TENNIS – ROMA – DI FABRIZIO FIDECARO – Inattesa fatica per Novak Djokovic al debutto capitolino con il francese Stephane Robert. Più agevole il successo di Andy Murray su Mikhail Kukushkin.
Rimettersi in sesto dopo le fatiche madrilene non deve essere stato facile. Novak Djokovic e Andy Murray, protagonisti domenica della finale del Master 100 spagnolo, hanno impiegato un po’ per avvicinare i loro standard di rendimento nei rispettivi debutti capitolini. Il serbo e il britannico sono scesi in campo pressoché in contemporanea, il primo sul centrale e il secondo sul Grandstand, di fronte a due giocatori provenienti dalle qualificazioni, Stephane Robert (n. 103 Atp) per Nole e Mikhail Kukushkin (n. 87) per Andy.
Quest’ultimo, però, è stato ben più lesto a staccarsi, allungando inesorabilmente dal 3 pari nella frazione d’avvio e chiudendo la pratica kazaka con un periodico 63. Sorprendentemente più dura è stata per l’attuale numero uno del mondo, cui il rivale transalpino ha resistito imperterrito in entrambi i set. Alla fine Djoko l’ha spuntata con un doppio 75, ma l’esultanza fragorosa con la quale ha festeggiato il controbreak che gli garantiva l’aggancio sul 4 pari nel secondo parziale è indicativa dello stato d’animo in cui si è trovato.
Il quasi 36enne Robert ha trascinato il centrale con grandi recuperi e improvvise accelerazioni. È stato autore di alcune fantasiose soluzioni balistiche, che si sono meritate applausi convinti da parte di un pubblico da una parte esterrefatto e dall’altra ben lieto di assistere a un’inattesa performance del genere. A un passo dal tie-break in tutte e due le occasioni, però, il francese si è smarrito e il tennista di Belgrado, con esperienza, ha sopperito alla scarsa brillantezza rivelandosi quanto mai concreto ed evitando di invischiarsi in situazioni potenzialmente rischiose. Ciò nulla toglie alla prestazione di Robert, che infatti è stato salutato da un’autentica ovazione alla sua uscita dal campo.
«Oggi è stato un match difficile per varie ragioni», ha spiegato Djokovic al termine. «Le condizioni erano molto dure. Il mio avversario era molto imprevedibile con i suoi colpi, ne ha giocati alcuni eccezionali, e con questo vento non prendi troppo ritmo. Quando contava maggiormente ho lavorato per fargli giocare sempre un colpo in più e ha funzionato».
Negli ottavi Djokovic se la vedrà con il brasiliano Thomaz Bellucci, impostosi per 64 63 sull’altro transalpino Nicolas Mahut. L’avversario di Murray, piazzato dal lato opposto del tabellone, uscirà dal confronto tra Roberto Bautista Agut e Jeremy Chardy.
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