TENNIS – ROMA – DI JASON D’ALESSANDRO – Lo scozzese batte in due set (6-1 7-5) il venticinquenne belga, ad attenderlo il (molto) “lucky loser” Pouille, che stamattina ha approfittato del ritiro di Juan Monaco.
Si preannunciava un quarto di finale interessante quello tra Andy Murray e David Goffin. Certo, è difficile battere il numero tre del mondo ma è altrettanto difficile, se non quasi impossibile, anche lasciare zero giochi zero a Tomas Berdych, cosa che invece ieri è riuscita fin troppo bene al belga che, dopo il “game, set and match” dell’arbitro, ha allargato le braccia quasi per dire: e che ci posso fare? Oggi ho giocato così!
Forse David, la notte scorsa, ha ripercorso tutti i momenti di quello stato flow, così chiamano quell’energia positiva che permette di spingersi perfino oltre le proprie capacità, per arrivare carico a molla oggi sul centrale e, dopo pochi minuti dall’inizio del match pareva proprio che la tattica avesse funzionato, con Murray sotto di un break. Ma Goffin non poteva sapere che i break a fine partita sarebbero stati dieci e nemmeno che non sarebbe mai riuscito, in quel primo set, a difendere la battuta: 6-1 Murray in ventisette minuti.
Il secondo set è iniziato in equilibrio e tra folate di vento, più che sul centrale sembrava di stare sul set di “C’era una volta il west”. Goffin tiene per la prima volta il servizio e lo strappa nel quarto gioco allo scozzese, che però pareggia i conti il gioco successivo. Poi break-contro break-break, Murray che si porta sul 6-5 e serve per la seconda volta per il match: stavolta chiude 7-5 e vola in semifinale.
Il gioco dello scozzese è apparso, in alcuni frangenti, troppo passivo; forse basterà contro Lucas Pouille, anche se il match con il giovane francese è tutto da vedere, ma l’impressione è che in un’eventuale finale contro gli avversari di sempre Rafa o Nole, in campo ora sul centrale, Andy dovrà alzare l’asticella del suo gioco.
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