abito a metà tra il bianco ed il nero. Per Angelique Kerber, le Finals da n.1 del mondo cominciano con un look… Alla Vekic. Non ci credete? Ecco qui la croata al party di Wimbledon 2016.
Ultima, Simona Halep. Lei è forse l’unica che ha saputo gestire al meglio il momento, quando tutti i fotografi le seguono come un’ombra fastidiosa, le luci (dannate loro) puntate su di loro in maniera piuttosto fastidiosa e tale da fare abbassare lo sguardo a molte, lei invece ha reagito con tanta disinvoltura riuscendo a pensare di aggiustarsi leggermente i capelli prima di percorrere il centro del salone. Gesto innocuo, ma che delineava tanta naturalezza e disinvoltura.
Ed a proposito di foto e luci, il fotografo improvvisato di Oktennis è riuscito in pieno a rovinare alcune foto. Ecco qui
Cibulkova
Keys, abbagliata
Pliskova (no davvero, fidatevi: è lei)
Per info e lamentele, mandate un messaggio a @Diego_Barbiani su Twitter, vedrò di giustificarmi arrampicandomi sugli specchi. Almeno le altre foto sono state all’ordine della situazione: ecco un esempio.
Vorrei sapere invece cosa potrebbero usare i proprietari dello store Adidas accanto al banco dove hanno consegnato gli accrediti per la giornata odierna.
Un manifesto enorme dedicato ad una tennista: ci sta, trattandosi di un master femminile. Peccato solo che colei che viene raffigurata non figura in top-10, neppure in top-20, figuriamoci in top-30. Però si è appena sposata, mania che ha invaso tanti tennisti negli ultimi mesi. Lei è Ana Ivanovic, coperta nella foto in alto dallo slogan “Find focus”.
Ora, lasciando stare la qualità (piuttosto scadente, a dir la verità) dello slogan stesso, con tutte le giocatrici che vestono Adidas qui presenti, compresa l’attuale n.1 del mondo, perché lei? Il fatto che Kerber, comunque, non sembri voler cercare troppo la popolarità ma preferisca far parlare i suoi risultati (e con ottimi risultati al momento) farà in modo che la grande amicizia tra la tedesca e la serba non verrà minimamente scalfita.
Nel frattempo la cerimonia del Master continuava. Le giocatrici, scoperto il loro destino, si sono alzate tutte in piedi per le classiche foto di rito. Cibulkova, fatta sedere in seconda fila assieme a Garbine Muguruza, Madison Keys e Karolina Pliskova, pagava circa 20 centimetri in altezza e – povera lei – sembrava fosse su un piano intermedio rispetto alla prima ed alla seconda fila. Le si è affiancata Laura Ceccarelli, supervisor italiana della WTA, per darle manforte in un momento di grande difficoltà. Cibulkova era tornata a sorridere, ma la stessa Ceccarelli si è allontana nel giro di pochi secondi e la slovacca è sembrato allungarle contro il braccio come ad implorarle di non lasciarla sola accanto a quelle 3 wonder women.
La slovacca, comunque, è stata la giocatrice più sincera nelle prime dichiarazioni post-sorteggio. Prima di estrarre le giocatrici in ultima fila (lei e la X), i gironi vedevano da un lato Radwanska, Pliskova e Muguruza. Scommetto quello che volete che la n.8 del mondo avrà pregato in tutti i modi di capitare lì: contro la polacca ha vinto 3 volte in stagione e nella quarta ha avuto match point, la ceca non le ha mai tolto un set nei 4 precedenti, la spagnola ha avuto tante difficoltà a parte il mese di maggio culminato col Roland Garros. Ovviamente è finita nell’altro: Kerber, Halep, Keys. Esordirà contro la n.1 del mondo, costretta subito ad un’impresa per darsi morale e fiducia in vista dei 2 successivi incontri. A margine dell’evento, la sua frase d’apertura al sorteggio fu: “It’s a very tough group”. Poi ha perfezionato la frase aggiungendo che pure l’altro sarebbe stato difficile, ma la fine non è stata come tutte le altre, che si sono mantenute molto sul generico e sull’importanza di voler giocare bene. Lei ha proprio precisato che sarà costretta a partire bene, o tutto sarà ancor più complicato.
Intanto è calata la notte su Singapore. Posto estremamente particolare, ricco di cultura e quartieri etnici che riescono ad esaltare le loro origini e palazzoni costruiti nella zona più lussuosa della città-stato asiatica, Marina Bay. Qui ci corrono da ormai 8 anni un Gran Premio di Formula 1 e per me che sono un grande appassionato, rivedere il curvone n.16 che porta alla 17 ed al successivo rettilineo ha riportato alla mente il famigerato GP del 2008, il botto di Bruno Senna e la conseguente vittoria di Fernando Alonso che poi si scoprì essere stata manipolata dal box Renault che obbligò il brasiliano allo schianto contro il guardrail per permettere allo spagnolo di risalire posizioni e di portare a casa il primo Gran Premio in notturna della storia.
Questa, però, è un’altra storia. Domani è vigilia, spazio alle dichiarazioni, ma da domenica non ci sarà più tempo per le parole.
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