TENNIS – Di Diego Barbiani
US OPEN. Nessun match è facile, nessuna giocatrice ti regalerà qualcosa. Questa è la morale che Angelique Kerber prende dalla vittoria per 6-2 7-6(7) contro Mirjana Lucic Baroni, in un match che nascondeva delle insidie e che, effettivamente, ad un certo punto si stava facendo molto delicato.
Se la campionessa dell’Australian Open vorrà completare la sua rincorsa al n.1 ed ottenere un altro ottimo piazzamento Slam nella Grande Mela, non dovrà commettere l’errore di abbassare la guardia neppure sul 6-2 4-1 e servizio. E la croata, giocatrice imprevedibile se ce n’è una, da una situazione quasi spacciata ha costruito passo dopo passo (o meglio, sassata dopo sassata) una rimonta che l’ha spinta fino a 3 set point. In quel momento, però, Kerber ha trovato qualcosa che forse non si aspettava. Non nel suo tennis, che a conti fatti non è mai calato in maniera drastica, ma nel pubblico.
E’ stato tra le prime cose che ha segnalato nell’intervista a bordo campo a fine partita, forse stupita anche lei di sentire tante urla ed incitamenti nei suoi confronti. Essere in casa di Serena Williams, la principale antagonista non solo al titolo ma anche al trono del circuito WTA, eppure essere spinta a tal punto da riemergere in più occasioni dal 5-4 Lucic. “Avevo un gran vantaggio, ma lei è così: può essere sempre pericolosa”. Già un mese fa, a Montreal, Lucic Baroni riuscì a portarla al terzo set. Quella però era un’altra Kerber, tra l’altro reduce dal ritiro di Bastad per problemi al gomito e non ancora ripresasi al meglio dalla finale di Wimbledon. Ora è più carica, vedendo un traguardo forse insperato a questo punto della carriera. Sa di avere un vantaggio, ma sa anche che questo vantaggio sarà pari a zero se lei non farà strada e Serena (come ha mostrato ieri sera contro Ekaterina Makarova) dimostra di essere una schiaccia sassi.
Sul 6-2 4-1 ha avuto una leggera flessione, tanto è bastato a dare spinta e fiducia all’avversaria. Una serie di vincenti, un quarto d’ora di tennis sensazionale, e la partita aveva tutt’altro registro. Sul 4-5 Kerber ha servito con tutta la pressione possibile rimanendo sempre dietro nel punteggio. 0-15, 15-30, 30-40. Si è tirata su, ma ancora non è bastato. Lucic ha trovato per due volte un minibreak di vantaggio nel tie-break, una delle quali sul 5-5 con una risposta vincente di rovescio su una seconda molto tenera. In tutta quella fase Kerber non poteva far altro che difendersi. Aveva rinunciato ad attaccare, per il semplice fatto che l’altra non glielo concedeva più. Palle profonde, pesantissime, e lei pur di non perdere campo costretta ad inginocchiarsi ed a giocare in controbalzo. E’ maestra, in questo, eppure non era lei ad avere in mano le redini del gioco. Nonostante tutto, la croata è venuta meno nelle fasi più delicate, consegnando la vittoria al primo match point.
Il cammino è lungo. Lo era a Cincinnati, quando correva da sola, qui che il testa a testa con Serena Williams c’è, la situazione è ancora più tosta. Intanto è al terzo turno, forse nel migliore dei modi: senza sprecare troppe energie. L’importante, per lei, è che questa partita diventi un monito: nessun match è facile, nessuna giocatrice ti regalerà qualcosa.
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