TENNIS – Di Diego Barbiani
NEW YORK. Karolina Pliskova è la prima semifinalista della parte alta del tabellone femminile dello US Open grazie al comodo successo per 6-2 6-2 contro Ana Konjuh. Contro la ceca, al prossimo turno, una tra Serena Williams e Simona Halep che scenderanno in campo questa notte ora italiana all’1.
E’ il decimo successo di fila per la tennista nata nel 1992, recente vincitrice del WTA Premier 5 di Cincinnati, che sta mostrando con grande continuità tutta la bontà del suo gioco anche fuori dai tornei di medio basso livello, dove fu protagonista tra fine del 2014 e fine 2015 con 8 finali e 3 titoli. Dei 5 conquistati in carriera, però, nessuno aveva lo status di Premier: Kuala Lumpur, Hong Kong, Linz, Praga e Nottingham risultano infatti tutti sotto la categoria ‘International’, la più bassa. Nei tornei importanti, inoltre, aveva sempre fallito e negli Slam, nei 16 appuntamenti disputati dal 2012, non aveva mai superato il 3° turno. Una sorta di maledizione, un blocco mentale. Partite perse alle volte da avversarie più improbabili come Andreea Mitu al Roland Garros 2015, Monica Niculescu a Wimbledon dello stesso anno, Anna Tatishvili all’esordio allo US Open di dodici mesi fa. Questa crisi di identità, un paradosso che l’aveva portata lo scorso anno al n.7 del mondo ma senza l’acuto nei grandi tornei… Ora sembra definitivamente alle spalle.
A Cincinnati un primo squillo importante, in un torneo dove mancano entrambe le sorelle Williams e Madison Keys, ma dove è riuscita a battere 3 top-10 (Svetlana Kuznetsova, Garbine Muguruza, Angelique Kerber) ed a mettere le mani sul suo primo Premier, addirittura di categoria Premier 5. Ed ora, a New York, altre 5 vittorie nette ed emozionanti, come quella su Venus Williams al 4° turno che ha fruttato anche il successo odierno. Perché quell’affermazione sulla maggiore delle sorelle Williams ha messo in mostra la volontà e la grinta di una giocatrice additata più volte come distaccata da tutto quello che le accade per via di quello sguardo robotico, per quella facilità nel colpire forte, pulito, la palla e distinguersi ad un primo sguardo solo per la potenza nei suoi colpi. Ora che i risultati cominciano ad arrivare, si possono esaltare anche altre componenti: il timing sulla palla sempre perfetto, la capacità di cambiare impugnatura sul dritto e giocare slice che non sono affatto difensivi ed involontari, ma sono colpi inseriti perfettamente nel proprio bagaglio, la voglia che ha di liberarsi di questa scimmia malefica che si era aggrappata sulle sue spalle: lei che non aveva mai superato il 3° turno Slam nonostante un gioco che ha fatto la fortuna di tante colleghe. Ora è il suo turno, ora è il momento di dare tutto.
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