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US Open – Più Murray che Djokovic? Cilic ha voglia di ripetersi, Raonic cerca conferme

TENNIS – Di PIERO VASSALLO. Consueto appuntamento con la griglia di partenza pre-Slam: stavolta tocca agli US Open, ultimo Major dell’anno che non avrà Federer ai nastri di partenza per la prima volta dal 1999. Per la prima volta Andy Murray potrebbe essere più favorito di Novak Djokovic, attenzione a Marin Cilic, incognita Nadal.

PRIMA FILA: 1) Andy Murray 2) Novak Djokovic

Avete letto bene, Andy Murray davanti a Novak Djokovic. Abbiamo perso il conto del numero dei tornei in cui il serbo è stato considerato “in pole” virtuale, ma dopo quanto accaduto quest’estate non è una bestemmia mettere lo scozzese davanti a tutti. Murray è il tennista più in forma, ha vinto Wimbledon e il torneo Olimpico e si è arreso solo in finale nel Masters 1000 di Cincinnati. Senza dubbio è nel miglior momento della carriera e può davvero pensare a scalzare Djokovic dal trono ATP. Il serbo si è spento dopo aver cancellato l’ossessione Roland Garros: ha vinto a Toronto ma ha fallito a Londra e a Rio, inoltre sembra alle prese con un problema al polso che non lo lascia sereno. Tutti motivi che ci spingono a farlo scendere dal gradino più alto e a metterlo “solo” in seconda posizione. Sta al cannibale di Belgrado smentirci.

SECONDA FILA: 3) Marin Cilic 4) Milos Raonic

Marin Cilic ha sentito aria di New York e si è svegliato. In realtà già a Wimbledon – eliminato nei quarti da Roger Federer – aveva dato qualche segnale di vita incoraggiante, poi la separazione da Goran Ivanisevic e la nuova partnership con Jonas Bjorkman, inaugurata come meglio non poteva con il trionfo a Cincinnati. A Flushing Meadows ha raggiunto almeno i quarti nelle ultime tre partecipazioni, nel 2014 stupì tutti arrivando al titolo e un anno fa non subì la pressione del dover difendere 2000 punti e chiuse con una buona semifinale. Quarto posto per Milos Raonic, per lui parlano i risultati: è il terzo giocatore nella classifica Race alle spalle di Djokovic e Murray, dunque il più continuo dopo i due inarrivabili. Vanta una semifinale a Melbourne e la finale a Wimbledon, il problema è che non ha un buon feeling con gli US Open: non è mai andato oltre gli ottavi di finale.

TERZA FILA: 5) Kei Nishikori 6) Rafael Nadal

Una finale a Toronto e un bronzo alle Olimpiadi di Rio. Questo il buon bottino di Kei Nishikori in questa estate sul cemento, per lui che deve scrollarsi di dosso l’etichetta di “eterno piazzato”. Ci era quasi riuscito due anni fa, proprio a New York, battendo Djokovic in semifinale senza però impensierire Cilic in finale. Può riprovarci quest’anno, anche se per arrivare in fondo dovrebbe superare l’ostacolo Murray, che al momento sembra proibitivo. Nadal invece è un mistero. Rientrato a Rio dopo due mesi di inattività è arrivato in fondo in doppio e si è giocato la “finalina” in singolare. Poi a Cincinnati è stato triturato da Borna Coric in una maniera talmente impressionante da aver sollevato nuovi dubbi sulle sue condizioni fisiche. Come si presenterà lo spagnolo a Flushing Meadows? Il tabellone è buono fino ai quarti, poi con Raonic sarà dura.

QUARTA FILA: 7) Stan Wawrinka 8) Juan Martin Del Potro

Una delle ultime occasioni per rendere migliore una stagione obiettivamente non esaltante. Stan Wawrinka ci aveva abituato bene – forse troppo – ecco perché una semifinale Slam e tre titoli non bastano a far brillare un 2016 costellato di tante brutte sconfitte. Che il momento d’oro sia finito? Possibile, ma mai dare per morto Stanimal, a cui l’urna ha consegnato un tabellone parecchio insidioso sin dalle prime battute. Ottava piazza, quesi di stima, per Juan Martin Del Potro. Le gesta olimpiche sono ancora vive nella sua mente, qui però è tutto diverso e dover giocare tutti i match tre set su cinque non lo aiuta, quanto meno ha la certezza di non incontrare nessuno dei primi 4 prima dei quarti. Pensare a un Delpo vincitore è quasi fantascienza, però può fare un buon torneo.

Piero Vassallo

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