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Riuscirà Nadal a realizzare la decima al Roland Garros?

TENNIS – Rafael Nadal è tornato a giocare ad alti livelli sulla sua amata terra battuta. Ma basterà contro un Murray sempre più specialista sul rosso e soprattutto contro Novak Djokovic per far sua la ‘decima’ a Parigi?

Un gradito ritorno. Anche per i tifosi dei suoi avversari storici. Perché in fondo di Rafael Nadal ce n’è sempre bisogno: soprattutto durante la stagione sulla terra rossa e in questo periodo tennistico in cui la fa da padrone un solo giocatore, Novak Djokovic (con qualche eccezione come ad esempio a Roma in cui l’attuale numero uno del mondo ha dovuto piegarsi ad un grande Murray). Nel corso dell’anno precedente e nei primi mesi di quello corrente sembrava che l’indomabile spagnolo avesse ormai abdicato dal suo ruolo di protagonista delle racchette ma queste ultime settimane ci hanno fatto ammirare a tratti il ‘vecchio’ Rafa capace di recuperi impossibili, diritti uncinati devastanti e una solida condizione atletica che nel disastroso 2015 (e in realtà in parte anche nel 2014, nonostante il titolo slam) non avevamo visto manco da lontano.

Le vittorie di Montecarlo e Barcellona, due dei ‘suoi’ tornei, dove ha vinto e convinto, hanno portato ad alcuni a considerarlo addirittura il primo favorito per la conquista del Roland Garros.; ma le sconfitte in due set prima a Madrid contro Murray, poi a Roma in una splendida sfida contro Novak Djokovic hanno forse portato la questione delle possibilità del maiorchino trionfatore in quel di Parigi alla giusta dimensione.

Il problema non sono tanto i match persi sopracitati ma il venir meno nei momenti decisivi in queste partite giocate comunque piuttosto bene da parte sua (specialmente al Foro Italico); il caso più emblematico sono i cinque set point del secondo set a Roma contro Nole: forse non tutti quei punti sono stati sprecati dallo spagnolo dato che Djokovic ha saputo alzare l’asticella in modo mostruoso ma difficilmente il ‘vero’ Nadal, sempre concentrato al massimo, avrebbe perso così tante occasioni per portare il match all’ultimo parziale. Oltre alle sconfitte non bisogna dimenticare i tie-break lasciati per strada anche nelle vittorie come ad esempio nello scontro contro un ottimo Nick Kyrgios. Come se ancora mancasse quel quid, il guizzo in più che possa permettere a Nadal di essere davvero il Rafa di una volta nonostante i progressi. La strada intrapresa per Parigi è quella giusta ma il fuoriclasse iberico deve ancora saper superare alcuni ostacoli soprattutto mentali per poter far gara pari in vista del traguardo finale.

Detto questo sembra francamente improbabile che qualcuno nello slam parigino riesca ad avere ragione di Nadal, a parte i primi due giocatori in classifica (e magari un Wawrinka versione extraterrestre come nell’anno passato). Almeno se scenderà in campo lo stesso tennista dell’ultimo mese e mezzo, soprattutto se si pensa che stiamo parlando di sfide al meglio dei cinque set e dello slam dove più di ogni altro lo spagnolo si esalta. E gli stessi Djokovic e Murray forse farebbero bene a non dormire tranquilli; in Francia sarebbero loro ad avere più pressioni psicologiche, specialmente in un’eventuale finale: in fondo cosa volete che cambi per il maiorchino un titolo slam in più o in meno sul rosso dove ha già fatto la storia, a parte magari la fiducia che gli darebbe per poter vincere anche altri major? Per lo scozzese e il serbo invece la coppa dei moschettieri avrebbe ben altro significato e questo peso potrebbe portarli a smarrirsi nell’atto conclusivo.

Ricapitolando: Nadal non è probabilmente ancora al suo meglio. Ma c’è. E chiunque voglia far suo Il Roland Garros dovrà fare i conti con lui. Noi seguaci delle racchette non possiamo che esserne felici dato che un Rafa in buona forma renderà più appassionante l’imminente slam.

 

 

 

 

 

Salvatore De Simone

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Salvatore De Simone

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