Challenge Round. Muguruza: un anno incredibile, ma è tempo di ripartire

TENNIS – DI FABRIZIO FIDECARO – Nel 2016, a parte l’impresa compiuta al Roland Garros, Garbine Muguruza ha stentato a esprimersi ai massimi livelli. Per lei resterà comunque un anno memorabile, ma è tempo di proiettarsi verso nuovi traguardi.

«Sento che niente può essere triste quest’anno, dopo che ho vinto uno Slam. Non importa che cosa succede, è già una stagione incredibile». Pensieri e parole di Garbine Muguruza. Una verità sacrosanta espressa in modo sintetico ed efficace. Il titolo conquistato al Roland Garros, primo in carriera nei Major, dà un sapore ben diverso al 2016 della giovane spagnola, che, dopo la finale raggiunta a Wimbledon nella scorsa annata, ha confermato di poter essere competitiva ai massimi livelli nell’agguerritissimo circuito femminile.

Però, al di là dell’exploit parigino, non si può davvero dire che Garbine stia disputando una stagione all’altezza delle sue potenzialità. Negli eventi valevoli per il ranking mondiale giocati prima del French Open ha messo insieme 11 vittorie e 9 sconfitte, dopo i successi sono stati appena 6, tanti quanti le battute d’arresto. Al bilancio vanno aggiunte quattro affermazioni su quattro in Fed Cup e due su tre ai Giochi Olimpici di Rio, dov’è uscita negli ottavi.

Roland Garros a parte, l’iberica non è stata in grado di raggiungere neanche una finale. Due i piazzamenti in semifinale, a Roma e a Cincinnati, e tre nei quarti, a Doha, Stoccarda e Tokyo (negli ultimi due casi dovendo vincere solo un incontro per approdarvi). Nei Major, al terzo round degli Australian Open si sono aggiunti i due secondi turni a Wimbledon e agli US Open. Insomma, non esattamente un bilancio da affermata top player, tanto è vero che nella Race, nonostante il ricchissimo bottino francese, Garbine è “solo” sesta, con il posto fra le otto “Maestre” di Singapore ancora in bilico. Senza la vittoria Slam, figurerebbe addirittura ben oltre la ventesima posizione.

E dire che a inizio giugno era numero 2 Wta e sembrava pronta a sferrare l’ultimo assalto alla vetta, scalzando così quella Serena Williams da lei appena fermata nel match clou dei Campi Elisi. La “sbornia” post-Slam non le ha consentito di stabilizzare il proprio rendimento e sono stati molto più numerosi i “bassi” degli “alti”.

Intendiamoci, nulla di troppo preoccupante, quanto meno per il momento. La ragazza nata a Caracas non ha ancora compiuto ventitré anni (li festeggerà a breve, l’8 ottobre) e alla sua età una certa incostanza è preventivabile, ancor più dopo un picco così alto. Anche l’anno scorso, in fondo, Garbine aveva alternato prove fantastiche ad altre decisamente sotto tono, persino nel corso dello stesso torneo. E non si può non menzionare il fatto che tre delle cinque giocatrici che la precedono nella classifica dell’anno solare (Halep, Pliskova e Radwanska) non hanno mai vinto uno Slam pur essendo più “anziane” di lei.

Quindi, soppesando bene ogni aspetto, alla fin fine non si può che darle ragione: questo, comunque andrà a finire, resterà un anno indimenticabile per lei. Da qui in poi l’importante sarà lavorare duro, specie sul piano mentale, per far sì che ne seguano altri, ugualmente degni di essere scolpiti nella memoria.

 

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