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ATP Mosca – Fognini, l'illusione dura un set: Carreno Busta rimonta e vince il titolo

TENNIS – MOSCA – Di EVARISTO DESIO. Niente titolo per Fabio Fognini all’ATP 250 di Mosca: Pablo Carreno Busta si impone in rimonta e vince la Kremlin Cup 2016.

P. Carreno Busta b. F. Fognini 4-6 6-3 6-2

Se il numero 36 gioca contro il numero 50, ha vinto l’unico precedente, è 4 anni più giovane, ha vinto più tornei in quella superficie ed è nel miglior momento della sua carriera che risultato è possibile aspettarsi dalla partita? Le speranze italiani erano poggiate sulla semplice (e, una voltà di più, fallace) idea che in fondo, se Fognini vuole non ce ne sia neanche per Djokovic, Federer chissà. 

Non che non ci abbia provato Fabio a vincere il suo quinto torneo, il primo indoor e sul cemento. Fognini iniziava in modo promettente, e si portava avanti di un break grazie ad uno sciaguratissimo game di Carreno Busta, che chissà per quale motivo prima si convinceva di dover picchiare sul rovescio di Fabio e poi regalava con un doppio fallo il servizio. L’italiano però faceva molta fatica nei turni alla battuta e se riusciva a salvarsi nel quarto game, nel sesto, sotto 0-40 sbagliava un passante di rovescio. Ma la partita in questo frangente era davvero bruttina, ed era lo spagnolo stavolta a giocare un game scriteriato. Fognini ci provava a non tornare avanti, chiamando un “falco” su un servizio a cui aveva tranquillamente risposto, sulla prima palla break. Nella seconda, in questo singolare ciapanò in cui si producevano i due, era il turno di Carreno Busta non chiudere a rete e farsi infilare da un comodo passante dell’azzurro. Sul 4 a 3 i due tornavano a giocare in modo più regolare e a Fognini bastava un po’ d’attenzione nel decimo game per chiudere il set con una buna volée di rovescio. Partita davvero bruttina, con Carreno Busta che non si era mai fatto vedere dalle parti della rete. 
 
Il secondo set non era tanto diverso dal primo. Era lo spagnolo a portarsi avanti di un break e a restituirlo in un modo indecente, sbagliando a rete delle volée davvero elementari. Il che forse spiega perché se ne fosse tenuto lontano nel primo set ma non è sufficiente a far prendere coraggio a Fognini. Il ligure regalava ancora una volta il servizio e stavolta Carreno Busta non aveva bisogno di allontanarsi dall’amata linea di fondo campo per portarsi sul 4 a 1. Sul 40-30 del sesto game lo spagnolo sembrava accusare qualcosa di simile ad uno strappo, ma evidentemente meno grave, alla gamba destra. Il gioco si interrompeva per circa 5 minuti, e al rientro in campo lo spagnolo sembrava guarito, tanto che al successivo cambio di campo non sentiva la necessità di un nuovo intervento del fisioterapista. Fognini – non tanto contento dell’accaduto, ma è Fognini inutile sottolineare le sue intemperanze –  provava a ingarbugliare un po’ le carte con un paio di rovesci slice, ma purtroppo non gli riusciva quasi mai il lungolinea a chiudere. Grazie ad un servizio esterno Carreno Busta pareggiava il conto dei set: 4-6 6-3. 
 
La sensazione di un Fognini in grado di poter prendere il controllo del match svaniva nel terzo game, forse il più importante del match. Fognini andava sotto 0-30 ma con tre prime seguite un paio da dei dritti e un’altra da un rovescio si portava a 40-30. Era bravo qui Carreno Busta ad attaccarsi al game, non concedendo nulla all’italiano che sciupava altre due occasioni per portarsi 2 a 1. Naturalmente a prima palla break Fognini tirava largo un dritto e lo spagnolo si portava avanti. Allo spagnolo era sufficiente tenere il servizio, e il break del settimo game era persino eccessivo e serviva solo ad abbreviare una specie di supplizio. Nell’ultimo game, c’era ancora il tempo per vedere Fognini buttare al vento due palle break e per salvare due match point con un paio di colpi alla cieca. Poi, al terzo match point, Carreno Busta chiudeva con con lo smash. 
 
Partita, come ribadito varie volte, davvero poco appassionante e costellata di errori non solo tecnici, visto che alcune scelte, soprattutto di Carreno Busta sono sembrate poco lucide. Ma alla fine lo spagnolo ha portato a casa il suo secondo trofeo dell’anno e della carriera e da domani sarà numero 32 del ranking, cosa che gli garantirebbe un posto tra le teste di serie di uno slam. Mai stato così in alto.
Fognini? Il ligure rimane numero 48 del mondo, e numero 2 italiano abbastanza distante da Lorenzi. Continuerà a pensare che se avesse avuto voglia non ci sarebbe stata storia. Si vede che non ne aveva.  
Redazione

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