TENNIS – NEW YORK – Di DIEGO BARBIANI. L’ultimo quarto di finale femminile promuove in semi Serena Williams: la numero 1 del mondo vince 6-2 4-6 6-3 contro una bravissima Simona Halep. Adesso penultimo atto contro Karolina Pliskova.
Una vittoria sofferta quando sembrava poter essere una giornata facile per la numero 1 del mondo: 6-2 nel primo set tenendo la rumena costantemente con la testa sott’acqua, 1-0 e tre palle break per allungare anche nel secondo e dare forse una mazzata immediata alla partita.
Invece salvando 7 palle break in tutto, Simona Halep ha iniziato da quel game il suo vero match. Il lunghissimo secondo gioco è costato tantissimo a Serena dal punto di vista fisico, tanto da perdere il servizio nel game successivo e dare modo alla numero 5 del seeding di prendere ancora più fiducia. Halep non se lo è fatto ripetere due volte e ha tirato fuori il meglio del suo repertorio, giocando un secondo set di straordinario livello.
Serena Williams è apparsa invece un po’ appannata, certo i meriti dell’avversaria sono indiscutibili ma il calo avuto nella seconda frazione è un campanello d’allarme non indifferente in vista delle fasi caldissime del torneo. Nonostante la sconfitta, Halep ha messo in mostra un dettaglio: Serena Williams, la giocatrice che nei primi 4 turni aveva concesso solo una palla break in totale e che sembrava viaggiare a velocità tripla per le altre avversarie, può diventare “giocabile”.
Le virgolette, comunque, sono quantomai d’obbligo. La rumena, per ammaestrare il leone che ad inizio del secondo set le stava saltando addosso per finirla, ha dovuto fare una fatica enorme, passare attraverso errori tattici, vincere due game da 38 punti (20 e 18) e sudare tantissimo. Eppure, con un pizzico in più di determinazione stava nascendo un’altra partita. Serena si era irrigidita e gli errori da fondo fioccavano.
Neppure lei, che a New York fino ad ora è sembrata avvolta da un’aura di imbattibilità, è immune alla tensione. Avesse sfruttato una delle 2 palle break ad inizio del terzo set, Halep, il parziale avrebbe avuto tutt’altro copione. Non si parla di una vittoria della n.5 del seeding, ma salendo 2-0 si portava lei per prima in una situazione psicologica molto diversa mentre lasciava l’avversaria in preda a dubbi ed incertezze.
Prima cosa: la mobilità. Quando Halep ha preso il break che ha poi deciso la seconda frazione, ha cambiato registro ed era molto più viva in campo, non facendo più giocare Serena da ferma rispolverando problemi negli spostamenti laterali, soprattutto dopo tanti scambi in cui non colpisce mai più di 2 colpi nello stesso posto. Ed il palleggio di Halep, della migliore Halep, è anche questo: tenere le avversarie sempre in movimento.
Il break nel quarto game del terzo set ha spento tutte le trame bellicose della rumena, ma non la sensazione che le prossime partite non saranno una passeggiata. Karolina Pliskova, assieme ad Halep, è tra le giocatrici più in forma. Sarà alla sua prima semifinale Slam, ma al contrario della rumena può contare su un servizio che non dovrebbe mandarla in affanno costantemente, così come i potenti colpi da fondo. Non avrà la stessa mobilità, ma come Halep oggi dovrà far valere i propri punti forza e far sentire a Serena che lei c’è e non teme il confronto.
Non si parla di squilibri nel grado di favorita alla finale, ma di copioni che fino ad oggi sembravano impossibili da azzardare. Dopo 4 turni “preliminari”, è cominciato anche lo US Open di Serena Williams.
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