TENNIS – Di Diego Barbiani
COPPA DAVIS. Argentina e Croazia festeggiano, Italia e USA piangono. Oltre a loro, però, c’è molto di più: il giorno dopo il weekend di Coppa Davis manda tante nazionali in paradiso, mentre altre si leccano le ferite. Vediamo un breve riepilogo.
WORLD GROUP. Fa male dirlo, ma tra le 2 nazionali che devono mangiarsi le mani per l’eliminazione c’è anche l’Italia. Corrado Barazzutti ha sempre scelto di giocare sulla terra battuta, l’ha fatto anche contro la Spagna nel 1° dei due spareggi per il World Group, quello giocato in casa, non poteva non farlo in questa occasione. Perdere contro una buona Argentina, ma priva dell’elemento, del giocatore determinante (mettere Juan Martin Del Potro solo per il doppio era un vantaggio da sfruttare, ma ci si sono messi errori anche nella semplice fase di posizionamento dei giocatori in campo che hanno fatto perdere 2 set…), fa male per 1000 motivi: la Svizzera autoeliminatasi ancor prima di scendere in campo, Francia e Repubblica Ceca l’una contro l’altra, tanti big assenti per via dell’anno Olimpico e via discorrendo. Per l’11° volta nelle ultime 15 edizioni, invece, i sudamericani sono tra le migliori 4 nazionali al mondo. Ora voleranno in Gran Bretagna e soprattutto, per metà settembre, Del Potro potrebbe essere pronto per competere anche in singolare. Se ci sarà Andy Murray, lo spettacolo sarà garantito. Diversamente, per i campioni in carica potrebbe profilarsi un fine settimana dove i favori del pronostico, nonostante la superficie, non sarebbero completamente dalla loro.
Dall’altra parte ancora una volta la Francia vuole recitare il ruolo di favorita. L’ha dimostrato anche nell’ultimo weekend: nonostante uno Tsonga a mezzo servizio, la Repubblica Ceca (priva di Tomas Berdych) è stata spazzata via abbastanza facilmente. Soprattutto, hanno un fattore dalla loro che in Davis è determinante: un doppio con entrambi i giocatori esperti della specialità (Herbert e Mahut sono n.1 del mondo) il che crea ampia scelta per i singolaristi dove, davvero, hanno un’abbondanza infinita. Diverso invece il discorso per i balcanici, che sì hanno trovato un ottimo singolarista (Borna Coric) da affiancare all’esperto Marin Cilic, ma entrambi non sono immuni da passaggi a vuoto più o meno significativi. Da evidenziare comunque la grande rimonta fuori casa contro gli Stati Uniti dopo una prima giornata terrificante, dove Cilic ha sprecato occasioni su occasioni rimediando una nuova sconfitta da 2 set sopra e Coric era stato spento dal bombardamento di Isner. Sensazione è che il punto del sabato, ancora una volta, sarà fondamentale.
GRUPPO 1. La Spagna fa il suo dovere e batte 3-1 la Romania, qualificandosi per i playoff di settembre dove sarà testa di serie. Difficile sapere ora chi sarà della partita, ma Conchita Martinez è riuscita quantomeno a ricreare il gruppo spaccato dalle aspre critiche ai danni della capitana precedente, Gala Leon. Oltre alle Furie Rosse, tra le teste di serie avremo: Svizzera (1), Belgio (2), Australia (3), Canada (4), Kazakistan (5), Germania (7), Giappone (8). Fuori da questo gruppetto: Brasile, Cile, Indian, Polonia, Russia, Slovacchia, Ucraina, Uzbekistan.
Quello che forse più di tutti sorprende è il Cile. Al timone dei sudamericani c’è Nicholas Massu, oro olimpico in singolare e doppio a Sydney, nel 2000. Il loro weekend era cominciato con quella che Marcelo Rios aveva definito: “La vergogna più grande della mia vita”. L’ex n.1 del mondo si riferiva alle condizioni disastrate del campo scelto per la sfida alla grande favorita Colombia, dove la pioggia dei giorni precedenti aveva reso impossibile i lavori di manutenzione. Risultato? Le sfide del venerdì sono state tutte rinviate ed un nuovo rinvio avrebbe dato loro la sconfitta a tavolino. Alla fine si è risolto tutto per il meglio, e con grande sorpresa sui vari pronostici la nazionale di casa ha superato i colombiani 3-1. C’è una macchia, però: il 3° singolare è stato vinto da Gonzalo Lama su Santiago Giraldo per ritiro di quest ultimo sotto 6-4 5-2. Nessuna motivazione apparente, se non la non voglia di rimanere a giocare su un campo, per lui, inagibile. Su Twitter sono state decine e centinaia i commenti di condanna verso il loro n.1, che ha di fatto obbligato la sua squadra alla sconfitta ed ad un altro anno di purgatorio.
Molto sofferta la vittoria dell’Ucraina ai danni dell’Austria, presentatasi con una squadra rimaneggiatissima dove Jurgen Melzer, tornato da qualche settimana alle gare dopo 9 mesi di stop ed attualmente al n.414 del ranking mondiale. Ebbene, quella che sembrava fosse una passeggiata si è trasformata in una lotta all’ultimo punto. L’hanno spuntata gli ucraini 3-2, ma Sergiy Stakhovsky ha dovuto ricorrere ad un 4° set al fotofinish per avere la meglio su Dennis Novak nell’ultimo singolare, sul punteggio di 2-2. Mattatore austriaco? Melzer, Jurgen. Proprio lui, con il successo nel doppio del sabato che ha dimezzato lo svantaggio e nel primo singolare della domenica che aveva dato il 2-2.
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