TENNIS – Di Diego Barbiani
ROLAND GARROS. Serena Williams contro Garbine Muguruza sarà la finale del Roland Garros 2016. Una sfida annunciata dai pronostici e voluta fortemente dagli appassionati e probabilmente dagli organizzatori del torneo stesso, che dopo due settimane trascorse a combattere contro la pioggia si trovano ora la n.1 del mondo contro la (futura) n.3.
La finale che tutti volevano, come detto, raggiunta però dopo due match molto diversi tra loro. Se per Muguruza infatti non c’è stata tanta storia, con un secco 6-2 6-4 ai danni di Samantha Stosur, ha dovuto stare molto più attenta Serena. Kiki Bertens, una delle tante sorprese di questo torneo (la più importante, visto il traguardo ottenuto), ha giocato un match di gran livello e solo un po’ di tensione nei momenti decisivi le ha impedito di strappare quantomeno un set alla sua avversaria.
Tante occasioni per l’olandese fin da inizio partita, quando un break immediato la spingeva sul 2-0 e sul 3-1 ci sono state tre chance (due consecutive) per il doppio break. Arrivata a questo punto del torneo con una gamba dolorante, tanto da far dire al suo coach che oggi avrebbe anche potuto pensare al ritiro prima di scendere in campo, ha dato tutto quello che aveva per rimanere pronta a fronteggiare la vera Serena Williams. La versione di ieri, contro Yulia Putintseva, aveva convinto veramente poco, tanto che lei stessa aveva detto: “Non so come ho fatto a venirne fuori”. Oggi non era perfetta, ma non è mai stata presa da momenti di panico.
Sempre costretta a rincorrere nel primo set, ha approfittato del secondo momento delicato per riprendere il servizio ceduto in avvio. Sul 5-4 Bertens ha provato a chiudere il parziale ma alla prima chance concessa è arrivato il pareggio. ieri confusa e terrorizzata, oggi letale. Anche quando nel tie-break è stata al servizio sul 5-2 e si è fatta riagganciare, o quando sul 6-5 ha commesso una sciocchezza sul primo set point avuto, non ha mai perso la calma. Bertens ha avuto la chance sul 7-6 e servizio, ma non ha saputo incidere col primo dritto dopo il servizio e sull’8-7, alla seconda occasione, la statunitense ha messo la parola ‘fine’.
Nonostante un set vinto così duramente, ma che faceva pensare ad un parziale successivo in discesa, Serena ha avuto ulteriori difficoltà nel contrastare il bel gioco e lo spirito combattivo che Bertens ha messo in campo. Subito indietro di un break, è riuscita a portarsi in parità ed a togliere nuovamente il servizio sul 3-3, ma per chiudere definitivamente il match c’è voluto un ulteriore sforzo importante. Tre match point annullati sul 3-5 e Bertens che voleva comunque regalarsi ancora un po’ di tempo sullo Chatrier, stadio dove nel primo match della prima giornata, due domeniche fa, aveva eliminato Angelique Kerber cominciando la sua cavalcata verso un traguardo storico: mai una tennista olandese era giunta in semifinale in un torneo dello Slam dal 1971 in poi.
Colpiva ancora molto bene sia col dritto che col rovescio. A tradirla, però, un errore di dritto sul quarto match point concesso, il primo che Serena ha potuto giocare con il servizio a disposizione. Standing ovation meritata da parte di tutto il pubblico e le parole espresse dalla sua avversaria sia a rete che poi nell’intervista ad elogiare l’incrediible cammino di una giocatrice che un anno fa scopriva di avere un tumore alla tiroide ed oggi si scopre definitivamente grande. Il traguardo raggiunto, infatti, non è stato frutto del caso. Da sola, Bertens, stava portando una nazionale da serie C come l’Olanda a pochi punti dalla finale di Fed Cup, ed in generale in questo 2016 ha ottenuto vittorie di grande valore contro Pavlyuchenkova, Kuznetsova, Makarova, Mladenovic, Garcia, Kerber, Vinci ed il 6-1 che aveva rifilato a Kerber a Miami prima di essere costretta al ritiro.
In ogni caso, il suo torneo finisce qui e dopo 3 settimane travolgenti (in precedenza aveva vinto il titolo in singolare e doppio a Norimberga) può finalmente riposare e vedere di sistemare la gamba destra che già ieri è stata trattata e fasciata vistosamente contro Timea Bacsinszky. Dopo la finale persa in Australia, invece, ci sarà una nuova chance per Serena Williams di mettere le mani sul ventiduesimo titolo Slam ed agguantare così Steffi Graf. Dall’altra parte della rete, Garbine Muguruza. Le due si trovarono di fronte già a Wimbledon, undici mesi fa, ma a Parigi, nel 2014, la spagnola le inflisse una pesantissima punizione elimiandola già al secondo turno con un eloquente 6-2 6-2. Tra un secondo turno ed una finale, però, c’è un universo di differenza.
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