TENNIS – NEW YORK. Eccoci qui, come ogni mattina (italiana) a farvi rivivere quanto accaduto nella giornata appena conclusa agli Us Open. Siamo al terzo giorno a Flushing Meadows.
MUGURUZA, DOPO PARIGI NIENTE (O QUASI)
Quando ha battuto Serena Williams nella finale del Roland Garros, eravamo tutti convinti di aver trovato una nuova potenziale campionessa. Garbine Muguruza, a 23 anni, aveva tenuto testa alla Williams vincendo con piglio deciso, senza paura e soprattutto sicurezza nei propri mezzi. Insomma, non sembra una meteora, passata lì per caso, ma una giovane con un radioso futuro davanti. Invece dopo Parigi le cose non sono andate decisamente come ci aspettavamo: 7 vittorie e 5 sconfitte, 491 punti in tre mesi, quinto posto attuale nella race e qualificazione al Master tutt’altro che scontata (almeno stando ai punti). E’ ancora giovane ed ha tutto il tempo di riprendere la retta via, imparando dagli errori commessi nel post Roland Garros, ma non è la prima volta che vediamo una giocatrice arrivare al top in una stagione e poi perdersi senza più ritrovarsi nel corso della carriera. Speriamo di sbagliarci.
KERBER INVECE…
Discorso esattamente opposto invece per Angelique Kerber. Lei sì che, a 28 anni, sembrava avesse giocato il torneo della vita, sorprendendo Serena Williams in finale in Australia, ma destinata a fermarsi lì. Una giocatrice di ottimo livello, ma probabilmente incapace di gestire la vittoria di uno Slam. Invece, dopo qualche mese di assestamento, Angie è ripartita: a correre, lottare, soffrire ma vincere. Finale a Wimbledon e alle Olimpiadi. Ora si gioca il numero 1 con Serena e il pubblico le sta dando un gran sostegno, cosa che non ci si aspetterebbe in casa della Williams. Segno di un apprezzamento incondizionato ed anche un grazie per aver reso un po’ più avvincente l’estate della Wta.
NADAL IN NETTA RIPRESA, E’ IL FAVORITO PER LA FINALE?
Rafa Nadal si è messo definitivamente alle spalle l’infortunio al polso e sta tornando a giocare con una certa sicurezza. Tralasciando i primi due avversari avversari, (Istomin e Seppi non erano in grado, allo stato attuale, di metterlo in difficoltà), lo spagnolo sempre comunque destinato ad arrivare avanti nel torneo. Forse addirittura in finale. Eh ma c’è Nole Djokovic da quella parte, direte voi. Certo, e il numero 1 del mondo non va certo dimenticato. Ma sta attraversando un periodo difficilissimo, tra piccoli infortuni e problemi personali che ne hanno minato la tranquillità e la spaventosa sicurezza dei primi sei mesi dell’anno. Non è più circondato da quell’aura di onnipotenza, ora è vulnerabile, e gli avversari lo sentono. Inoltre Milos Raonic ha salutato il torneo, perdendo contro Ryan Harrison anche, e soprattutto, a causa di qualche guaio fisico.
UN MERCOLEDI’ DI PASSIONE
A proposito di guai fisici, questa terza giornata non è stata facile per i protagonisti in campo. Raonic appunto, ma anche Cibulkova e Konta sono stati sorpresi da problemi fisici che hanno trasformato i rispettivi match in veri e propri drammi. A farne le spese è stato il canadese, che nel terzo set ha chiesto l’intervento per fastidi ad un polso (anche lui!) e, pare, anche alla gamba sinistra. Dominika Cibulkova invece si è salvata contro Eveniya Rodina, La slovacca, dopo aver perso il primo set, è rimasta vittima dei crampi nel tentativo di recuperare. Ce l’ha messa tutta, finendo in lacrime. E’ stata però Johanna Konta a spaventare di più: la britannica sembrava addirittura essere svenuta in campo. Iperventilazione, ha poi spiegato, «ho sentito il mio corpo tremare, il respiro farsi più irregolare e mi sono mancate le forze, ogni tanto mi succede». Tra MTO e toilette break è stata però fuori una ventina di minuti, che le hanno consentito di riprendersi e vincere poi 6-2 il terzo set, con la sua avversaria, Tsvetana Pironkova, che era piuttosto seccata per la lunga attesa.
OSAKA, CICI BELLIS, SEVASTOVA: A VOLTE RITORNANO
Classe 1999, CiCi Bellis è la stellina che nel 2014, con una wild card, si ritrova in tabellone a New York e batte al primo turno Dominika Cibulkova, scatenando l’entusiasmo del pubblico. Di lei si sono poi perse le tracce, a livello di circuito maggiore, fino a questo torneo. Due anni fa, nonostante il gran clamore, si fermò al secondo turno. Quest’anno invece è arrivata al terzo dopo aver battuto la connazionale Shelby Rogers al secondo. Al terzo turno c’è anche Naomi Osaka, la giapponese cresciuta in Florida che non parla giapponese. A fine match, dopo la vittoria su Duan, le hanno pure mandato in campo una giornalista del Sol Levante, visti i tanti tifosi giapponesi presenti, e lei: «Scusate, non so ancora parlare giapponese, ma mi sto esercitando, giuro!».
Nel caso di Anastasija Sevastova si tratta di un ritorno vero e proprio. La lettone si era infatti ritirata dal tennis nel 2013. E’ rientrata solo lo scorso anno, partendo dai tornei da 10.000 $. Dodici mesi fa era arrivata agli Us Open da 149 del mondo, già «felice di poter essere a New York nelle qualificazioni», dove perse al primo turno. Figuriamoci quanto è felice ora, 100 posizioni più avanti nel ranking e autrice della sorpresa di giornata.
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