TENNIS – Si è tenuta ieri la prima udienza per il “caso Sharapova” e la positività al meldonium riscontrata durante gli ultimi Australian Open.
E’ probabile che l’esito non verrà diffuso prima di due settimane, ma quello che è certo è che Shamil Tarpischev, presidente della Federazione Russa ed ex capitano della squadra di Fed Cup, dopo essere stato uno dei primi sostenitori della connazionale nei primi momenti dopo l’ammissione della positività sembra aver cambiato idea. Dalla frase “Sono tutte sciocchezze, Sharapova sarà presente alle Olimpiadi di Rio de Janeiro” dichiarata verso metà marzo, oggi Tarpischev intercettato da R-Sport dichiara: “E’ una brutta situazione, ho molti dubbi sul fatto che tornerà a giocare”.
L’ex n.1 del mondo, trovata positiva il 26 gennaio dopo la sconfitta nei quarti di finale contro Serena Williams, ha ammesso per prima di aver fallito il test anti-doping nella conferenza stampa del 7 marzo scorso, ammettendo anche (in maniera implicita) di aver continuato a prendere il farmaco proibitio dopo l’1 gennaio perché non era entrata a conoscenza del fatto, assumendolo sotto un altro nome: mildronate. Il rischio è di andare incontro a 4 anni di squalifica, anche se pare molto difficile che si possa arrivare a tanto. Per molti, infatti, la possibile squalifica potrà variare tra i 6 ed i 12 mesi, visto anche il comunicato della WADA ad aprile che sosteneva le difficoltà a capire quanto tempo impieghi il meldonium ad essere espulso dal corpo.
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