TENNIS – Di Evaristo Desia
SHANGHAI. Se qualcuno ancora non si fosse rassegnato sarebbe interessante chiedergli su cosa basa il proprio ottimismo. Rafa Nadal, che neanche nei tempi belli si è mai trovato a suo agio in questa parte di stagione, è riuscito a perdere persino contro Viktor Troicki, uno che sa fare tutto e quindi non si capisce bene cosa sappia fare realmente: 6-3 7-6(3) il punteggio finale in favore del serbo.
Eppure è bastato un giocatore così, che mai aveva impensierito Rafa, anche se i precedenti risalivano a quando nessuno o quasi impensieriva Rafa, per mostrare una volta di più quanto lo spagnolo sia ormai una specie di ombra di quel che era. Stesso atteggiamento aggressivo, stesso tentativo di incoraggiarsi, lucidità tattica sempre ammirevole, ma chiusa lì: le sue gambe girano un po’ meno e soprattutto quel terribile dritto non fa più male. E il servizio, quel misterioso servizio che per due settimane, sei anni fa, sembrò quello di McEnroe, ormai è una specie di assist. Dimitrov ci fece sfracelli a Pechino, andando sempre a palla break, tranne nell’ultimo game. Qui Troicki ha mandato al diavolo le prime due opportunità ma poi sul 3 a 2 per Nadal, ha infilato 4 game consecutivi con una naturalezza d’altri tempi. Il tutto perdendo appena 5 punti alla battuta e tutti con la seconda, mettendo a segno, credeteci, il 100% di punti quando ha servito la prima. Contro Nadal.
Il secondo set è cominciato in modo più regolare e per sette game i due non hanno faticato granché al servizio. Solo Troicki è stato costretto ai vantaggi, mentre Rafa perdeva appena un punto in tre turni riuscendo persino a fare un punto sulla prima del serbo. Nell’ottavo game il primo scricchiolio: Rafa perdeva i primi due punti al servizio ma riusciva. giocando con coraggio, qualità che mai è mancata allo spagnolo a vincere 8 dei successivi 9 punti, portandosi addirittura sullo 0-30 servizio Troicki. Ma di nuovo Rafa non riusciva a rispondere e in un sospiro andava sotto 4 a 5. Un dritto in rete e un rovescio in corridoio portavano lo spagnolo sul baratro, anche se il primo match point Rafa lo salvava con una specie di miracolo. Pagato lo scotto del warning per ritrovare concentrazione, Nadal portava a casa il game ma tre minuti dopo – pausa compresa – si trovava di nuovo a servire per portare il match al tiebreak. Stavolta non c’erano problemi.
Il tiebreak non poteva cominciare meglio per Rafa, che riusciva a portarsi avanti di un minibreak addirittura sulla prima di Troicki. Non bastava, perché il serbo si riprendeva subito tutto quanto e andava addirittura 4 a 1 grazie a due prime. Si cambiava sul 4 a 2, ma solo grazie ad un mezzo miracolo a rete di Rafa. L’interminabile settimo punto era quello decisivo. Nadal metteva in rete un rovescio e Troicki andava 5 a 2. A Nadal restava la forza di recuperare un minibreak ma al primo matchpoint una risposta di rovescio del serbo chiudeva la partita.
Davvero difficile – anche se forse inutile – non rimarcare l’incredibile calo di quello che fu un fuoriclasse immenso. Troicki non ha fatto certo la partita della vita ciò non toglie che ha vinto senza avere quasi mai problemi. Nadal rischierebbe persino la partecipazione alle Finals, se i candidati a sostituirlo non fossero o mezzi rotti come Berdych o fuori di testa come Kyrgios o, ancora, indecifrabili come Cilic. Rimane Goffin. Com’era la storia dell’orbo nella terra dei ciechi?
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