TENNIS – Di Gianluca Atlante
ROLAND GARROS. Clamorosa, è proprio il caso di dirlo, eliminazione di Sara Errani al primo turno del Roland Garros. Clamorosa perché arrivata dopo quattro anni di fila in cui era sempre almeno ai quarti di finale. Clamorosa perché giunta contro un’avversaria che di terraiolo, come lei, ha ben poco: Tsvetana Pironkova, che l’ha surclassata 6-3 6-2.
Che fine ha fatto “Sarita”? Dalle parti del Bois Bolougne ci aveva regalato emozioni a iosa, oggi sembra essere sparita nel nulla, smarrita nel suo gioco che non fa più male, che non impensierisce più, che non le regala gioie. Duole dirlo, ma è così: Sara Errani è già fuori dal singolare femminile del Roland Garros, seconda prova dello Slam. Ad estrometterla dal torneo, una non certo trascendentale, Tsvetana Pironkova, numero 102 dell’ultima classifica mondiale. L’azzurra, numero 18 del seeding, non è stata mai in partita, ma soprattutto, rispetto all’ultimo confronto diretto con la bulgara, a Doha nel Qatar, non è nemmeno riuscita lontanamente a rientrare nel match.
Quarto torneo sulla terra rossa, altrettanti primi turni. E siccome sono tre gli indizi che portano ad una prova, qui c’è da credere che la situazione, si è fatta alquanto preoccupante. Sulla terra battuta, su ciò che più ama, probabilmente, avere sotto le suole della sponsorizzata scarpa, la Errani ha perso con la Giorgi a Madrid, con la Watson a Roma, con la Puig a Strasburgo ed oggi contro la Pironkova al Roland Garros. Non è un bel dire, non è un bel raccontare.
Diventa difficile, adesso come adesso, spiegare questo momento negativo della tennista ravennate. Qualcosa non va, inutile star qui a tergiversare. Resta da vedere se il problema è di natura psicologica e, dunque, legato ai risultati che non arrivano più (dalla semifinale raggiunta a Charleston, solo disastri) o, magari, fisico. L’impressione è che la Errani, a dispetto di quanto accadeva prima, non ha più voglia di lottare come una volta. Di mettersi lì, insomma, e provare a rimettere in piedi match nati male, ma non per questo, destinati a finire peggio. Il 6/3 6/2 rimediato dalla Pironkova quest’oggi, invece, è il comun denominatore di una resa anticipata. Come se la forza mentale sia un qualcosa che non appartiene più alla “piccola Sarita”. I numeri sono eloquenti e con quelli, ahinoi, bisogna fare i conti. Dalla semifinale di Charleston persa contro la Vesnina, solo primi turni. L’ultimo dei quali oggi, a Parigi, al Roland Garros, sulla terra che forse più ama.
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