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ATP Roma. Djokovic, che sofferenza! Battuto in rimonta un grande Nishikori: è finale con Murray

TENNIS – ROMA – DI FABRIZIO FIDECARO – Novak Djokovic si è qualificato per la sua settima finale agli Internazionali, battendo Kei Nishikori in rimonta (26 64 76). Tra lui e il quinto titolo romano resta soltanto Andy Murray.

Novak Djokovic si è salvato ancora. In una fresca serata capitolina il numero uno del mondo è stato messo a dura prova da un ottimo Kei Nishikori, che lo ha costretto di nuovo a rincorrere, ma alla fine, come al solito, l’ha spuntata lui con le sue qualità da combattente. Non che il giapponese non le abbia, intendiamoci: i suoi atteggiamenti sono sempre composti, ma la grinta e la voglia di lottare non gli mancano davvero. Oggi per una buona ora si è dimostrato nettamente superiore al numero uno del mondo, e questo, al di là della sconfitta, bruciante perché giunta sul filo di lana, è una realtà che non può non dargli fiducia.

Per Nole si è messa subito male: dopo aver tenuto il servizio nel primo game, ha chiesto il medical timeout a causa di una ferita alla caviglia sinistra che si era procurato maldestramente da solo con il classico gesto di togliere la terra dalle suole delle scarpe con la racchetta. Al rientro, mancate due palle break, è stato lui a cedere la battuta. Nishikori ha giocato un parziale d’avvio esemplare: sempre aggressivo fin dalla risposta, con un utilizzo sapiente del drop-shot e una pulizia e precisione dei colpi da vero samurai. Djokovic, al contrario, commetteva errori non da lui, si appoggiava male sulla palla, sembrava avere problemi di equilibrio sul terreno. Logico il 62 per Kei, con break ottenuti al terzo e al settimo game.

Grande equilibrio nella seconda frazione, con Novak che è logicamente cresciuto di livello e il suo avversario abile a restare sugli standard precedenti. Il serbo, però, non sapeva nascondere un certo nervosismo, che è emerso nel corso del sesto gioco, quando su un servizio out dell’avversario ha sparato con un gesto di stizza la pallina sotto il seggiolone di Mohamed Lahyani, mettendo a repentaglio la salute del raccattapalle piazzato giusto lì sotto. Ovvio il warning comminatogli dall’arbitro, in verità accolto da una salva di fischi del pubblico.

A ogni modo, i due protagonisti hanno seguitato a darsi battaglia punto a punto, finché, d’improvviso, indietro 4-5, Nishikori ha dovuto fronteggiare una palla set sulla propria battuta. Fin lì il nipponico aveva annullato tutte e nove le palle break, ma la decima, e più importante, è stata quella buona per Djokovic, che ha risposto bene e ha visto il rivale affondare malamente in rete il diritto.

Pareggiato il conto dei set, era prevedibile che nel terzo il numero uno, ormai caldissimo, prendesse il largo. Così è stato, almeno in principio: 3-0 e 4-1, con due chance per il 5-1. Nole sembrava sul punto di dilagare, ma Kei, superato il momento difficile, ha reagito, ottenendo un inatteso controbreak nel settimo game e agganciando il serbo sul 4 pari. Il 26enne di Shimane, tornato a esprimersi su livelli di valore assoluto, ha annullato un matchpoint sotto 5-4 e si è arrampicato al tie-break. Qui, avanti 3-1, si è fatto rimontare, commettendo un dolorosissimo doppio fallo sul 3 pari, e cedendo cinque punti di fila. Ha annullato altre due palle match, ma ha finito per arrendersi alla quarta opportunità con il punteggio di 26 64 76(5) in tre ore e due minuti. Enorme e giustificata al termine la gioia di Nole per lo scampato pericolo.

Djokovic ha raggiunto la settima finale agli Internazionali d’Italia e andrà a caccia del quinto centro romano, nonché del sesto dell’anno. Non sarà facile con un Andy Murray ben più riposato, per aver giocato nel pomeriggio e concesso appena tre game al lucky loser francese Lucas Pouille. I due disputarono qui una storica semifinale nel 2011, primo anno di dominio Nole, che la spuntò solo per 76 al terzo. In totale il bilancio degli head to head vede il tennista di Belgrado avanti per 23-9 (12-1 nelle ultime tredici), e 4-0 sulla terra. Insomma Nole si affaccerà alla sfida meno fresco, dopo le fatiche di oggi e dei giorni scorsi, ma come sempre sarà lui a godere dei favori del pronostico.

 

Fabrizio Fidecaro

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