TENNIS – DI FABRIZIO FIDECARO – Angelique Kerber è vicina al sorpasso nei confronti di Serena Williams in vetta al ranking Wta. La tedesca è cresciuta moltissimo quest’anno, ma ancora non è riuscita a mettersi l’americana alle spalle, nonostante abbia giocato ben più di lei.
Se domenica Angelique Kerber avesse sconfitto Karolina Pliskova nella finale di Cincinnati, sarebbe divenuta la nuova numero uno del mondo, scalzando Serena Williams dalla vetta dopo tre anni e mezzo ininterrotti. L’assalto della mancina tedesca è comunque solo rimandato, dato che il sorpasso potrebbe avvenire già al termine degli US Open. L’avvicendamento al vertice sarebbe salutato come un evento storico nel tennis femminile, ma, a ben vedere, c’è da stupirsi soprattutto che ciò non sia già avvenuto da tempo.
Al riguardo un dato è significativo più di ogni altro: negli ultimi dodici mesi Serena ha giocato complessivamente sette tornei validi per la classifica (uno nel 2015 e sei nel 2016), Angelique ventidue (sei nel 2015 e sedici nella stagione in corso), ossia più del triplo. Ebbene, ciò nonostante, la migliore delle inseguitrici non è ancora riuscita a completare la sua opera.
Dopo l’amara semi persa con Roberta Vinci a New York, la pantera di Compton si è assentata dal circuito per oltre quattro mesi. È rientrata a gennaio, perdendo la finale degli Australian Open proprio con la Kerber; poi si è arresa nel match clou anche a Indian Wells (con Vika Azarenka) e al Roland Garros (con Garbine Muguruza), uscendo negli ottavi a Miami (per mano di Svetlana Kuznetsova). Unici due centri, pur assai pesanti, Roma e Wimbledon.
Quanto alla Kerber, nelle ultime sei uscite del 2015 ha raggiunto giusto una finale, persa con Jelena Jankovic a Hong Kong, e una semi, a Wuhan. Nell’anno nuovo ha conquistato il suo primo Slam a Melbourne, aggiungendovi il solo titolo di Stoccarda. Poi le finali perdute a Brisbane (Azarenka), Wimbledon (Serena) e Cincinnati (Pliskova), oltre a quella, non conteggiata nel ranking, ai Giochi Olimpici di Rio (Puig). In più tre piazzamenti in semifinale (Miami, Charleston e Montreal), ma, nei Major, la brutta uscita al debutto parigino contro Kiki Bertens.
Un bilancio senz’altro molto positivo, quello della 28enne di Brema, che ha compiuto un deciso salto di qualità riuscendo a staccarsi nettamente dal resto della concorrenza: non ancora sufficiente, tuttavia, per compiere l’ultimo passettino in avanti, quello più difficile e prestigioso. Presumibile sia solo questione di tempo, ma il fatto che, nonostante abbia disputato oltre il triplo dei tornei, la più forte delle “altre” non sia ancora riuscita a scalzare dal primo posto la quasi 35enne e piuttosto acciaccata rivale fa riflettere.
Al contempo non si può dimenticare che l’antagonista della Kerber è una tra le maggiori fuoriclasse di ogni epoca, una campionessa che ha travalicato i confini della propria disciplina per entrare direttamente nella leggenda dello sport in senso assoluto. E allora, tutto sommato, possiamo vederla così: che nessuna sia ancora riuscita a scavalcarla nel ranking Wta, malgrado le sue mille traversie e la scarsa attività, non fa che aggiungere ulteriore luce (seppur riflessa) alla già brillantissima stella di Serena. La quale, in fondo, non ne avrebbe nemmeno alcun bisogno.
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