TENNIS – Di Diego Barbiani
ROLAND GARROS. Nella giornata più difficile fino ad ora del suo Roland Garros, Serena Williams esce in qualche modo vincitrice dal suo match di quarti di finale contro Yulia Putintseva.
E’ stata a tanto così dal trovarsi spalle al muro, con la kazaka che la stava facendo ammattire, ma alla fine la n.1 del mondo ha prevalso 5-7 6-4 6-1 conquistando così l’accesso alla quinta semifinale della sua carriera nello Slam su terra rossa.
Ha di che mangiarsi le mani, la sua avversaria, quando aveva in pugno la statunitense ed il suo piano tattico l’aveva portata in vantaggio nell’inerzia della partita. Tante variazioni, tante soluzioni diverse per tenere in apnea una Williams brutta, davvero brutta per quasi due set. Irriconoscibile fin dall’impatto della sua racchetta con la palla: mai è sembrata colpire con fiducia e sicurezza, sempre o troppo lontana o troppo vicina. Si incartava, non sapeva cosa aspettarsi da Putintseva che stava variando tanto. Prima alzava la traiettoria, poi giocava uno slice, poi una palla più corta, poi una più lunga… E per un’ora e mezza la protagonista sul Philippe Chatrier era lei, meritatamente avanti di un set e già con un break di vantaggio ad inizio del secondo. Nel primo momento delicato, 1-0 40-15, in qualche modo ha ricucito il distacco riuscendo poi a trovare qualche vincente in più fino al 4-1. Non era però in una situazione tranquilla, paradossalmente, perché si faceva cogliere da tanta paura proprio nei momenti meno adatti. Ha perso il servizio sul 4-2, ha mancato la chance del 5-3, e sul 4-4 per poco non comprometteva in maniera forse definitiva il suo torneo.
Quando si dice che Serena sembra diversa dallo scorso anno, è qui il punto: nella lotta, in qualche modo, era lei ad uscirne vincente; i suoi colpi facevano paura, l’aggressività e lo spirito erano comunque propositivi. Oggi, invece, sul 4-4 ha ringraziato soprattutto la sua avversaria se la mini-serie di 3 game persi consecutivamente si sia arrestata. Persa tatticamente, terrorizzata e di nuovo in balia di Putintseva, non sapeva più come vincere il punto. Sulla prima palla break si è lanciata a rete dopo un dritto carico ma non troppo profondo e Putintseva non ha avuto la lucidità di vederla e giocare in lungolinea, sulla seconda si stava dirigendo a rete quando il suo dritto è stato smorzato dal nastro inducendola (errore gravissimo) ad indietreggiare ma ancora una volta l’avversaria non ha saputo giocare in campo quello che poteva essere un primo colpo del ko. Nel mezzo, tantissima confusione ed errori gravi, come un dritto a campo vuoto, una voleè giocata scomposta ed uno schiaffo al volo giocato con tanta paura e terminato lungo di metri.
Sentendo il momento, ricordando quello che aveva sprecato pochi minuti prima, anche Putintseva si è messa a sbagliare colpi abbastanza comodi nel game successivo ed al secondo set il patatrack decisivo: il doppio fallo.
Forse solo così poteva ritornare in partita la statunitense, che ha approfittato del calo della sua avversaria per prendere subito un considerevole vantaggio e mettere (finalmente) in mostra alcuni colpi o momenti “da Serena”. A quel punto, però, risultava per lei tutto più facile: il braccio non era più bloccato, lo sguardo non era più terrorizzato, la mente libera da paure. Putintseva, che comunque ha concluso evitando il 6-0 nel set decisivo, ha concluso così un torneo di ottimo livello ma che forse, conoscendo il modo molto forte con cui vive questi momenti, avvertirà che è mancato qualcosa, la ciliegina sulla torta, quello che avrebbe davvero reso indimenticabile queste due settimane sotto il cielo plumbeo parigino.
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