TENNIS – Di Diego Barbiani
MADRID. Daria Gavrilova si conferma una volta di più come la kriptonite di Petra Kvitova e per la campionessa in carica del WTA Premier Mandatory di Madrid, il torneo è già finito.
6-3 6-4 in un’ora e quaranta minuti per la giovane australiana, che torna a vincere tre partite di fila dall’Australian Open di gennaio e che con queste vittorie riprende fiato, soprattutto in vista della prossima settimana quando avrà la semifinale di Roma da difendere. In tre confronti diretti, per la n.6 del mondo è sempre stata una faticaccia contro il carattere ed il gioco di Gavrilova.
Già a Wuhan lo scorso ottobre, quando ancora una volta si presentava da campionessa in carica, dovette recuperare da 3-5 al terzo, mentre proprio a Melbourne fu costretta a soccombere per la prima volta, in quella che fu anche l’ultima partita con David Kotyza nel suo box. Oggi, per la terza volta, la potenza di Kvitova si è scontrata duramente con la grande vivacità ed intelligenza di una giocatrice che può avere passaggi a vuoto o farsi prendere dalla sua voglia di strafare, ma che sta imparando un dettaglio che se trascinato nel tempo in tutto il suo gioco può diventare fondamentale per la sua crescita: da qualche settimana sta decellerando la potenza della prima di servizio, giocando un colpo a tre quarti di velocità (che nonostante la sua statura viaggia comunque sui 150-160km/h) ma molto più efficace perché toglie potenza ma aumenta in precisione e pericolosità. Con percentuali ben oltre il 90% per metà del primo parziale ha cominciato la partita senza soffrire troppo alla battuta, mentre in risposta ha atteso il primo game di difficoltà dell’avversaria per prendersi il vantaggio. Nel secondo parziale ha sì faticato di più al servizio, ma nel complesso è sempre stata superiore alla sua avversaria, che col tempo si è smarrita.
Fondamentali, nella partita di Gavrilova, due momenti. Il primo è stato il game tenuto sul 2-1 e che le ha permesso l’allungo dopo che si era vista perdere il servizio sull’1-0. In quell’occasione, l’unica dove ha commesso doppi falli (due), sulla terza palla break concessa ha giocato in sequenza una smorzata ed un lob ad una mano di rovescio su cui la ceca, rincorrendo una palla che mai avrebbe raggiunto, ha buttato energie e nei punti successivi era scarica. Il secondo quello di avere tanto coraggio nelle fasi finali, quando per un po’ di tensione stava servendo poche prime e partiva sempre in svantaggio nei suoi turni di battuta, e servire seconde palle molto lavorate, fare in modo che Petra non potesse colpire come voleva. Si è comportata così durante tutto l’arco del match, pensando più a sporcare la palla ed impedire all’avversaria di colpire facilmente. Quando poteva attaccare, invece, lo faceva perlopiù sul dritto.
Alla fine questo atteggiamento a metà tra il sacrificio e la generosità ha pagato, e per lei ora si aprono le porte dei primi quarti di finale in un torneo di questa portata. 210 punti, inoltre, che le consentono al momento di assaporare il gusto di un best ranking al n.31 del mondo. Guardando avanti, dopo Elina Svitolina e Kvitova, però, potrebbe incrociare un terzo “squalo”, il più tosto rimasto in gara: Victoria Azarenka. Questo, ovviamente, senza però dimenticare che la bielorussa deve incrociare la racchetta contro Louisa Chirico, protagonista due giorni fa di una grande vittoria su Ana Ivanovic.
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