TENNIS – PARIGI – Dal nostro inviato PIERO VASSALLO. Dalla giovanissima francese dall’ostico cognome alla disperazione della bielorussa, dal record di Venus alle rivelazioni turche: pensieri e curiosità di una giornata al Roland Garros.
Tessah Andrianjafitrimo. Solo a leggerlo mette un po’ di ansia, pensate un povero telecronista che si trova costretto a pronunciarlo di continuo o più semplicemente pensate a Carlos Bernardes, giudice di sedia del match tra la giovanissima francese nata in Madagascar e la cinese Wang. Almeno un paio di volte l’arbitro brasiliano è andato chiaramente in difficoltà e sicuramente in quei momenti avrebbe preferito un nuovo battibecco con Nadal piuttosto che dover scandire ancora quel groviglio di lettere. La piccola Tessah gli ha facilitato il compito perdendo 6-0 6-0: ancora troppo acerba per giocare a questi livelli, ne riparleremo tra un paio d’anni. Fino ad allora arbitri e telecronisti possono dormire sonni tranquilli.
Altrettanto giovane ma già sulla bocca di tutti è Taylor Fritz, ragazzino americano che a 18 anni vanta già una finale ATP. Dopo aver giocato la finale del torneo juniores lo scorso anno, Fritz ha fatto il suo esordio “vero” al Roland Garros prendendo una bella lezione dal croato Borna Coric, di un anno più grande ma con un’esperienza decisamente diversa rispetto a Taylor. Tra i due però è quest’ultimo a raccogliere maggiori consensi, manca ancora tantissimo per completare il puzzle ma i colpi ci sono, Coric invece ha una buona dose di presunzione e tanta cattiveria agonistica, ma il colpo del KO non si vede e questo sarà un bel problema per lui.
Vi ricordate di Brian Baker? Tennista americano molto promettente da junior ma frenato da una serie impressionante di infortuni: ginocchia, anche, gomito, una serie di operazioni che avevano affossato le ambizioni di uno capace di battere da ragazzino i vari Djokovic, Berdych, Monfils. Riciclatosi come coach Baker è rientrato nel circuito nel 2012, trovando rapidamente posto nei primi 100 prima di farsi male per l’ennesima volta. Ci riprova forse per l’ ultima volta, fino ad ora però niente vittorie e qui ha perso in tre set da quel matto di Tomic. In bocca al lupo Brian.
Cose turche a Parigi, e non parliamo di Marsel Ilhan, miglior giocatore del suo paese a livello ATP – oggi battuto da Darcis – ma di due ragazze: Ipek Soylu e Cagla Buyukakcay, le prime giocatrici a piantare la bandierina della Turchia nel tabellone di uno Slam. Cagla, vincitrice del torneo di Istanbul, ha anche superato il primo turno e sta raccogliendo i frutti di un durissimo lavoro e di tanti sacrifici, soprattutto economici. Alla giovane Ipek è andata meno bene e dopo un bel primo set si è spenta contro Virginie Razzano, ma anche grazie a lei la bandiera turca – oggi mostrata con orgoglio in tribuna da un tifoso con la maglia bianconera del Besiktas – inizia a sventolare nel circuito WTA.
«Ho bisogno di una pausa» è la frase del momento. Curioso che Sara Errani, Roberta Vinci e Fabio Fognini si ritrovino tutti a desiderare uno stop rigenerante dal tennis. Un pensiero comune, ma tre stati d’animo diversi quelli che hanno espresso in conferenza stampa: quasi demoralizzata Sarita, incavolato il futuro signor Pennetta e molto gioviale Robertina. Chi dei tre trarrà maggiori benefici dal periodo di vacanza?
Di vacanze o pause non vuole sentir parlare Venus Williams, che scendendo in campo contro Anett Kontaveit ha eguagliato il record di Andrée Varin: 19 partecipazioni allo Slam francese. Un bell’esempio di longevità la cara Venere, che probabilmente avrà tutte le intenzioni di diventare la primatista solitaria presentandosi anche nel 2017. Intanto gioca anche il doppio con la sorellina Serena, in previsione delle Olimpiadi di Rio. Perché un oro in più in famiglia non guasterebbe.
Che vinca o che perda Eugenie Bouchard è sempre molto seguita, a Parigi gli spettatori hanno preso d’assalto il campo 16 per assistere all’esordio della canadese contro Laura Siegemund. Una fila chilometrica di gente desiderosa di trovare posto sul piccolo campo secondario: dimostrazione di come Genie possa essere una vera miniera d’oro anche per la WTA. Certo prima dovrebbe ricominciare a vincere con una certa continuità…
Chiudiamo con il drammatico match Knapp-Azarenka, con Vika più acciaccata di una 90enne e Karin attanagliata dalla paura di non vincere sul finire del secondo set. L’azzurra è stata fortunata sì, ma visto quante ne ha passate – tre operazioni al ginocchio destro, due al cuore, così per dire – un po’ di “bus de cul” non guasta per niente. Azarenka l’ha tirata per le lunghe zoppicando e singhiozzando, ma ragionando a mente fredda potrebbero essere lacrime dovute non al dolore fisico ma alla disperazione. E questo dispiace sinceramente tanto.
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