TENNIS – Di Diego Barbiani
Premesso che in questi casi, quando si è dietro ad un computer ed il proprio volto compare solo in una finestrina di quattro centimetri per quattro (su per giù), bisogna sempre prendere tutto con mille dovute precauzioni, ed anche qualcosa in più.
Premesso che spesso la rete è stata foriera di inciampi clamorosi e situazioni controverse, basta vedere quanto è successo ad inizio aprile a Caroline Garcia che secondo un utente di un forum tennistico avrebbe rivolto l’espressione “put***a di una zingara” a Irina Camelia Begu sul 5-5 del terzo set nel loro match di primo turno a Charleston, frase poi rvielatasi clamorosamente falsa ma che ha fatto in tempo a venire condivisa a macchia d’olio lungo tutto il globo e che ha portato la stessa Garcia, prima, e la WTA, poi, a comporre un comunicato stampa dove si smentiva categoricamente l’accaduto minacciando provvedimenti se le accuse fossero andate avanti.
Chiarito questo, passiamo all’ultima vicenda accaduta sui social network. Tramite quello che sembra essere il suo profilo ufficiale sui social network, Mirjana Lucic Baroni scrive un lungo post che, non essendo visibile a tutti ma solo ad una cerchia ristretta di persone secondo le limitazioni di Facebook, è possibile solo copiare dalla fonte:
So people wanna know why i didn’t shake my opponents hand tonight…
I started playing tennis long time ago and have been in many situations on and off the court that were tough but i have never in all my years seen behavior like this!
My opponent calls a trainer 3 x goes to the bathroom twice , stops play in the middle of games to ask for more treatment(coincidentally it happens when i’m winning),takes ridiculous amount of time between points and screams like an animal on every single mistake of mine.
So no, it was not bad sportsmanship on my side.
Oh! And this happens every single time!
Unacceptable !
Love and light my friends !
Traduzione: “Allora voi volete sapere perché non ho stretto la mano alla mia avversaria (Laura Siegemund, ndr) stasera… Ho cominciato a giocare a tennis molto tempo fa e mi sono ritrovata in numerose situazioni dentro e fuori dal campo che facevano riflettere ma non ho mai visto in tutti questi anni un comportamento come questo! La mia avversaria ha chiamato il trainer 3 volte, è andata 2 volte al bagno, ha smesso di giocare durante un game chiedendo per un ulteriore trattamento (guarda caso accadeva quando stavo vincendo), prendeva un’infinità di tempo tra un punto e l’altro e urlava come un animale ogni singolo errore che commettevo. Dunque no, non sono io quella che si è comportata male in campo. Oh! E questo è accaduto in ogni singola circostanza! Inaccettabile!”
Siegemund, che già in finale a Stoccarda contro Angelique Kerber aveva dato segni di un problema fisico cedendo dieci fame di fila dal 4-2 nel primo set, è arrivata a Madrid lo scorso fine settimana ed ha superato le qualificazioni eliminando al primo turno Svetlana Kuznetsova, n.9 del seeding e finalista della passata edizione. Proprio la russa, o almeno questo viene da pensare vedendo il suo volto ed alcune amicizie con altre giocatrici sull’account, scrive:
I totally agree with you!!! Happened the same on my match!!! Way to go!!!!
Traduzione: “Assolutamente d’accordo con te!!! E’ capitato lo stesso durante il match contro di me!!! Così si fa!!!”
Ammesso che si tratti effettivamente della n.13 del mondo, ammesso il tono un po’ acceso del messaggio, non si riscontra comunque un eccedere del linguaggio, cosa che invece capita a Sesil Karatantcheva o, come sempre sottolineiamo (perché non vogliamo puntare il dito contro nessuno ma solo riportare i fatti), ad una persona che utilizza un account col suo volto, il suo nome e cognome, alcune amicizie con altre giocatrici. Questo profilo lascia questo commento:
Oh girl u are being wayy too nice. Same happened to me at the french and let me tell u – at the end i wanted to drag her a** out side and beat the sh*t out of her. Soo u not shaking her hand actually is very sportsmanship like! This behavior is not what this sport is about. If she wants to act she should go to hollywood. Respect to u!
Traduzione: “Oh ragazza tu sei stata davvero troppo carina (a comportarti così, ndr). E’ accaduto lo stesso con me al Roland Garros e permettimi di dirti che alla fine volevo portare il suo c**o fuori e (traduzione più dolce, ndr) dirgliene quattro. Insomma, il fatto che tu non le abbia stretto la mano è stato un grande gesto di sportività! Questo comportamento non deve essere parte dello sport. Se lei vuole agire così dovrebbe andare ad Holliwood. Rispetto per te!”
Tutto ciò, spiace dirlo, infilato in quell’enorme gabbia della rete internet, capace di viaggiare dall’isola di Tonga alla costa occidentale degli Stati Uniti nel giro di un ‘click’. Come già detto, manca la certezza se chi ha composto il messaggio possa effettivamente essere Sesil Karatantcheva perchè è anche vero che sui social è facilissimo creare un profilo falso, spacciarsi per la persona X ed agire come peggio non si potrebbe, arrivando qui ad usare certi toni nei confronti di una collega. Quando il web porta solo guai…
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