TENNIS – Yannick Noah, in un’intervista rilasciata a ‘Repubblica’, ha detto la sua sul doping e Maria Sharapova e ha parlato di molti argomenti, compreso la vittoria al Roland Garros del 1982.
“La Sharapova non mi è mai stata simpatica e non mi piace chi bara – ha dichiarato l’ex tennista francese e ora Capitano Davis della squadra maschile transalpina – Ma non sopporto l’ipocrisia, la finta verginità di uno sport che si copre le vergogne. Noi sporchi? Ma che strano: questo stupore è la cosa peggiore. E anche offensiva. Le hanno perfino permesso di dare l’annuncio della sua positività. Di gestire la sua colpa in maniera elegante e soft, da notte degli oscar. Al vertice del tennis interessa solo preservare se stesso: hai fatto la cattiva?, ora rimediamo, ma per carità, non roviniamo il gioco. Hanno paura che il sistema crolli e qualcuno inizi a chiedere il rimborso del biglietto”. Sulla sua vittoria al Roland Garros e sulla conseguente crisi depressiva che lo ha portato a pensare al suicidio: “Ero disorientato ma poi ho preso coscienza: è il percorso che fai per arrivare la cosa più importante. Wilander dopo quella partita mi confidò che era stato l’unico match in cui non mi è dipsiaciuto perdere”. Sul tennis italiano: “Nel maschile l’ultimo a vincere uno slam è stato Panatta ma gli italiani non dovrebbero lamentarsi: guardate cosa è successo all’ultimo Us Open con la finale tra la Vinci e la Pennetta: due ragazze cresciute insieme che arrivano dalla provincia a giocarsi un titolo slam con abbraccio finale: una storia bellissima e uno splendido happy end”.
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