TENNIS – Di Diego Barbiani
NEW YORK. Mancano 3 giorni al momento in cui scatterà lo US Open, ultima prova Slam di un 2016 che ha vissuto di volti nuovi, storie incredibili, 3 vincitrici diverse su 3 prove Major fin qui disputate.
Chi se lo poteva immaginare? E così, a poco più di 2 mesi dalla fine della stagione è ancora tutto in ballo: sia il posto da n.1 nel ranking “normale”; sia quello nella Race. Angelique Kerber dopo aver mancato l’incrediible chance di diventare regina della WTA a Cincinnati partirà con 460 punti di vantaggio su Serena Williams. Questo vorrà dire che se la 22 volte vincitrice di una prova Slam vorrà provare a confermarsi al primo posto dovrà quantomeno raggiungere la semifinale.
Kerber-Williams-Graf, un filo conduttore le sta legando fin da inizio anno. Steffi è l’idolo, ormai ribadito più e più volte, di Angelique che già a Melbourne, nella sera della sua impresa, doveva “fare i conti” con la presenza dell’indimenticata connazionale. Le tante domande dei giornalisti presenti sui consigli che la campionessa le potrebbe dare, su cosa ha significato per lei questa vicinanza, quanto effettivamente sia cresciuta dal loro primo incontro. Era marzo del 2015, da lì in poi Kerber è risalita dal n.14 del mondo vincendo 6 tornei su 9 finali (10 se si considera anche quella olimpica) e nei momenti più importanti aveva sempre a che fare anche con chi, adesso, domina il circuito femminile.
Serena Williams era dall’altra parte della rete in Australia, la sera della finale, era la sua avversaria anche nella finale di Wimbledon, il giorno in cui Kerber capì definitivamente che quanto accaduto dall’altra parte del mondo non fu solamente un particolare allineamento di pianeti. Quel giorno, a Londra, la resistenza della tedesca fu ancora una volta di altissimo livello, ma a fare la differenza fu il servizio implacabile della sua avversaria. Chissà se si dovessero ancora affrontare nella Grande Mela… L’unica cosa certa è che la sfida, che nel caso sarà una finale, varrà la prima posizione mondiale. Kerber ci proverà, conscia del fatto che questa è l’ultima vera chance che avrà a disposizione prima di dover ricostruire tutto fronteggiando cambiali da subito pesanti. Ci proverà anche, sotto sotto, per impedire che Serena possa essere n.1 al mondo il 12 settembre, giorno in cui comincerebbe la centottantasettesima settimana consecutiva da n.1, dato che le darebbe il primato assoluto staccando in maniera definitiva… Proprio Steffi Graf. Kerber-Williams-Graf, un triangolo che sta monopolizzando il 2016 femminile.
Dodici mesi fa New York viveva una delle giornate più inimmaginabili, a livello femminile. Nel 2014 Novak Djokovic e Roger Federer furono superati da Kei Nishikori e Marin Cilic, l’anno successivo gli americani erano pronti ad accogliere Serena Williams come la prima a completare il Grande Slam dopo (indovinate!) Graf nel 1988. Quel giorno, l’11 settembre, la statunitense scendeva in campo contro Roberta Vinci, che passo dopo passo riuscì nell’impresa che ha segnato (e segnerà…) la sua vita. In finale, ad attendere la tarantina, Flavia Pennetta. Lo scriviamo consci di non sognare, eppure ancora oggi sembra tutto così irreale. Vinci e Pennetta che eliminano le n.1 e 2 del mondo e vanno a giocarsi un titolo Slam, 2 ragazze cresciute assieme, nate a pochi chilometri di distanza. Chiunque, appassionato o meno, quel giorno ha vissuto con la pelle d’oca e l’adrenalina che non voleva saperne di diminuire.
Quest anno saranno 4 le nostre rappresentanti, ed ancora una volta purtroppo si deve registrare l’assenza di azzurre nel tabellone di qualificazioni. Avere anche solo una giocatrice ai quarti di finale, al momento, sarebbe oro: Vinci sta convivendo da mesi con difficoltà fisiche e, forse, sta vivendo gli ultimi scampoli della carriera; Sara Errani ha raggiunto la semifinale nel 2012 ed i quarti nel 2014, ma quest anno sta ancora faticando tanto con molte partite girate male per nulla ed una classifica che, per poco, non l’avrebbe compresa tra le teste di serie di uno Slam per la prima volta dal inizio 2012; Karin Knapp e Camila Giorgi, per diversi motivi, stanno vivendo un anno molto altalenante.
Il capitolo “outsiders”, in campo femminile, è sempre molto popolato. La favorita d’obbligo è Serena Williams per tradizione ed esperienza, oltre che talento e status di campionessa, però è anche vero che a parte 3 apparizioni così così a Rio non vede il campo da tennis dalla finale di Wimbledon a causa di dolori alla spalla. Immaginarla fuori prima dei quarti di finale è difficile, anche se agli ottavi troverà una giocatrice tra Petra Kvitova, Johanna Konta, Samantha Stosur e Timea Bacsinszky. Da lì in poi, però, la situazione potrebbe farsi interessante. Esclusa lei, una Garbine Muguruza mai effettivamente brillante in stagione escluse le 2 settimane parigine, una Kerber ormai da considerare tra le migliori, il resto sono tutte possibili outsiders a partire da Simona Halep, che ha vissuta un’estate superlativa ma che negli Slam non è più riuscita a stupire come a Parigi nel 2014. Da lì si contano altre 2 semifinali (Wimbledon 2014 e US Open 2015), ma anche diverse uscite nei primissimi turni. Non dimenticandoci neppure di Petra Kvitova che avrà pure disputato una stagione sottotono, ma rimane comunque una due-volte vincitrice di Slam pur non avendo mai brillato a Flushing Meadows.
Questi sono solo alcuni dei temi principali, che svilupperemo mano a mano che il torneo evolverà e porterà alla luce protagonisti più e meno attesi.
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