TENNIS – Di Gianluca Atlante
ROLAND GARROS. La sua bella figura, Thomas Fabbiano, l’ha fatta. Quantomeno ha lottato, contro un signor giocatore come Feliciano Lopez, che sulla terra, magari, concede sempre qualcosa, ma che resta pur sempre il numero 23 del mondo.
Il tennista di Grottaglie, ma romano di adozione tennistica e non solo, è stato in campo quattro set: 6/4 6/4 3/6 6/2, il punteggio finale in favore del tennista iberico. Sul campo numero 8, insomma, ci ha messo del suo Fabbiano, dimostrando di poter meritare il main draw di questo Slam. Ha fatto, come dicevamo, più bella figura di Bolelli, ma questa è un’altra storia. Un po’ sulla falsariga di Cecchinato, capace di stuzzicare più del dovuto Kyrgios, Fabbiano ha fatto altrettanto con Lopez e, a 27 anni, è stato lì a lottare, a provare a farsi largo, insomma senza nessun timore reverenziale nei confronti dei più grandi. Di chi, insomma, dovrebbe fargli male, a prescindere. Soprattutto di una classifica che parla di 117 contro, appunto, 23.
Sulla terra, però, tutto è possibile. Ed oggi, sul campo numero 8, lo si è visto. Perchè, soprattutto nei primi tre set, Fabbiano è stato lì, attaccato al suo avversario più blasonato, ad uno che da queste parti ha soltanto l’ottavo di finale raggiunto nel 2004, dodici anni orsono, ma che quindici mesi fa, non certo nell’età paleolitica, ha raggiunto il suo best ranking, arrivando a ridosso dei primi dieci giocatori del mondo. Non c’è da stare allegri, perchè dopo la Schiavone, anche Fabbiano è andato a casa, al pari di Bolelli, Cecchinato, Errani e Vinci. Ma, sinceramente, averlo visto lottare, ha fatto comunque piacere. Perchè il suo cospicuo prize money donato, è proprio il caso di dirlo, a chi perde al primo turno nei major, se l’è meritato.
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