TENNIS – NEW YORK – Di PIERO VASSALLO. Il secondo quarto di finale della parte alta del tabellone degli US Open parlerà solo francese: sarà Lucas Pouille a sfidare il connazionale Gael Monfils, battuto Rafa Nadal 6-1 2-6 6-4 3-6 7-6(6).
Thiem, Kyrgios, Tomic, Zverev, Coric, Fritz: nell’affannosa ricerca della nuova stella del futuro i nomi che vengon fuori son sempre gli stessi, raro che si esca dalla cerchia dei sopracitati eppure, mentre questi possibili campioncini steccano per un motivo o per un altro, c’è un giocatore che pochi hanno considerato ma che sta facendo meglio di tutti gli altri.
Con la vittoria su Rafael Nadal in cinque set, Lucas Pouille si è assicurato un posto nei quarti di finale a Flushing Meadows, con possibilità di far partita pari contro il connazionale Gael Monfils. A 22 anni e mezzo il tennista di Grande-Synthe giocherà il suo secondo quarto Slam consecutivo dopo quello disputato un paio di mesi fa a Wimbledon, senza dimenticare l’ottima semifinale al Foro Italico.
Eppure di Lucas Pouille si parla pochissimo: vuoi perché tra bad boy e ragazzini esuberanti il suo carattere mite lo lascia passare inosservato, vuoi perché in Francia i buoni giocatori sono talmente tanti che uno in più non fa notizia. Il risultato maturato nella notte italiana gli attirerà addosso molti più occhi ed è giusto così perché nel tennis di domani ci potrà essere spazio per lui.
Ci sono volute più di 4 ore per piegare Rafa Nadal, oltre 240 minuti in cui ha messo all’angolo lo spagnolo con le sue bordate. Dritto, rovescio e una dimestichezza a rete sempre più rara al giorno d’oggi: il mix vincente per mandare a casa il due volte campione degli US Open. Un successo costruito mattoncino dopo mattoncino, con i suoi meriti e non con i demeriti dell’avversario.
Rafa torna a casa con un’unica colpa: quella di non essere il Nadal di un paio di anni fa. Il giocatore zoppicante di un anno fa non avrebbe mai avuto la forza di arrivare al tie break, quello di oggi sì ma non è abbastanza, non contro avversari che sanno colpire forte e non ti danno respiro. Certo c’era un vantaggio di 4-2 nel quinto set, ma Pouille è stato fenomenale nel recuperare un break di svantaggio.
Il rimpianto, unico e solo, è aver buttato in rete un dritto comodo sul 6-6 del tie break decisivo dopo essere uscito indenne da tre match point: una palla da appoggiare di là che gli avrebbe dato il match point e che invece è diventata una sentenza di morte sportiva, con esecuzione arrivata nel punto successivo per mano del dritto del francese. Il paradosso è che Nadal potrebbe ritrovarsi numero 3 del mondo a fine torneo, ma non basterebbe a farlo sorridere.
Ci sono altri numeri, più duri e preoccupanti: chiude il 2016 senza aver raggiunto i quarti di finale in nessuna prova del Grande Slam e con un totale di appena 280 punti racimolati tra Australian Open, Roland Garros e appunto US Open. L’ultimo quarto Major rimane quello del Roland Garros 2015, per l’ultima semi bisogna riavvolgere il nastro di un anno ancora fino a Parigi 2014. Peraltro questa diventa la prima sconfitta al tie break del quinto set in carriera.
Il buon torneo olimpico non è bastato a nascondere tutti i limiti attuali di un giocatore che continua a far fatica e che evidentemente non riesce più invertire la tendenza, pur con tutta la volontà possibile. L’unica preoccupazione di Lucas Pouille invece sarà quella di farsi trovare pronto per il testa a testa con Gael Monfils, con cui si giocherà un posto in semifinale, ormai conscio del fatto che il suo nome non passerà più sotto traccia.
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