TENNIS – Di PIERO VASSALLO. L’ultimo Slam dell’anno premia Stan Wawrinka e Angelique Kerber, ma ne escono bene anche Lucas Pouille e Karolina Pliskova. Finisce il regno di Serena Williams, mentre Andy Murray potrebbe aver sprecato una bella occasione.
UP
Stan Wawrinka
Quando il gioco si fa duro, Stan Wawrinka inizia a giocare. Dopo una prima settimana stentata, nel momento decisivo dello Slam americano “Stanimal” ha ritrovato il suo miglior tennis, e non è un caso. Per il terzo anno di fila porta a casa un Major, lo fa battendo in finale il numero 1 del mondo proprio come a Melbourne e a Parigi e diventa il più anziano a conquistare un torneo dello Slam dall’Australian Open del 2003, quando Agassi si impose a 32 anni compiuti. Numeri da grande campione per uno che adesso può puntare a un incredibile Career Slam.
Angelique Kerber
La rincorsa di Angie è finita: è lei la nuova numero 1 del mondo del tennis femminile e non c’era modo migliore di festeggiarlo che con il titolo a New York. Il secondo titolo Slam di un’annata straordinaria per una giocatrice che ha saputo migliorarsi in modo esponenziale e ha saputo reggere la pressione di essere una vera “big”. In tante si sono bloccate subito dopo aver centrato un grande obiettivo, la tedesca invece ha colto la palla al balzo e ha continuato a vincere: come solo le vere campionesse sanno fare, con buona pace di chi ancora non vuole riconoscere i suoi immensi meriti.
Lucas Pouille
Gli US Open 2016 hanno rivelato al grande pubblico il talento di Lucas Pouille, francesino di 22 anni capace di mandare a casa Rafa Nadal negli ottavi. Tra le tante stelle nascenti quella di Pouille era tra le meno chiacchierate: profilo basso, carattere mite fuori dal campo, quasi una rarità in mezzo ai ragazzini terribili di oggi. A parlare però ci pensano i risultati: due quarti di finale Slam consecutivi e un tennis di grande qualità, in patria hanno già trovato il giocatore del futuro.
Karolina Pliskova
Seppur ancora molto giovane su di lei iniziavano ad addensarsi i primi dubbi: forte sì, ma continuamente un flop nei tornei più importanti. In poche settimane la ceca ha spazzato via tutte le incertezze vincendo a Cincinnati e sfatando il tabù Slam – non era mai andata oltre il terzo turno – spingendosi fino alla finale grazie al successo su Serena Williams. Ha delle armi straordinarie, se lavorerà bene a livello fisico sarà di sicuro una delle giocatrici da battere nell’immediato futuro.
DOWN
Serena Williams
Dopo oltre 3 anni e 186 settimane consecutive la minore delle Williams abdica e lascia il trono WTA, proprio quando mancava una sola settimana per superare il record di Steffi Graf – quello delle settimane totali era comunque lontanissimo. Non è minimamente paragonabile al KO di un anno fa contro Roberta Vinci, ma anche questo è pesante da digerire. Chissà se e quanti tornei giocherà da qui a fine anno e quante motivazioni le restano per il futuro.
Andy Murray
Per la prima volta dopo anni Novak Djokovic sembrava avere qualcuno davanti a lui nell’ipotetica griglia di partenza verso il titolo di un grande torneo. Andy Murray era il giocatore più in forma e viveva il miglior momento della carriera, facile dirlo adesso ma in un’eventuale finale con Nole – complici le condizioni precarie del serbo – sarebbe stato il favorito. Invece il suo torneo è finito nei quarti, fermato da un grande Kei Nishikori e da un “gong” che gli ha mandato in tilt i circuiti.
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