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ATP Shanghai – "nuovo" Djokovic, solito Fognini: il serbo è già agli ottavi

TENNIS – SHANGHAI – Di CIRO BATTIFARANO. Novak Djokovic comincia il torneo ATP Masters 1000 di Shanghai con una vittoria abbastanza comoda su Fabio Fognini, battuto 6-3 6-3 senza (quasi) disputare gli ultimi game.

I riflettori erano tutti puntati, più che ogni altra volta, su Novak Djokovic. E non sul suo stato fisico. La pedicure dovrebbe aver abbondantemente risolto i problemi che lo avevano fermato ad un passo dalla conquista del tredicesimo slam. Il gomito che gli aveva impedito di difendere il titolo nella sua amata Pechino dicono stia bene. Resta da capire cosa stia frullando nella testa del rullo compressore che negli ultimi periodi è parso sazio, privo di motivazioni, preso da altre cose.

L’agognata conquista della Coppa dei Moschettieri gli è sicuramente costata molto fatica, non lo ha nascosto nell’intervista pre-torneo a Shanghai: “Sono stato ovviamente molto contento, ma ero davvero esausto e avevo bisogno di un po’ di tempo per recuperare, per riorganizzarmi”. E dopo aver rassicurato tutti sulla recuperata forma fisica, ha dichiarato di voler giocare con una nuova mentalità “Il mio approccio è semplicemente diverso. Negli ultimi tre mesi ho avuto alti e bassi, ma in generale non trovavo divertimento in campo, che è la mia vera fonte di motivazione per giocare a tennis. Questa è la mia priorità adesso, ritrova quella gioia interna e sentirmi felice di stare in campo, tutto il resto è secondario”.

Il suo esordio nel Masters 1000 asiatico gli ha riservato il rebus che tutti i tifosi di tennis italiani vorrebbero risolvere e che, aggiunto ai dubbi che gravano sul numero uno, poteva riservare un match con dei risvolti inaspettati, a dispetto della confidenza che il serbo ha sui campi cinesi e dei precedenti che vedevano Nole vincitore sette volte su sette su Fabio Fognini. In potenza una partita indecifrabile, in sostanza la solita storia! O forse avrebbe potuto essere diversa, se il buon Fabio avesse voluto approfittare delle incertezze del suo avversario e tenuto a freno la sua indole.

Il ritorno di Djokovic in campo non è stato di quelli impeccabili. Nole parte bene e va subito avanti 3-0, ma in parte lo deve ad un Fognini ancora troppo attendista. Nel settimo gioco Fabio inizia a lamentarsi, pare i fotografi facciano rumore, ma con le prime lamentele arrivano anche le prime scosse al gioco del ligure che, complici anche un paio di pigre discese a rete di Djokovic, ha due occasioni per il contro break. Il serbo, però, nei punti che contano alza al solito l’asticella e le annulla. Anche nel nono gioco, al servizio per il set, Djokovic fronteggia un’altra palla breakma riesce ad annullarla e porta a casa il parziale col punteggio di 6 giochi a tre, lasciando però parecchi dubbi soprattutto sul servizio.

Il secondo set si apre con un lunghissimo turno di servizio di Fognini, la sfida diventa fisica da fondo e nel gioco di forza Fabio fa vedere cose pregevoli che però alterna ad errori banali, inclusi due doppi falli, ed un lancio di pallina sugli spalti che gli vale il warning. Fabio cede il servizio ma non esce dalla partita. Recupera il break e sembra esserci spazio per una partita equilibrata, ma dura fino al 3-2. Djokovic probabilmente torna a giocare più concentrato, quel tanto che basta a far perdere il filo a Fognini che inizia a prendersela con la presunta fortuna del serbo nel prendere le righe. Nole riesce così facilmente a conquistare 16 punti consecutivi che gli valgono il passaggio del turno.

Il Nole visto oggi è sembrato voler mantenere fede alle promesse di giocare per divertirsi, sempre col sorriso sul volto e prodigo di complimenti per i punti dell’avversario, ma il test odierno non è stato forse troppo impegnativo. Fognini chiude il match con altri due doppi falli che sono la misura della sua perdita di concentrazione. Ancora rimpianti per lui, un alunno dalle potenzialità elevate, che probabilmente si applica pure, ma oltremodo vivace. Negli ultimi anni ci abbiamo sperato tante volte, lo abbiamo visto issarsi fino al n. 13 del ranking e poi sprofondarsi sistematicamente nella sua esuberanza che neanche il matrimonio sembra riuscire a domare. E a Bercy potremmo vederlo dopo quattro anni tornare a disputare le qualificazioni di un torneo (al momento è fuori di sei posizioni, che diventano cinque per la sicura assenza di Roger Federer).

 

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