TENNIS – WIMBLEDON – Di PIERO VASSALLO. Meno uno alla 130esima edizione dei Championships: se nel femminile la leadership di Serena Williams inizia a scricchiolare, nel maschile quello di Novak Djokovic è un monologo che rischia di sfociare in uno dei più grandi risultati di tutti i tempi (leggasi Grande Slam). Quali sono le reali alternative al serbo?
Il numero 1 del mondo è reduce da tre finali consecutive sui prati di Church Road, ha vinto le ultime due contro Roger Federer ed è indiscutibilmente il favorito per eccellenza anche quest’anno. Abbiamo provato a stilare un’ipotetica griglia di partenza, consci del fatto che sono ben pochi i nomi davvero buoni per ambire al titolo nello Slam per eccellenza.
1° FILA: 1) Novak Djokovic 2) Andy Murray
Come accennato, il serbo ha dalla sua parte tutti i favori del pronostico: ha finalmente completato il Career Grand Slam liberandosi dell’ossessione Parigi, è reduce da due titoli consecutivi a Wimbledon, ha vinto quattro Major di fila – non accadeva dal 1969 – ed è, neanche a dirlo, il più forte di tutti. Il tabellone poi non offre insidie così pericolose prima dei quarti: Querrey al terzo turno e Kohlschreiber al quarto sono il peggio che può capitargli. E allora cosa può impedire a Djokovic di aggiornare il contatore a quota 13? La reunion tra Andy Murray e Ivan Lendl può essere una buona risposta. Lo scozzese quest’anno ha già disputato due finali Slam, pur con ampio distacco è il giocatore migliore dopo Djokovic ma con l’ex numero 1 del mondo nuovamente nel suo box le cose possono cambiare. Non è un caso che nel periodo della prima partnership Murray abbia vinto tutto ciò che di importante ha nel suo palmares: con Lendl al seguito “Muzza” è un giocatore diverso, meno incline a quelle distrazioni e quei momenti di “scazzo” che lo rendono così vulnerabile di fronte al mostro serbo.
2° FILA: 3) Roger Federer 4) Milos Raonic
Wimbledon 2016 e l’enigma Federer: lo svizzero ha chance di vittoria oppure no? Difficile dirlo, dopo mesi passati a curare prima il menisco e poi la schiena, Roger è tornato a giocare con continuità soltanto all’inizio della stagione erbivora. Tra Stoccarda e Halle ha raccolto due semifinali, ha fatto qualche passo avanti ma inutile nascondersi dietro un dito: il vero Federer non perde sull’erba contro Zverev e Thiem, bravissimi e con un futuro da star ma ancora comprensibilmente acerbi. Quindi Federer sì o Federer no? Nì, verrebbe da dire. Il tabellone infatti dà una mano all’elvetico – Pella, Berankis, Dolgopolov, Simon, Nishikori o Cilic – e quindi dovesse arrivare alla seconda settimana in buone condizioni perché non iniziare a pensare al titolo numero 8? In quarta posizione c’è Milos Raonic, che ha assunto John McEnroe apposta per l’appuntamento erbivoro. Il canadese è il miglior prodotto della generazione di inizio anni ’90, con limiti tecnici e fisici, ma la voglia di migliorare non gli manca e ha armi che anche sul verde possono fare malissimo. Può avere strada spianata fino ai quarti, poi arrivano i problemi e i problemi si chiamano Novak Djokovic: per quanto sia migliorato, Raonic è ancora lontano dal serbo e da Andy Murray, lo dimostra anche la finale del Queen’s dove ha avanti di un set e di un break è stato travolto dal ritorno dello scozzese.
3° FILA: 5) Nick Kyrgios 6) Stan Wawrinka
Da qui in poi è bagarre. Alzi la mano chi pensa che realmente il titolo possa finire in mani diverse da quelle di Djokovic, Murray o al massimo Federer: sarete sicuramente in pochi e sotto sotto non ci credete nemmeno voi. Quindi nel definire le ultime due file usiamo un po’ di fantasia. Nick Kyrgios quinto favorito può essere esagerato, però se c’è una superficie dove l’australiano può fare faville è proprio l’erba, in più ha la personalità e l’arroganza giusta per non farsi intimorire dall’ego di uno dei grandi. Certo ha un cammino complicato: esordio con il vecchio Stepanek e possibile secondo turno con la mina vagante Brown, terzo turno con Feliciano Lopez per poi trovarsi Murray negli ottavi. Difficile immaginare una strada più tortuosa.. Sesta piazza per Stan Wawrinka, anche lui omaggiato di un tabellone mica male – Fritz e Del Potro per cominciare – e mai davvero in confidenza con l’erba. Lo svizzero ha scelto Richard Krajicek per scoprire meglio i segreti della superficie per lui più ostica e poi se nel 2014 ha vinto in Australia e nel 2015 a Parigi, nel 2016 gli tocca Londra. Il primo approccio erbivoro in realtà non è stato positivo: ha perso al primo turno al Queen’s contro Nando Verdasco, ma anche un anno fa fece una figuraccia a Ginevra e poi una settimana dopo iniziò il Roland Garros e sappiamo tutti com’è finita.
4° FILA: 7) Dominic Thiem 8) Alexander Zverev
Qualcuno ha ancora fiducia nei soliti Nishikori, Tsonga, Berdych? Lasciamo perdere, meglio concentrarsi sui volti nuovi e in particolare su quelli più chiacchierati degli ultimi mesi. Dominic Thiem è senza freni, gioca tantissimo e vince altrettanto. A Parigi ha dimostrato di essere già un bel giocatore, ma Djokovic lo ha riportato sulla terra ricordandogli che per arrivare a un titolo importante deve faticare ancora tanto. L’erba è la superficie a lui meno congeniale, anche se ha vinto il torneo di Stoccarda eliminando Federer in semi. Certo l’esordio contro il redivivo Florian Mayer lo avrebbe volentieri evitato, però se ne esce indenne può fare strada, è in un quarto di tabellone dove può giocarsela e nello stesso ottavo di Sascha Zverev. Il giovanissimo tedesco ha rimandato ancora l’appuntamento col primo titolo ATP, ma accidenti quanto è forte! A Wimbledon potrebbe incrociare Berdych al terzo turno e ha buone possibilità di vittoria: i Championships 2016 potrebbero essere il suo trampolino di lancio verso i grandi, è senza dubbio lui il teenager più quotato.
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